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La corsa al voto, una costola della Maratona Mentana che punta all’usato sicuro

Il debutto in prima serata di Paolo Celata, affiancato da Silvia Sciorilli Borrelli e Alessandro De Angelis, è figlio del format più fortunato di La7 negli ultimi anni. Schemi noti e collaudati e pochi squilli nella prima puntata di un esperimento che avrà solo un mese per trovare una sua identità definita.
A cura di Andrea Parrella
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C'era una certa attesa per La corsa al voto, il primo programma di prima serata affidato alla conduzione di Paolo Celata, affiancato da Silvia Sciorilli Borrelli e Alessandro De Angelis. Il sentimento generale per il debutto di un volto cui il pubblico di La7 è molto legato era quello del battesimo del fuoco, il debutto dopo anni di "gavetta" da inviato della Maratona Mentana, indipendentemente dalle condizioni climatiche, e anchorman del Tg. Tra le componenti principali dell'ottimo risultato d'ascolti della prima puntata del 1 agosto c'è, con buona probabilità, proprio questa forma di affiliazione, che dà seguito ai codici e all'impostazione televisiva del Mentana degli ultimi anni. La continuità tra la Maratona e La corsa al voto è indiscutibile, volendo dichiarata se si tiene conto della stessa presenza di Mentana in studio per la prima puntata, quasi a benedire l'operazione.

La corsa al voto è della Maratona Mentana uno spin off, come tutti gli spin off caratterizzato da qualche elemento di variazione visiva, si pensi alla scelta di luci più chiara in studio e un conduttore che siede tra gli ospiti anziché gestire il flusso della trasmissione in piedi, come è abituato a fare il direttore del Tg La7. Al centro c'è invece l'ospite di turno o gli ospiti, nel caso della prima puntata Renzi, Castellone, Toti e Crosetto, che è il solo ad alzare i toni andando in contestazione con lo stesso Celata. Questa struttura ha anche un significato simbolico determinante se si pensa alla centralità della figura di Mentana nella sua Maratona, dove gli ospiti finiscono quasi per essere elementi ancillari.

Che questa operazione estiva, frutto di una campagna elettorale piombata sulle nostre teste sul finire di un luglio rovente, sia figlia del format più fortunato di La7 negli ultimi anni pare una scelta scontata e necessaria. A ragione o torto, anche se forse a scapito di nuove idee e sperimentazione, è sensato che la rete diretta da Andrea Salerno provi, in questo agosto rovente per clima e per fatti politici, a tenere in caldo il pubblico con quella stessa lingua alla quale il pubblico è legato, tenendo vivo, per quanto possibile, il clima di emergenza perenne che ha fatto la fortuna della Maratona Mentana, giustificandone l'esistenza.

È presto per dare qualsiasi altro tipo di giudizio, se il programma cambierà nel corso delle settimane e acquisirà un'anima propria (andrà in onda tutti i lunedì e mercoledì di agosto) si capirà solo di puntata in puntata. La presenza in studio di Alessandro De Angelis (ieri collegato da casa per "ragioni tecniche" svelate da Renzi, ovvero il Covid) potrebbe influire su alcune dinamiche di dibattito che sono parse piuttosto macchinose nella prima puntata a causa del collegamento a distanza. Allo stesso tempo potrebbe avere un ruolo determinante Diego Bianchi/Zoro, ipotizzato tra gli ospiti da Celata nella presentazione del programma dei giorni scorsi. Difficile tuttavia che cambi in modo sostanziale, data la matrice troppo marcata e riconoscibile del suo genitore e le risorse estive che impediscono di andare al di là di un usato sicuro che continua a funzionare.

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