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I talebani vietano lo sport femminile in Afghanistan: “Volti e corpi non sarebbero coperti”

Le assicurazioni dei talebani sulla condizione delle donne sotto il loro regime in Afghanistan si sono rivelate false, se mai qualcuno avesse avuto nutrito speranze sul tema diritti femminili dopo la loro presa del potere. Lo sport è stato loro vietato, “perché non è necessario che lo pratichino”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nonostante le assicurazioni sulle condizioni di vita futura delle donne sotto il regime dei talebani, il nuovo ordine instaurato dai fondamentalisti non ha tardato a mostrare il suo vero volto, contestualmente all'insediarsi del nuovo governo ed alla volontà di dare una parvenza di ‘normalità' alla vita quotidiana del Paese. Ebbene, in questa normalità non è previsto che ci sia lo sport femminile. Il diktat arriva proprio da un esponente del neonato governo, ovvero il vicepresidente della commissione cultura dei talebani, Ahmadullah Wasiq, intervistato dalla TV australiana SBS.

"Non credo che alle donne sarà permesso di giocare a cricket, perché non è necessario che le donne giochino a cricket – ha detto Wasiq – Nel cricket potrebbero affrontare situazioni in cui il loro viso e il loro corpo non sarebbero coperti. L'Islam non permette che le donne siano viste così. È l'era dei media, ci saranno foto e video, e poi la gente li guarderà. L'Islam e l'Emirato Islamico dell'Afghanistan non consentono alle donne di giocare a cricket o praticare sport in cui vengono messe a nudo".

Nè cricket, dunque, per le donne, né tantomeno calcio, ovvero i due sport più diffusi in Afghanistan al di là del tradizionale Buzkashi, la battaglia su cavalli per assicurarsi una capra, resa famosa dal film Rambo III. Non è che fosse da farsi molte illusioni, visto il terrore con cui le calciatrici dell'Herat avevano implorato aiuto all'Italia, ricevendone la mano tesa. Alcune di loro sono riuscite ad arrivare nel nostro Paese e possono sperare in un futuro diverso dal dover stare chiuse in casa, salvo poter uscire solo velate e rigorosamente accompagnate da un uomo. Alla voce sport femminile in Afghanistan – da adesso fino al prossimo giro della Storia – ci sarà una triste casella vuota.

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