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Sarah Nile: “Licenziata dopo 7 anni a 5 mesi dal parto, come me altre colleghe neo mamme”

La denuncia di Sarah Nile, ex concorrente del Grande Fratello diventata nota sui social per avere coraggiosamente raccontato il suo percorso con la PMA (la procreazione mediamente assistita): “Sono stata licenziata a 5 mesi dalla nascita di mia figlia. Non mi torna, come me altre colleghe incinte o neo mamme”.
A cura di Stefania Rocco
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Sarah Nile, ex concorrente del Grande Fratello diventata popolare anche sui social per avere coraggiosamente raccontato il suo percorso con la PMA (la procreazione mediamente assistita), denuncia di essere stata licenziata a pochi mesi dalla nascita della sua seconda figlia. La giovane, che è diventata un punto di riferimento sui social per centinaia di altre donne che hanno sperimentato le stesse difficoltà connesse alla ricerca di una gravidanza, ha affidato il suo racconto al suo profilo Instagram. Con un lungo post, Sarah ha reso noti i dubbi connessi al suo licenziamento, arrivato a distanza di 7 anni dalla firma del suo contratto. “È giusto essere obbligate a scegliere tra l’essere madre o la carriera?”, si chiede sgomenta, prima di entrare nei dettagli, raccontando quanto le sarebbe accaduto:

Credevo che una cosa del genere potesse accadere solo in un Paese dove la donna ha zero diritti, in un ambiente di lavoro dove non esiste tutela, dove il compromesso è la regola. […] Ho avuto la fortuna di lavorare in un contesto a me affine, di lavorare bene e con tanta passione. Di sperimentare la massima di “fai ciò che ami e non lavorerai mai un giorno” perché si, sono passati 7 anni e ho amato tutto ciò che ho fatto ogni singolo minuto fino al 07/09/2023, giorno in cui una lettera di licenziamento, in tronco e senza preavviso, ha fatto scoppiare la bolla mentale che mi ero costruita.

I dubbi di Sarah Nile: “Altre colleghe nella stessa situazione”

Sarah ha quindi reso noti i dubbi connessi ai motivi del suo licenziamento: “In tronco e con un generico ‘problemi economici’ o almeno così dovrebbe sembrare perché ci sono cose che non tornano. Non mi torna perché prima di me è stata licenziata un’altra collega che aveva appena partorito. Non mi torna perché a pochi giorni dalla raccomandata del 7 settembre anche un’altra collega è stata licenziata al terzo mese di gravidanza. E non mi torna soprattutto perché ho ricevuto la comunicazione di licenziamento a soli cinque mesi dalla nascita della mia splendida Evah, a pochi giorni dal rientro dalle ferie, e beffa del destino, mentre ero in ospedale aspettando che il mio Noah si risvegliasse da una delicata operazione”.

La ex concorrente del Grande Fratello: “Ho lavorato fino al nono mese”

Il lavoro che amo l’ho anteposto a tante cose, in primis a me stessa, alla gioia di vivermi un momento spensierato, a quel nono mese di gravidanza lavorato per intero e fino a due giorni dal parto, ad una gravidanza lottata e sofferta, allo sconforto sempre nascosto col sorriso perché c’erano i pazienti. Nonostante la testa pesante, il cuore a volte troppo carico di emozioni per tutto il mio percorso con la PMA, (procreazione medicalmente assistita”, denuncia ancora Sarah, “Eppure, non è stato abbastanza. La mia dedizione si è scontrata con regole arcaiche dove la donna, madre e lavoratrice è un ossimoro, qualcosa che non può coesistere. E così come ho mascherato lo sconforto della lunga lotta con la PMA, ho dovuto nascondere il buon esito della gravidanza, notizia che non ho sentito di poterla annunciare come e quando avrei voluto”. Nile anticipa l’intenzione di chiarire quanto accaduto sotto il profilo legale:

Non sono qui a puntare il dito contro nessuno e cercare ragioni dove in questo momento non esistono, per quello ci sono luoghi preposti, aule di giustizia che sapranno scavare a fondo. Tutto questo lo devo per coscienza morale, per quella mia seconda famiglia a cui ho dato tutto. I pazienti che ho seguito, che ho supportato nei momenti critici, che ho accompagnato in un viaggio fatto di desideri, speranze e timori. Tutte le persone che ho tenuto per mano, anche a distanza, ma per le quali c’ero e ci sarò. Avrei voluto scrivervi uno ad uno, ma successivamente alla lettera di licenziamento mi è stata sottratta la Sim aziendale, intimandomi di interrompere ogni tipo di contatto. Schemi aziendali che non tengono conto dell’utenza e del pubblico a cui ci si rivolge, nonostante le soddisfazioni e il ritorno che si riceve sia immenso.

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