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Alice Volpi: “Dopo Parigi criticata anche per il mio peso. C’era voglia di polemica, mi ha ferita”

Alice Volpi ha raccontato a Fanpage la sua straordinaria avventura nell’universo della scherma, attraversata da grandi soddisfazioni e due enormi delusioni olimpiche: “Ma punto a Los Angeles, sarà lunghissima e me la dovrò meritare ma mi son rimessa già in gioco”. Un’avventura in pedana in cui ha trovato anche l’amore di un altro campione azzurro, Daniele Garozzo, fermato alla vigilia di Parigi da problemi cardiaci. “E’ cambiato improvvisamente tutto, Difficile quando ti tocca personalmente”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alice Volpi è reduce dalla delusione olimpica di Parigi, dove ha fallito la zona medaglia nel fioretto individuale, così com'era accaduto anche a Tokyo. Ma il sogno a cinque cerchi resta intatto: "Los Angeles. E' lunga, difficile e me la dovrò guadagnare. Ma mi sono rimessa in gioco".

Come fa ogni volta che sale in pedana, che ha caratterizzato quasi tutta la sua vita, coinvolgendo anche la sfera sentimentale: "Con Daniele [Garozzo, ex schermidore e suo attuale compagno, ndr] ci siamo conosciuti da giovanissimi. Abbiamo fatto tutto il percorso insieme… Poi d'un tratto tutto è cambiato". Proprio alla vigilia di Parigi, per problemi cardiaci che l'hanno obbligato al ritiro, richiamando da vicino un'altra vicenda che Alice Volpi conosce bene, di Edoardo Bove: "Sono una grandissima fan della Fiorentina, non appena posso vado allo stadio" ha ricordato nella sua chiacchierata a Fanpage.it. "Eh, sì, ero presente quella sera: è stato davvero bruttissimo. Poi io mi sono sentita toccata personalmente…"

Si è presa la pausa che si era ripromessa subito dopo Parigi?
Sì, Anche se l'avrei fatta più breve se avessi saputo la fatica da fare dopo. Anche se la mano schermistica non l'ho persa assolutamente il fisico e il fiato sono ancora da ritrovare. E' stata la mia più grande pausa da quando gareggio.

Il ritorno alle gare com'è stato?
Soffro molto. È normale, mi piace tanto vincere e a queste gare sento che faccio fatica, vorrei fare alcune cose. Sto ritrovando le sensazioni giuste e la voglia di tornare in pedana.

In che senso, l'aveva persa?
Diciamo che dopo Parigi, anche se ho portato a casa una bella medaglia, l'Olimpiade è stata un po' anche una delusione a livello individuale e quindi avevo voglia di staccare per ritrovare gli stimoli giusti e rimettermi in pedana al meglio.

Per quale obiettivo?
Los Angeles

Quindi non è vero che questa sia stata la sua ultima Olimpiade come si era detto…
No, ma me la devo guadagnare. Mi sono rimessa in gioco e ho tutto il tempo del mondo per riuscirci.  Sarà dura perché comunque tante ragazze stanno facendo bene, ma non mollo.

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Sarebbe la sua terza Olimpiade, due in pedana e una da spettatrice: quale ha vissuto con meno ansia?
A Rio ero ospite… ho sofferto sicuramente molto meno, è stato molto più divertente. A Parigi è stata dura, noi nelle nostre possibilità ce l'avevamo la vittoria, venivamo comunque da un europeo e un mondiale vinto.

Cosa non ha funzionato?
Ci ha fregato un po' la pressione e l'evento olimpico, anche per le new entry che hanno sentito molto la gara. L'Olimpiade è una gara talmente strana che ti toglie 1.000 energie in più di quelle di quelle che penseresti di dover sprecare. Tutto l'insieme a livello mentale ci ha portate a non riuscire a vincere l'ultimo assalto.

