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Il travestimento a tema Jeffrey Dahmer va a ruba per Halloween, ma l’e-commerce ne vieta la vendita

I più noti siti di e-commerce hanno rimosso le inserzioni che promuovono travestimenti a tema Dahmer in base alle politiche sui crimini violenti. È vietata la presenza di annunci sulla piattaforma che possano in qualsiasi modo glorificare o promuovere la violenza.
A cura di Giulia Turco
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È successo con Squid Game, prima ancora con La Casa di Carta. Ora anche la serie Netflix ispirata a Jeffrey Dahmer ha dato vita ad un fenomeno mediatico e culturale che ben si presta ai travestimenti di Halloween. Peccato che in questo caso i principali siti di e-commerce ai quali il grande pubblico fa affidamento, vietano la vendita di articoli correlati a crimini violenti.

Vietata la vendita di costumi che promuovono la violenza

Ecco perché il noto sito di e-commerce Ebay ha dovuto rimuovere tutte le inserzioni dei venditori che proponevano travestimenti a tema Dahmer in vista di Halloween. “Posso confermare che questi articoli sono stati banditi e rimossi in base alla nostra ‘Politica sulla violenza e sui crimini violenti‘" ha fatto sapere un portavoce della piattaforma a Enterteinment Week. Il sito di vendita infatti vieta di proporre merce che possa in qualsiasi modo promuovere o glorificare la violenza, così com i film che possano contenere stupri, torture, scene del crimine, cadaveri o parti del corpo di un defunto.

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Gli escamotage per vendere i travestimenti

Alcuni venditori tuttavia hanno trovato il modo per aggirare il divieto. Basta evitare di inserire ogni possibile riferimento alla serie o alla persona di Jeffrey Dahmer per caricamento dell'annuncio. Facendo una breve ricerca online infatti si può ben notare che su Ebay come su Amazon sono disponibili una serie di prodotti che richiamano il personaggio senza mai citarlo palesemente. Ad esempio occhiali dalla montatura metallicaparrucche bionde a caschetto e persino maschere con il volto di Evan Peters, l'attore che interpreta il ruolo del protagonista. La spettacolarizzazione della vicenda, ad ogni modo, ha indignato non poco le famiglie delle vittime, lamentando una scarsa sensibilità a favore del business del colosso dello streaming. In una recente intervista a The Guardian ad esempio, Shirley Hughes, madre della vittima Tony Hughes, ha criticato la serie per come lei e suo figlio siano stati rappresentati: "Non vedo come possano usare i nostri nomi e mettere fuori cose del genere là fuori."

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