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Suicidio Zaccaria, il creatore de Le Iene Davide Parenti: “Libertà di cronaca non negoziabile”

Il patron del programma torna sul caso della morte di Roberto Zaccaria avvenuta pochi giorni dopo la messa in onda del servizio de Le Iene: “Da allora non smettiamo di domandarci qual è il limite”, ma aggiunge: “Alzeremo il livello di guardia, cambieremo alcune modalità di approccio ai fatti e alle persone, ma non la nostra attenzione alla società”.
A cura di Andrea Parrella
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A giorni di distanza dallo scoppio del caso Le Iene legato alla morte di Roberto Zaccaria, interviene pubblicamente il patron del programma, Davide Parenti, autore della trasmissione ultra ventennale che attraverso una lettera aperta ha risposto a dubbi e perplessità emersi nei giorni scorsi sul metodo del servizio, commentando anche le parole dell'amministratore delegato del gruppo, Piersilvio Berlusconi.

Parenti ha scritto una lettera riportata da Prima Online con le sue considerazioni, non negando il turbamento degli ultimi giorni dopo il suicidio di Roberto Zaccaria, l'uomo 64enne inseguito dalla iena Matteo Viviani in quanto individuato come responsabile del catfishing nei confronti del 24enne Daniele, convinto per mesi di conversazioni di avere a che fare con una donna. Dopo aver ripercorso la vicenda brevemente ed essere arrivato al passaggio del suicidio, Parenti premette: "Da allora non smettiamo di domandarci qual è il limite, come bilanciare il diritto a fare informazione su fatti importanti e il diritto alla privacy, anche quella di chi è responsabile di questi fatti".

Poi l'autore de Le Iene entra nel dettaglio e spiega: “Chi fa il nostro lavoro si muove sul filo sottile della libertà di cronaca, una funzione delicatissima, per questo tutelata dalla Costituzione e disciplinata dalla legge. C’è poi un terzo elemento di cui chi fa comunicazione non può non tenere conto, la sensibilità collettiva, che negli ultimi anni ha fluttuato in modo continuo". Il creatore de Le Iene si sofferma quindi sull'aspetto della narrazione secondo la quale il suicidio di Zaccaria sia riconducibile necessariamente al servizio del programma di Italia 1 (sulla questione è stata aperta un'inchiesta):

Molti oggi vorrebbero collegare il gesto di Roberto Zaccaria al fatto di essere stato incalzato da un nostro inviato, perché ha trovato il suo modo irruente, violento. Eppure esiste una differenza tra sensibilità e nesso di causalità.

Le parole di Pier Silvio Berlusconi sul servizio

Nel rispondere alle parole di Berlusconi, che aveva sottolineato come quanto andato in onda non gli fosse piaciuto, augurandosi non accadesse più, Parenti scrive: "Al nostro editore, come ad altri, il servizio non è piaciuto, ed è legittimo. Quello che facciamo può non piacere, è migliorabile – siamo esseri umani. La nostra libertà di farlo non è negoziabile col gusto di una platea, per quanto ampia. Alla domanda se il “giornalismo estremo che praticano ‘Le Iene’ fatto di inseguimenti per strada possa andare avanti in questo modo”, il nostro editore ha risposto che “dire basta a un certo tipo di giornalismo sarebbe come tornare indietro invece che andare avanti, qualsiasi altro programma di informazione di Mediaset e non (lo pratica)”, un’affermazione che condividiamo".

Parenti: "Non cambieremo"

Parenti rivendica quindi buona parte dei casi sollevati dal programma in questi ultimi anni, da quelli che hanno attirato plausi dell'opinione pubblica a quelli più criticati e chiude con questo passaggio la sua lettera: "A sessantacinque anni ogni giorno ancora imparo che posso fare meglio. Alzeremo il livello di guardia, cambieremo alcune modalità di approccio ai fatti e alle persone. Non cambierà la nostra attenzione alla società, alla politica e la necessità di raccontarne storture e iniquità. Non abbiamo nessuna intenzione di ignorare ogni suggerimento utile e dato in buona fede su come migliorare il nostro lavoro. E soprattutto, non abbiamo nessuna intenzione di smettere di darci da fare.”

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