Un risultato inaspettato soprattutto nel fioretto abituato a regalare vittorie sempre e comunque. Come avete affrontato le critiche?
L'Olimpiade è particolare anche per il fatto che è super seguita. Noi durante la stagione facciamo tantissime gare, tra Coppe del Mondo, Europeo e Mondiali e non sentiamo mai un pubblico così presente. Sentire tante critiche, ovviamente, non fa piacere però è vero anche che siamo abbastanza abituate perché o vinciamo nel fioretto oppure è andata male la gara.

Senza vie di mezzo: ma non è sbagliato?
Anche se non dovrebbe essere così, è così e ovviamente noi ci stiamo male, anche perché siamo le prime che facciamo molta autocritica. Io ad esempio faccio anche molta autocritica, quindi sì: so che sicuramente qualcosa non è andato per il verso giusto e accetto le critiche. Quasi tutte.

Ci sono state alcune che l'hanno particolarmente ferita?
Tanti magari al momento di criticare vanno anche un po' sul personale, sull'aspetto fisico, su qualche chilo di troppo… Almeno nei miei confronti: quelle un po' feriscono, ma perché sono anche io che un po' subisco questa cosa. Ma non posso farci nulla… mi piace tanto mangiare e non ce la faccio, ci provo diciamo. Ma nessun problema serio: è un po' un vezzo proprio per cercare la polemica.

Tornando in pedana a Parigi: come ha vissuto la finale in cui ha perso il bronzo?
E' stata la seconda… prima di Parigi c'è stata Tokyo. Forse mentalmente la subisco, perché a parte ai Giochi non facciamo mai la sfida per il terzo e quarto posto: quella è l'unica gara dove c'è e quindi non siamo nemmeno abituati.

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Una questione prettamente mentale?
Diciamo di sì: sei là per vincere la finale per l'oro quindi una volta che perdi ti scarichi. Ti svuoti dentro e ovviamente ritrovare nel giro di un'oretta la giusta forza di rimettersi a lottare non è facile. E' vero che mi era già successo e questa volta ho sbagliato, ho sbagliato perché dovevo reagire e e non ci sono riuscita e quindi è una delusione che mi porto dentro per che so che avrei potuto fare meglio. So quanto era importante un bronzo individuale che, scambiato con niente è veramente tanto.

Però poi ha dato il suo contributo all'argento a squadre un paio di giorni dopo. Com'ha fatto a resettare?
C'era tanta volta voglia di rivalsa da parte di tutte perché comunque abbiamo dominato la stagione e non riuscire a nessuna delle tre a vincere una medaglia individuale è stato un bel colpo. Poi siamo un bellissimo gruppo, ci siamo supportati a vicenda e questo legame sicuramente ci ha aiutato a ritrovare le forze per gareggiare.

Ha parlato di legame: quanto è fondamentale averlo su e giù dalla pedana?
Diciamo che la storia ci insegna che anche se non si va d'accordo, si vince. Lo stesso soprattutto nel fioretto femminile… Però devo dire che è molto più piacevole avere questo tipo di rapporto che abbiamo noi, è molto più bello così. E poi in gara sentire comunque la fiducia della squadra, che se le cose non vanno hai comunque una spalla dove appoggiarti uno si sente molto più più sereno e tranquillo.

Lei ha avuto dei punti di riferimento nella scherma alla quale si è ispirata o si ispira ancora?
Io mi sento a mio modo unica ma ammiro tutte. Ammiro Valentina Vezzali anche se la ritengo moltissimo lontana da me. Ammiro Elisa Di Francesca che è stata sempre una super campionessa. E poi Giovanna Trellini che è stata anche la mia maestra. Con lei c'è un filo particolare: è la persona con cui credo di di essere più simile sotto tanti aspetti, soprattutto per la fatica di allenarsi.

