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Viaggi Pazzeschi su Tv: Hasta la Victoria (Cabello) siempre, l’Alberto Angela del disagio

Viaggi Pazzeschi convince all’esordio: Tv8 ci regala il ritorno di Victoria Cabello in uno show itinerante a metà strada tra Mai Dire Banzai e Mille Modi per Morire. Il tutto condito in salsa spietatamente sarcastica. Le prime due tappe, Helsinki e Parigi, sono già cult.
A cura di Grazia Sambruna
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È grazie a Victoria Cabello, nei panni della più incredibile delle guide turistiche in Viaggi Pazzeschi su Tv8, se oggi sappiamo che in Finlandia anche il concerto di Natale è heavy metal, esistono ruote panoramiche con cabine-sauna e l’aurora boreale è “qualcosa che succede quando le particelle solari cazzeggiano con l’atmosfera”; a Parigi, poi, la gente “omaggia” la tomba di Jim Morrison appicciando cicche a un tronco d’albero che sorge di fianco alla lapide del frontman dei Doors. Inoltre, si può fare sci nautico sulla Senna, anche se ha le più acque inquinate di una pozza di petrolio e cela ordigni bellici inesplosi.

Da martedì 23 maggio, è finalmente tornata ad allietarci la prima serata con Viaggi Pazzeschi su Tv8. Al suo fianco, l’amico da 20 anni Paride Vitale con cui ha già trionfato nella scorsa edizione di Pechino Express.

Questo esordio è stato qualitativamente un trionfo e non è stato solo per una questione di mancanze. Lei, Victoria Cabello, ci è mancata sì molto nella tv negli ultimi anni, ma ciò non implicava che sarebbe riuscita necessariamente a convincere con la stessa forza di un tempo. Analizziamo i motivi per cui Viaggi Pazzeschi, a metà strada tra Mai Dire Banzai e Mille Modi per Morire in salsa ironica, è, invece, già un piccolo grande cult.

Lo show si regge completamente sullo sguardo di Victoria Cabello. La sua prospettiva renderebbe esilarante qualsiasi situazione, anche la più sciagurata. Come una specie di Joker compagnone, reagisce con risate e sarcasmo sparso a ogni circostanza potenzialmente letale o comunque molto scomoda a cui i local, italiani che vivono da tempo nelle città che Cabello va a visitare, la sottopongono. Più ritroso Vitale che, armato di ipocondria e razionalità, fa da controcanto perfetto all'entusiasmo di Victoria.

Ecco, forse è proprio questo il motivo per cui Viaggi Pazzeschi funziona così bene: l’entusiasmo. Cabello, novella Alberto Angela del disagio, affronta il gelo della Lapponia (si arriva a – 40 gradi) non per dimostrarsi coraggiosa e senza paura, ma per vedere l’effetto che fa calarsi in una pozza d’acqua ghiacciata prima con e poi senza tuta in neoprene. Non c'è nulla di scientifico in ogni impresa. La nostra sembra pensare, costantemente, che sarà divertente, quindi che fa? Si butta. Mentre Paride la guarda scuotendo il capo, sicuro di essere diretto verso morte certa.

Se molto è affidato al voice over, ciò che impreziosisce davvero lo show itinerante sono le reazioni a caldo dei due sciagurati protagonisti. In particolare, quelle di Victoria. Non sappiamo quanto ci sia di scritto, ma abbiamo idea che, immersa in una palude ghiacciata, possa risultare ben difficile ripetere a memoria un copione. E si vada di buona la prima. Così, fioccano perle di saggezza universale come “un bono non arriva mai gratis” quando appare Lee, come profetizzato, portatore di ulteriori glaciali sventure.

Lo stressante inseguimento dell’aurora boreale chiude l’avventura in Finlandia, a quanto pare, il “Paese più felice del mondo”. Forse anche grazie ai campionati di hobbyhorse e alle gare di corsa con moglie in spalla: chi vince, viene premiato con un quantitativo di birra corrispondente al peso della consorte. Poi, l’heavy metal al supermercato e Samuel, il local di Ostia che insegna a Paride e Victoria a “cantare gutturale” direttamente dal palco del suo locale pieno di darkettoni che amano il karaoke. Il momento in cui parte Maledetta Primavera in finlandese è da TeleGatto.

Anche la capitale francese, comunque, presenta le sue bizzarre insidie: il giro nelle catacombe con tanto di seduta spiritica, il can can con cui i nostri eroi si cimentano senza alcuna preparazione durante un vero spettacolo di cabaret. Victoria ci prova, non ci riesce e persiste. Salvo poi tornare in camera e sentirsi via zoom con Paolo, il suo “pulitore di energie”. E di energie Cabello ne ha davvero a damigiane, è una fonte inesauribile di spontanea vivacità. Alla faccia di una tv sempre più ingessata, l’uragano Victoria spariglia e convince ancora, come se non ci fossimo mai persi di vista.

Un plauso a Tv8 per averci regalato, nel giro di un paio di sere, il ritorno della Gialappa’s e quello di Victoria. Ridere è una cosa seria e l’estremo bisogno di leggerezza è questione fin troppo spesso ignorata dalla generalista. O mal appagata. Il mondo visto con occhi “Very Victoria” è irresistibile perché lei non ha bisogno di stare a X Factor, lei è l’X Factor. Possiede, da sempre, una scintilla ineffabile che la rende prodigiosamente incline, per indole, al cazzeggio spettacolare. Sarebbe un crimine negarle sempre più spazio in palinsesto, anche su suolo italiano. Magari in uno studio, con ospiti da intervistare per un late show al femminile che farebbe mangiare la polvere alle tante copie sbiadite che si sono avvicendate nel tempo senza riuscire a cogliere nemmeno un centesimo dello “Shining” originale. Se lo merita, ce lo meritiamo. Hasta la Victoria siempre!

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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