
Serviva Enzo Iacchetti per smuovere le acque stagnanti del dibattito televisivo su Gaza. Le parole del comico a È sempre Cartabianca, rabbiose, indignate, la sua reazione all'atteggiamento del presidente della Federazione Amici di Israele che gli ha dato del fascista, fotografano certamente uno stato d'animo, quello di molte persone che da mesi assistono a un dibattito imbalsamato su un fatto di cui si parlerà nei libri di storia, giunto proprio in questi giorni all'apice di una prevedibile escalation con l'invasione di terra a Gaza City.
Quello che ha detto Iacchetti nella trasmissione di Bianca Berlinguer inciderà con buona probabilità anche sulle tendenze della televisione delle prossime settimane. D'altronde, se il tema del genocidio a Gaza aveva iniziato a diffondersi con insistenza sul finale della scorsa stagione, con l'inizio della nuova il peggioramento della situazione in Medio Oriente ha provocato un effetto dilagante. Opportunismo, direbbe qualcuno che ha protestato contro le azioni di Israele dal primo minuto e che oggi guarda chi si sveglia all'improvviso con un pizzico di supponenza, ma non meno efficace. Certi distinguo valgono molto poco oggi, tempo in cui si avverte la necessità di una pressione della società civile sulla politica netta e forte, che i fronzoli sulla paternità del movimento pro Pal non farebbero che infiacchire.
Enzo Iacchetti così fa suo il primo teorema di Gianfranco Funari ("se uno è st***zo non gli puoi dire stupidino, si crea delle illusioni") e squarcia il velo di silenzio e ipocrisia prudentemente preservato in Tv per molto tempo, salvo rarissime eccezioni, lasciandosi andare a uno sfogo senza freni che legittima la sgrammaticatura e lo rende un'icona per chi approva le sue posizioni, uno spauracchio per chi le contrasta. Anche in Italia la polarizzazione del dibattito sul tema Gaza era inevitabile e con il gesto eclatante di Iacchetti si compie un passo decisivo in questa direzione.