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Perché il fioretto come arma?
Avevo 7 anni e di solito inizi con il fioretto, poi nella mia sala di scherma a Siena c'erano tutte e tre le armi, quindi da under 16 ho fatto anche le altre armi perché mi divertivo molto a provarle tutte e tre. Ovviamente poi non è possibile portarle avanti tutte e nel fioretto ho visto che c'era molto margine di miglioramento e quindi poi sono rimasta nel fioretto.

E la scelta della Polizia?
Mi ricordo che avevo 18 anni: l'ingresso in Polizia è stato un sogno che si avverava perché ti rendi veramente conto che quello diventa il tuo lavoro, che potrai fare quello nella vita e soprattutto è una grande mano anche per la famiglia. E sono molto grata, perché è anch'essa una famiglia pazzesca, siamo molto uniti, ci ritroviamo spesso con con gli atleti anche di altri sport e spero di mantenere i rapporti per tanto tempo.

La scherma ha caratterizzato anche la sua vita privata, come la vive la sua famiglia?
Mamma la prende sempre molto bene, ha festeggiato tantissimo per il mio quarto posto, mentre io ero sotto un treno lei sorrideva. Quindi mi metteva di buon umore, era felice, vede sempre il lato positivo delle cose. Papà invece subisce di più: non lo posso nemmeno guardare e anche se non parla, già lo so che è lì che soffre.

E le ha fatto conoscere anche l'amore, giusto?
Sì, con Daniele [Garozzo, ex schermidore azzurro, ndr] ci siamo conosciuti giovanissimi… avevamo 14 anni. Abbiamo fatto tutto il percorso insieme.

E ora che si è ritirato, qualcosa è cambiato nel vostro rapporto?
Sì, è cambiato lui e glielo faccio anche notare perché adesso, ovviamente, quando entri nel mondo del lavoro ti evolvi un po'… l'età avanza, ma noi in pedana non ce ne rendiamo conto.

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Cioè?
Siamo sempre dei ragazzini un po' stupidotti che vanno in trasferta, fanno le gare, escono, visitano i posti. Non abbiamo il peso di doverci svegliare alla stessa ora tutte le mattine per andare al lavoro con delle responsabilità, è tutto comunque nelle nostre mani e riferito a noi stessi. Oggi lui è diventato uomo e un po' mi dà fastidio perché è molto più serioso, impegnato, tutto preciso e mi prende anche un po' in giro: "Cos hai fatto oggi? Ah ti sei allenata? Vabbè, quando inizierai a lavorare, dimmelo…"

A proposito del vostro rapporto, lui si è ritirato quasi senza preavviso, poco prima di Parigi: può aver inciso mentalmente sulla sua Olimpiade?
Premesso che quello che succede in gara è tutta responsabilità mia, ovviamente può aver influito. In questo sono molto sensibile perché sono molto legata agli affetti in generale ed è stato un periodo molto difficile perché sentivo la sua sofferenza e soffrivo insieme a lui anche se ha cercato sempre di non farmelo pesare, di non farmi notare quanto stesse male.

Momenti duri, anche per la carriera di Daniele: come avete affrontato tutto ciò?
Siamo passati da due mesi prima delle Olimpiadi a fare tutto insieme a lui che invece doveva cercarsi un'altra strada. E quindi c'è stato un fortissimo cambiamento che mi porto tutt'ora perché adesso lui fa completamente un'altra cosa. Fa il medico, è fuori 12 ore al giorno per lavoro, poi è anche vicepresidente della federazione e quindi non ci vediamo mai da che ci vedevamo tutti i giorni in palestra.

Riguardo a Parigi lui cosa le ha detto per com'è andata?
No, lui mi ha supportata ma è stato anche onesto, ciò mi ha detto è stato un po' doloroso, ma anche uno stimolo. Mi ha detto che quell'assalto l'avevo buttato un po' via e che dovevo prendere atto di questa cosa e che avrei dovuto lavorarci su anche sotto l'aspetto mentale. E' stato una spalla e comunque mi ha detto la verità e questo non può far che bene. Alla fine ho perso con la campionessa olimpica in carica.

