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Farsi una canna non sarà più doping: la Wada propone di togliere la marijuana dalla lista

Esclusioni come quella di Sha’Carri Richardson dalle Olimpiadi di Tokyo potrebbero non vedersi più in futuro nello sport mondiale. La squalifica della velocista statunitense per uso di cannabis aveva suscitato un dibattito che dopo quati tre mesi ha prodotto un primo passo ufficiale da parte della Wada: avviato uno studio per valutare se la cannabis debba essere tolta dalla lista delle sostanze vietate.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ad inizio luglio, poco prima dell'inizio delle Olimpiadi, Sha'Carri Richardson era stata clamorosamente esclusa dalla rassegna di Tokyo dopo essere stata trovata positiva alla cannabis in un controllo antidoping avvenuto durante i Trials di Eugene, in cui la 21enne velocista statunitense aveva spazzato via la concorrenza stampando un 10"86 nei 100 metri che la lanciava come favoritissima in Giappone.

Ed invece la sospensione di 30 giorni dell'estrosa ragazza dai capelli multicolori l'ha tolta dal lotto delle contendenti olimpiche, lasciando tutti i riflettori alla strepitosa giamaicana Elaine Thompson-Herah. Le regole sono regole e vanno rispettate, ma furono in molti in quel momento a giudicare spropositata la sentenza per una debolezza privata che non migliora in alcun modo allenamenti e prestazioni. Lo stesso ex mezzofondista e campionissimo inglese Sebastian Coe – oggi presidente della World Athletics, ovvero la federazione mondiale di atletica leggera – aveva caldeggiato la revisione della regola: "Penso che questo sia un momento opportuno, è sensato. Niente è scolpito nella pietra, ti adatti e rivaluti".

Ebbene, la campagna per depenalizzare la marijuana nello sport ha prodotto un primo passo ufficiale importante poco meno di tre mesi dopo la squalifica della Richardson: la Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, ha annunciato martedì che incaricherà un comitato consultivo di esaminare se la cannabis debba rimanere nell'elenco delle sostanze proibite oltre il 2022. La marijuana e altri prodotti a base di cannabis contenenti elevate quantità di THC sono attualmente tutti presenti nella lista, ma il loro utilizzo potrebbe essere permesso in futuro.

La Wada non ha menzionato specificamente il caso della Richardson nel suo annuncio, ma ha parlato di una possibile "revisione scientifica dello stato della cannabis" decisa in seguito alle "richieste di un certo numero di parti interessate". Nel frattempo, la marijuana e altri derivati della cannabis rimarranno sostanze proibite almeno fino alla fine del 2022.

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