Cade lo Jannu Est, in lacrime sulla cima più selvaggia dell’Himalaya: “Per due notti appesi alla parete”

Due alpinisti francesi, Benjamin Védrines e Nicolas Jean, in puro stile alpino, cioè senza corde fisse né ossigeno artificiale, hanno compiuto un’impresa storica: hanno scalato lo Jannu Est dalla parete Nord, la più difficile. Un’ascesa straordinaria: da 30 anni chiunque ci aveva provato o aveva fallito o era morto.
A cura di Alessio Pediglieri
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A compiere la storica impresa, che per quasi trent'anni era fallita a tutti, sono stati Benjamin Védrines e Nicolas Jean che dallo scorso 15 ottobre sono diventati i primi in assoluto a raggiungere la cima dello Jannu Est, una vetta di 7.468 metri considerata tra le più difficili e selvagge di tutto l'Himalaya: i due alpinisti hanno aperto una nuova via sulla parete nord in puro stile alpino, cioè senza corde fisse né ossigeno artificiale. "In vetta siamo scoppiati in lacrime, dopo 4 giorni di scalata e due notti trascorse appesi alla parete, sembrava impossibile".

Védrines e Jean conquistano lo Jannu Est e aprono una nuova via, "La Posta in gioco"

Per Véderines e Jean non era la prima volta, lo Jannu Est li aveva già sfidati nel recente passato, sconfiggendoli. I due alpinisti francesi, accompagnati da Léo Billon, avevano già tentato la medesima impresa l'anno scorso, fallendo: erano saliti fino a 6.700 metri quando furono costretti a scendere a causa di un malore fisico di Billon, che venne colpito da mal di montagna. Poi, la voglia di ripetersi e di vincere, iniziata lo scorso 12 ottobre, dopo due mesi trascorsi in alta quota per acclimatarsi. I due alpinisti francesi hanno attaccato la parete più dura dello Jannu Est, partendo da 5.100 metri e raggiungendo i 6.200 metri in un paio di giorni. Poi, mercoledì 15 hanno conquistato la vetta himalayana, combattendo anche con raffiche di vento ad oltre 40 km/h e aprendo una nuova via cui hanno dato un nome più che simbolico, "Le sommet des pieux", "la posta in gioco".

Védrines: "Lacrime agli occhi, un sogno diventato pura realtà"

La soddisfazione è stata enorme, debitamente documentata anche sui propri profili social: "Raggiungere la vetta del Jannu Est è senza dubbio il più grande risultato della mia carriera alpinistica" ha spiegato Benjamin Védrines. "A volte una salita può cambiarti la vita e credo che questa lo abbia fatto. Abbiamo scalato in puro stile alpino, solo noi due, leggeri e veloci, affrontando terreno ripido e tecnico misto. Ogni giorno lassù è stata una lotta tra impegno e lucidità. Quando abbiamo raggiunto la cima, ci sono venute le lacrime agli occhi: era un sogno che si era finalmente avverato".

Jean: "Avevamo una strategia contro un'ascesa che sembrava impossibile"

Difficoltà e momenti difficilissimi anche nei racconti di Nicolas Jean: "E' stato un sogno d’infanzia che si avvera. Una vetta vergine, una grande parete, lo stile alpino, l’alpinismo tecnico… e soprattutto un compagno di cordata di cui ti fidi ciecamente… Avevamo già provato la montagna in passato" ha ricordato Jean che poi ha svelato come siano riusciti a superare se stessi e lo Jannu Est: "Siamo ritornati più forti, con una strategia e un atteggiamento migliori, e questo ha fatto la differenza. Abbiamo impiegato quattro giorni di salita, siamo rimasti per due notti appesi alla parete… alla fine questa è la ricompensa: una prima ascensione che sembrava quasi impossibile"

Lo Jannu Est, la vetta impossibile: da 30 anni solo fallimenti e morti

Lo Jannu Est è considerata da sempre una delle cime himalayane insuperabile: da quasi 30 anni si sono susseguiti tentativi, tutti puntualmente falliti e diversi di questi anche in modo tragico. Dal 1991 mai nessuno era riuscito a tanto, da quando in quell'anno ci provò la prima spedizione che abbandonò la vetta a 7.050 metri a causa del maltempo, così come accadde l'anno successivo (però a quota 7.100 metri). Sempre nel 1992, si registrò la prima morte nel tentativo di scalare lo Jannu Est, con un alpinista, Damjan Vidmar, che scivolò su una roccia, cadde in acqua e scomparve nei pressi di Tillok.  spedizione. Nel 1996, lo Jannu East costò la vita anche a Bojan Pockar e Ziga Petric a causa di una valanga e nel 2022, un'ultima spedizione tentò di raggiungere la vetta, inutilmente: malattie e e maltempo furono determinanti per porre fine alla spedizione.

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