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Arriva ultimo alla Maratona di New York ma è una vittoria: aveva perso le gambe nel 2019

Maratona di New York 2025, l’eroica impresa di Juan Pablo Dos Santos: senza gambe completa la corsa in 15 ore e conquista il pubblico con la sua storia di resilienza.
A cura di Marco Beltrami
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Juan Pablo Dos Santos è l’ultimo classificato alla Maratona di New York 2025. Il venezuelano ha ricevuto una vera e propria ovazione al momento del taglio del traguardo, dopo 15 ore e 21 minuti. Una storia particolare quella di questo ragazzo, che ha gareggiato con delle protesi al posto delle gambe, perse in un incidente stradale. La sua è una vittoria su tutti i fronti.

Juan Pablo Dos Santos arriva ultimo alla Maratona di New York

Volere è potere per Dos Santos, che non si è lasciato scoraggiare dal suo handicap ed è riuscito a realizzare il suo sogno. Era il 2019 quando, per sfuggire a un tentativo di rapina, fu vittima di un incidente in cui si salvò per miracolo. Purtroppo, però, da quel momento dovette dire addio alle sue gambe, che i medici furono costretti ad amputare. Dopo lo shock iniziale, Dos Santos ha cercato di mettere la sua esperienza al servizio degli altri.

La storia di Dos Santos

Dopo essere diventato un oratore motivazionale, il 26enne ha scritto anche dei libri sul ricominciare da capo. E ora ecco l’ultima sfida: completare l’iconica Maratona di New York. Con le lame al posto delle gambe e un passo costante, il venezuelano dopo 15 ore è riuscito a terminare la gara, praticamente a notte fonda. Ad attenderlo un gruppo di persone e 30 connazionali che lo hanno accompagnato in questa impresa.

Applausi, abbracci e anche un coro con l’inno nazionale. Tutto documentato nella diretta video realizzata per l’occasione. Una gioia infinita per Dos Santos, che ha condiviso sui suoi social media una foto con la medaglia di partecipazione e la frase: "Ce l’ho fatta". Prima dei 42 chilometri della Grande Mela aveva dichiarato: "Il mio obiettivo è dimostrare che la resilienza venezuelana può ispirare il mondo". A Union Radio ha poi spiegato di aver gareggiato anche per i giovani amputati: “Dobbiamo farlo, soprattutto per i bambini che ci guardano. Oggi possono vederlo in modo più tangibile e capire che avranno l’opportunità di realizzare i loro sogni, qualunque cosa abbiano o accada".

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