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Il campione di biliardo fa una magia, la palla sembra telecomandata: “Oh, mio Dio! Che colpo!”

Carl Morris ha stupito tutti con un tiro di una perfezione assoluta, è il “colpo del secolo”. A 3 anni è rimasto sordomuto a causa di una meningite: “Praticare questo sport è stata la mia salvezza”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Oh, mio Dio! Che colpo! È pazzesco". Lo stupore del telecronista che racconta la sfida di Ultimate Pool British Open spiega bene cosa è stato capace di combinare Carl Morris con la sua stecca da biliardo. Il video della traiettoria che è riuscito a imprimere alla palla, caricandola abbastanza di effetto da permetterle di superare altre tre di differente colore che ostruivano lo spazio, è da puro illusionista. Il resto lo fa il rumore sordo del tocco e della sfera che finisce in buca d'angolo.

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Una magia. E non è un'esagerazione definirla tale: a giudicare da quel che vedono gli occhi, si spiega anche perché il 47enne, ex campione del mondo, vincitore del titolo è conosciuto nel settore con il nomignolo di Houdini. È l'uomo delle giocate impossibili, di quelle che riescono (per usare uno degli esempi dei media inglesi) una su diecimila oppure, come nel caso specifico, una su centomila. Da sbatterci la testa. Da mandare in loop la sequenza per carpire il segreto di Morris, senza riuscire lo stesso a capire come abbia fatto.

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È quel che si dice un dono di natura. Per lui, che a 3 anni è diventato sordomuto a causa di meningite, il mondo del biliardo ha rappresentato la sua finestra privilegiata sul mondo. E anche oggi, dopo dieci di assenza dalle competizioni, Morris ha mostrato di avere nelle mani il fluido di sempre, il talento che gli permette di vedere, fotogramma per fotogramma, quale sarà la direzione della palla. Lui sa già come (e dove) andrà a finire.

A 14 anni ha rappresentato la sua contea del Kent, a 17 circa era già professionista, a 18 giocava per l'Inghilterra a livello nazionale e a 21 anni aveva vinto il titolo mondiale, diventando il giocatore più giovane di sempre a riuscirci. Ecco perché Morris è un fenomeno tale che uno dei commentatori scandisce l'emozione con parole del tipo "è uno dei colpi più grandi che abbiamo visto all'Ultimate Pool… è illegale".

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Alla BBC lo specialista del tavolo verde ha spiegato come giocare a biliardo lo abbia aiutato ad affrontare e superare il proprio handicap. Ne ha parlato come una sorta di "salvezza perché era uno sport in cui non avevo bisogno di comunicare".

Lo faceva nella maniera a lui più congeniale: manipolando la stecca come archetto d'un violino, accarezzando la sfera con sapiente maestria. Morris si schermisce, sorride. Lui stesso si stupisce. "Ho fatto alcuni tiri spettacolari in circa 30 anni di carriera, ma non credo di aver fatto niente del genere". Chapeau.

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