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Carli Lloyd, pallavolista incinta e offesa sui social: “Mi fermo e torno in America”

Il campionato di pallavolo italiano scatta domenica 20 ma tra le fila di Casalmaggior non ci sarà la palleggiatrice americana. Nei giorni scorsi aveva annunciato di essere in dolce attesa ed era stata attaccata duramente sui social. Adesso la decisione di dire basta. “Non voglio fare correre rischi al bambino. Non siamo professioniste e il mio contratto è carta straccia”.
A cura di Maurizio De Santis
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Dice basta e torna negli Stati Uniti. Carli Ellen Lloyd, la pallavolista di Casalmaggiore che nei giorni scorsi era stata coperta d'insulti sui social dopo aver annunciato di essere incinta, ha deciso di chiudere – almeno per il momento – con il volley, dedicarsi a se stessa, alla creatura che reca in grembo, alla propria famiglia. Tutti aspetti della sua vita che hanno un valore inestimabile e non vale la pena mettere in gioco o lasciare che l'odio "sotto Rete" li avveleni. La palleggiatrice americana, 31 anni, ha annunciato la decisione a margine della conferenza stampa di presentazione del campionato: prima gara in calendario il 20 settembre ma lei non ci sarà. Avrà già fatto rientro in California.

Ho deciso di fermarmi e tornare negli Stati Uniti dal mio fidanzato e dalla mia famiglia – ha ammesso Carli Lloyd -. Sapere di essere incinta e aspettare un bambino è stata una sorpresa bellissima ma anche difficile per la mia squadra. E devo dire che trovo molto strano parlare in conferenza stampa di queste cose piuttosto che una partita.

Il contratto con la Vbc Casalmaggiore s'interrompe così. È una scelta di vita precisa, dettata dalla necessità e dalla determinazione di volersi dedicare esclusivamente alla cura della propria creatura in questa fase molto delicata della gravidanza. Beneficerà di un parziale risarcimento elargito dal fondo di solidarietà per le atlete istituito nel 2018.

So che ci sono donne che hanno continuato ad allenarsi anche nei primi mesi della gravidanza – ha aggiunto la pallavolista americana – ma ho letto anche dei rischi e dei danni possibili che ne possono derivare. Ecco perché ho deciso di fermarmi. Oltretutto non siamo atlete professioniste e, per effetto di una decisione del genere, il mio contratto in questa situazione è come fosse carta straccia. Il mio, però, non è un addio alla pallavolo perché tornerò a giocare.

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