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Cosa aspettarsi dall’Italia del rugby nel Sei Nazioni 2024

Dopo il Mondiale torna il Sei Nazioni di rugby, con defezioni importanti e grandi novità. Noi abbiamo un nuovo tecnico e la voglia di stupire.
A cura di Jvan Sica
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In questo 2024 il rugby delle Nazionali riparte e non può che farlo dal Sei Nazioni, manifestazione in cui si andranno subito a pesare le rivoluzioni grandi e piccole che la World Cup autunnale ha portato con sé. L'Italia spera di vincere almeno una partita e proverà a evitare il cucchiaio di legno.

Si riparte da un’Irlanda che è rimasta delusa dal Mondiale (anche se i quarti contro la Nuova Zelanda sono stati meravigliosi, giocando alla pari con i vicecampioni del mondo) e che non ha più Sexton, il suo metronomo. Sarà la squadra favorita e la prima partita ci dirà già tanto, perché sfiderà l’altra grande squadra europea, la Francia, che a sua volta deve fare a meno di Ntamack e soprattutto di Dupont, il miglior giocatore del Sei Nazioni scorso che ha deciso di seguire il grande sogno di giocare nel torneo di rugby a 7 olimpico.

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Dietro di loro sicuramente il ruolo di outsider lo merita l’Inghilterra, che a sua volta non avrà uno dei suoi giocatori migliori, Farrell, e solo un mezzo passo indietro la Scozia che ha fatto molto bene nel Sei Nazioni 2023 (vincendo in Inghilterra) e venendo eliminata ai Mondiali solo perché inserita in un girone impossibile con Irlanda e Sudafrica. Infine il Galles, ancora in ricostruzione dopo alcuni anni interlocutori e poi ci siamo noi, con certezze e novità.

La più grande novità invece per quanto riguarda l'Italia è rappresentata dal tecnico, perché al posto di Kieran Crowley siederà sulla panchina azzurra Gonzalo Quesada. Altra bella ventata di aria fresca viene dai nomi nuovi che il nuovo tecnico ha chiamato in prima linea, Nocera, Rizzoli e Spagnolo e soprattutto da due recuperi fondamentali, Meloncello al centro e Lucchesi in prima linea.

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Essendo poi una squadra dall’età media bassa, per il resto non ci sono grandi trasformazioni, almeno per quel che riguarda i nomi. Il triangolo allargato vedrà sempre protagonisti Allan, (bravo a consolidare il ruolo di estremo nel Perpignan) Capuozzo e Ioane, i fratelli Garbisi saranno il mediano di mischia e di apertura e ci aspettiamo sempre tanto dalla nostra terza linea formata da Lamaro, Negri e Lorenzo Cannone, con il fratello Niccolò in seconda linea insieme a Ruzza.

Il calendario potrebbe darci più soddisfazioni di quello che pensiamo. Giocheremo due trasferte impossibili, in Irlanda e Francia (anche contro l’Inghilterra a Roma sarà molto dura), ma potremo avere due chance importanti contro la Scozia in casa e il Galles a Cardiff. Veniamo dal cucchiaio di legno dello scorso anno e abbiamo giocato un Mondiale onesto, perdendo però troppo male le due partite in cui ci serviva un miracolo contro Nuova Zelanda e Francia.

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A questo Sei Nazioni l’Italia potrebbe chiedere uno scatto in avanti, lottare da vicino anche contro le corazzate e cercare di fare il colpo grosso con le squadre di secondo livello. Non facile, ma un’Italia comunque in crescita potrebbe ambire a questo traguardo.

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