80 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sha’Carri Richardson squalificata per positività alla cannabis: non parteciperà alle Olimpiadi

Sha’Carri Richardson non parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo 2020 perché è risultata positiva alla cannabis. La 21enne americana ai recentissimi Trials Usa aveva trionfato nei 100 metri, dove vanta un personale stagionale di 10”72 (il sesto tempo al mondo di sempre); ma non andrà in Giappone dopo la squalifica.
A cura di Vito Lamorte
80 CONDIVISIONI
Immagine

I sospetti delle scorse ore sono stati confermati nella mattinata di venerdì mattina nel corso di una diretta di uno dei principali talk show degli Stati Uniti: Sha'Carri Richardson ha confermato di essere risultato positivo alla cannabis durante le selezioni americane di Eugene, in Oregon. L'informazione era trapelata giovedì sera su diversi media americani e nelle ore successive è arrivata la conferma. La texana, vincitrice dei 100 metri in 10"86 doveva essere una delle grandi favorite alle Olimpiadi di Tokyo ma è stata sospesa per un mese dall'Agenzia americana antidoping (USADA) dal 28 giugno: non parteciperà ai 100 metri ai Giochi Olimpici.

"Sono umana": queste le parole di ieri di Sha’Carri Richardson sui social network erano già un'ammissione e ora sono arrivati i risultati. L'atleta classe 2000 aveva confezionato un tempo mostruoso ai Trails americani potrà dimostrare che l'assunzione della sostanza è avvenuta lontano dalle competizioni e che non le ha dato alcun vantaggio in gara ma la squalifica non le consentirà di partecipare alla prova individuale.

La sanzione di un mese di squalifica, dal 28 giugno fino al 27 luglio, le permetterebbe di partecipare ai Giochi di Tokyo ma la sanzione ha cancellato la sua vittoria ai Trials che le avevano garantito la qualificazione olimpica e quindi non potrà essere convocata in base alle regole del team americano. In un’intervista la Richardson ha detto di "assumersi la responsabilità delle mie azioni. So cosa ho fatto. So cosa dovrei fare e ho comunque preso io quella decisione. Non giudicatemi perché sono umana. Pochi giorni prima della gara era morta la mia madre biologica. Non sto cercando una scusa o alcuna empatia nel mio caso, ma questa cosa ha avuto effetto molto pesante per me".

Sha'Carri Richardson era una delle atlete americane più attese a Tokyo per la sue estrosità e per il suo modo di presentarsi in gara poco usuale: extension alla ciglia, gel alle unghie lunghissime, capelli di colori diversi ad ogni gara e una grande forza fisica e mentale.

80 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views