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Cosa aspettarsi dalla nuova Italia del rugby nel Sei Nazioni 2023: sarà un’altra storia

Dopo le vittorie di novembre conquistate contro Samoa e Australia, la giovane Italia di Kieran Crowley non deve fermarsi e giocare alla pari ogni partita del Sei Nazioni.
A cura di Jvan Sica
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Kieran Crowley, head coach dell'Italia e Michele Lamaro, capitano degli Azzurri al Sei Nazioni.
Kieran Crowley, head coach dell'Italia e Michele Lamaro, capitano degli Azzurri al Sei Nazioni.
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Fino al 19 marzo 2022, ultima giornata dello scorso Sei Nazioni di rugby, l’Italia ormai era una specie di barzelletta. Perdeva da sette anni senza soluzione di continuità, aveva giocatori nettamente inferiori agli avversari, tante squadre fuori dal Sei Nazioni bussavano per entrare additandoci come non degni e avevamo perso le quattro partite in programma di quel Sei Nazioni con perentori 0-33 contro l’Inghilterra e 57-6 in Irlanda.

Quel giorno però al “Millennium Stadium” di Cardiff accade qualcosa a cui non eravamo abituati: restiamo in partita nonostante le mete di Watkin, Lake e Adams grazie ai calci di Paolo Garbisi ed Edoardo Padovani. Al 78’ Ange Capuozzo fa una magia. Corre per 50 metri e manda indisturbato in meta Edoardo Padovani. Garbisi trasforma e vinciamo. L’ultima volta era successo il 28 febbraio 2015, in Scozia. Questa unica partita vinta contro una delle patrie del rugby mondiale ci rimette sulla mappa e accende i riflettori su una generazione di cui, sotto traccia, si diceva un gran bene da anni e che dopo quel 19 marzo acquisisce nuova forza.

Federico Ruzza è uno dei protagonisti più attesi nell'Italia.
Federico Ruzza è uno dei protagonisti più attesi nell'Italia.

L’estate, tra infortuni e cali di forma, non è eccezionale. Perdiamo contro la Georgia, una delle squadre che vorrebbe prendere il nostro posto nel Sei Nazioni e battiamo a fatica il Portogallo e la Romania. Ma è nei test match di novembre che ci riscopriamo ancora più forti e affamati. Vinciamo dominando contro Samoa per 49-17. Giochiamo una partita-manifesto con un rugby arioso, velocissimo e pieno di inventiva.

La partita successiva è contro altri “mostri”, l’Australia. A Firenze però accade di nuovo un miracolo: giochiamo alla grande ma la caratura dell’avversario è nettamente superiore rispetto a Samoa. Non molliamo però fino alla fine, quando prendiamo la meta del 28-27 per noi. C’è il calcio di Ben Donaldson che potrebbe dare la vittoria agli Aussie. Ma Donaldson sbaglia e noi battiamo per la prima volta nella storia la squadra australiana.

Stanchi per la partita durissima contro l’Australia chiudiamo il novembre mondiale del rugby con una sconfitta contro il Sud Africa per 21-63, ma ormai il nome dell’Italia torna a farsi sentire nel mondo del rugby. Domenica 5 febbraio inizia un altro capitolo, a cui arriviamo con nuove consapevolezze. Ritorna il Sei Nazioni e giochiamo subito in casa, all’Olimpico di Roma, contro i campioni uscenti della Francia.

Ange Capuozzo è la rivelazione degli Azzurri.
Ange Capuozzo è la rivelazione degli Azzurri.

La nostra squadra ha diversi punti di riferimento giovani, le cui partite internazionali con le squadre di club e in Nazionale hanno dato davvero tanto. La prima linea è buona, non al livello di quelle del passato e peccato l’assenza per infortunio di Gianmarco Lucchesi. Abbiamo due seconde linee toste e rapide, due giocatori moderni come Federico Ruzza e Niccolò Cannone. Se uniamo questa seconda linea ai tre di terza linea, che sono Lorenzo Cannone, Michele Lamaro, capitano della squadra e Jake Polledri che torna dopo due anni, ci rendiamo conto di avere davvero tutto per far paura anche alle squadre più grandi. Un mediano di mischia affidabile, Stephen Varney e uno di apertura capace di partite perfette e altre con troppi errori, come Paolo Garbisi o in sua sostituzione, Tommaso Allan.

Non abbiamo gli atleti meravigliosi che hanno altre squadre in posizione di centro, potendo schierare Luca Morisi e probabilmente il giovane Tommaso Menoncello e infine il triangolo allargato: una buona ala come Pierre Bruno, Edoardo Padovani dall'altra parte e come estremo quella che la World Rugby ha scelto come "Rivelazione dell'anno", Ange Capuozzo. Oltre a Lucchesi mancano almeno altri due pezzi pregiati per infortunio: Monty Ioane, ala che sarebbe davvero tanto servita e Halafifi come numero 8.

Il tecnico dell’Italrugby, Kieran Crowley, però non guarda a chi non c’è e per questo esordio contro i francesi ha affermato che serve continuare a costruire quello che di importante si è realizzato fino ad ora. Sarà un Sei Nazioni, come sempre, difficile con Galles e Irlanda, insieme alla Francia, da affrontare in casa, mentre fuori ci aspettano Inghilterra e Scozia.

Dobbiamo continuare a dimostrare di essere a un livello “da Sei Nazioni” e prepararci mentalmente per un altro obiettivo a breve termine, il Mondiale di Francia da disputarsi tra settembre e ottobre. Siamo in un girone assurdo con Nuova Zelanda e Francia (oltre a Namibia e Uruguay) ma questa Italia deve arrivarci con la consapevolezza di essere in grado di poter competere, iniziando dal banco di prova per eccellenza, il Sei Nazioni.

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