Boxe, verdetti contestati: sospesi 36 arbitri e giudici di Rio 2016

Brutte notizie per i 36 arbitri e giudici che sono stati impegnati nel torneo di pugilato delle Olimpiadi di Rio. L’AIBA, ovvero l’Associazione mondiale della boxe dilettantistica ha deciso di sospenderli in blocco in attesa della conclusione dell’indagine relativa al loro operato durante la manifestazione brasiliana andata in scena nella scorsa estate. Una decisione che nasce dalla necessità di fare chiarezza su una serie di verdetti che hanno fatto molto discutere. Diversi gli atleti che hanno gridato allo scandalo, o denunciato oltre ad una scarsa preparazione degli arbitri, anche la possibilità di un loro operare in malafede.
Eclatante per esempio il caso di Evgeny Tishchenko che nei quarti di finale aveva battuto il nostro portacolori Clemente Russo. Nella finale dei pesi massimi l’atleta russo, è stato premiato dal verdetto sull’avversario kazakistan Vassiliy Levit con una decisione fortemente contestata dal pubblico che ha fischiato rumorosamente il vincitore. Non ha usato mezzi termini anche l’irlandese Conlan battuto dall’altro russo Nikitin che ha fatto riferimento nelle interviste post gara di “giudici corrotti” con tanto di dito medio agli stessi sul ring. Situazioni tese dunque che hanno spinto l’AIBA a prendere provvedimenti, pur respingendo al mittente le accuse di malafede e corruzione.
Questa la nota dell’associazione internazionale a motivare la sospensione dei 36 addetti ai lavori: “Mentre la maggior parte degli incontri di pugilato di Rio 2016 è stata accolta molto positivamente, un piccolo numero di decisioni è sotto indagine ed ha portato a discutere all'interno dell'AIBA se fare delle modifiche. Le prime decisioni sono state prese direttamente in loco. I risultati di una specifica indagine su arbitri e giudici, attualmente in corso, permetteranno di valutare pienamente quali azioni intraprendere. Il sistema di giudizio non potrà mai diventare il capro espiatorio per i pugili che ottengono risultati deludenti".