A proposito di livello, a che punto è la scherma italiana?
Sicuramente siamo a un livello altissimo ma possiamo ancora migliorare. Penso che molti ci ritengano ancora superiori, anche se ci sono gli Stati Uniti che hanno lavorato veramente bene anche prendendo spunto da tanti maestri europei. Probabilmente è frutto di un lavoro in cui si concentrano molto di più sulla quantità di assalti e questo probabilmente li porta a stare in pedana con una facilità in più alzando il livello di stanchezza. E poi non lo so, io noto in loro questa spavalderia, non le vedo mai in tensione, probabilmente sbaglio, però mi danno l'impressione di vivere tutto molto serenamente.

Daniele è entrato anche in Federazione: si sta facendo un percorso corretto anche per far crescere l'ambiente giovanile della Scherma italiana?
Daniele mi tiene all'oscuro di qualsiasi cosa, provo a origliare ma comunque tutte le cose federali le tiene in privato. Però so che hanno tantissimi progetti, tanta voglia di di migliorare, di far conoscere di più anche la Scherma, di aumentare il numero di iscritti e sicuramente stanno lavorando tanto. Lo vedo a casa, non si ferma un secondo, non si stacca dal telefono. Ci stanno mettendo veramente l'anima, quindi ne verrà sicuramente qualcosa di buono. Di certo bisogna lavorare anche sulla visibilità, io con i social ho un rapporto particolare. Per giorni pubblico e per altri nulla. Dipende dall'umore e dal periodo, ma ci sto provando a raccontarmi.

Come il suo amore per la Fiorentina? 
Sì e sono felicissima di come stanno andando le cose. Appena posso vado allo stadio,. Mi dà delle emozioni fortissime, soprattutto nelle giornate in cui magari fai fatica a trovare delle passioni.

Era presente quando è successo il dramma di Bove allo stadio?
Sì, ero allo stadio, è stato veramente brutto. Poi l'avevo conosciuto personalmente, per via dell'università alla Luis. Mi è sembrato veramente un ragazzo in gamba, poi ovviamente sono cose che non dovrebbero succedere a nessuno. Io soprattutto mi sono sentita anche un po' toccata perché è più o meno è stata la problematica che ha colpito Daniele e lo ha costretto al ritiro.

Problemi di natura cardiaca, ma Daniele non ha avuto la necessità di defibrillatore, giusto?
Per fortuna no, ha avuto dei problemi cardiaci che non si sa perché da un momento all'altro sono usciti fuori. Così l'hanno fermato perché aveva tutti i valori che non rispettavano le soglie richieste. Però non ha avuto bisogno di nessun apparecchio.

Per le leggi italiane non viene più data l'abilitazione sportiva, lo ritiene corretto?
Diciamo che questo protocollo c'è per la nostra sicurezza, quindi sicuramente è un bene. Poi quando ti tocca in prima persona non sai mai come puoi reagire: Daniele ha provato in tutti i modi a trovare una soluzione perché per lui comunque è stata veramente dura. Quindi è difficile, è difficile capire cosa si possa o si debba fare: penso che se c'è una regola che possa decidere per te, sia corretto, anche perché la vita è più importante di qualsiasi altra cosa.

Cosa farà Alice Volpi da grande?
Ho tante idee e mi sto trovando molto bene in questo percorso universitario, mi manca poco alla laurea in scienze politiche. Mi piacerebbe fare un master, sempre restando nel mondo sportivo che possa essere o di giornalismo o di management e mi piacerebbe la lavorare nel calcio.

Con quale mansione?
Ancora non lo so, è quello che devo capire. In realtà andrei a lavorare alla Fiorentina anche per risistemare il campo da calcio. Il mio sogno sarebbe lavorare nella Fiorentina, però anche nel calcio in generale, cioè mi piace proprio il calcio. Beh, non si sa mai, magari qualcuno della Fiorentina ci sentirà e e aguzza le orecchie…

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