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Luisa Ranieri “non andava di moda”, oggi è una delle attrici più importanti del cinema italiano

Dalla giovane aspirante magistrato rifiutata per la sua fisicità “fuori moda” all’icona di una femminilità potente come Lolita Lobosco: il viaggio invisibile di Luisa Ranieri, che ha lottato per il suo spazio e oggi è una delle attrici più importanti del cinema italiano.
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"Non andavo di moda". Queste parole se le è sentite dire e gliele hanno pronunciate con la durezza tipica di chi giudica senza vedere oltre. Parole che avrebbero potuto spezzare i passi di chiunque. Ma non di Luisa Ranieri. Nella Napoli della sua giovinezza, quella faccia mediterranea, quegli occhi profondi e quella fisicità dirompente non corrispondevano ai canoni estetici che il cinema italiano cercava. Un'industria che paradossalmente celebrava la bellezza italiana nel mondo, ma che localmente inseguiva altri standard. "Quando ho iniziato, la mia fisicità e la mia faccia non andava di moda al cinema", ha confessato a Fanpage.it in occasione dell'uscita del film Diamanti.

Eppure, in quella giovane donna cresciuta tra i vicoli di Napoli, c'era qualcosa di più forte del rifiuto: la capacità di trasformare ogni "no" in un mattone per costruire, non in macerie sotto cui seppellirsi. "A volte ho pensato di mollare, ma sono grata al percorso fatto: ogni no, ogni frustrazione mi ha insegnato qualcosa e mi ha resa più forte". Oggi, dal grande cinema d'autore alla televisione di successo come Le indagini di Lolita Lobosco, è sempre più una certezza.

La falsa partenza: da aspirante magistrato ad attrice per vocazione

C'è un momento nella vita di ognuno in cui si scopre la propria vera natura. Per Luisa quel momento è legato a un film e a una professoressa. "L'amore molesto. L'ho visto in un momento della vita in cui cercavo il mio Marotta. Era la mia professoressa di italiano, Marosella Di Francia, e lei mi ha aperto la testa". La giovane Luisa, per assecondare aspettative familiari o forse per cercare un percorso più sicuro, si era convinta di voler diventare magistrato. Una scelta razionale, rispettabile, che però entrava in conflitto con una sensibilità artistica che non trovava sfogo. "Studiando mi sono resa conto che non mi apparteneva. Alla fine, mi sono ritrovata a cercare la mia strada". 

Luisa Ranieri in uno scatto del 2024 negli studi di Fanpage.it (elaborazione grafica G.M. Duello)
Luisa Ranieri in uno scatto del 2024 negli studi di Fanpage.it (elaborazione grafica G.M. Duello)

È interessante come spesso le vite più autentiche nascano da una deviazione, da un abbandono, da una rinuncia. Come se per trovare la propria vera identità fosse necessario prima perdersi. "Non sapevo dove mettere queste cose, mi arrivavano delle informazioni e non sapevo dove collocarle perché ero ancora acerba", ha raccontato, dipingendo il ritratto di una giovane donna in cerca di sé stessa, con una personalità troppo grande per essere contenuta nei binari prestabiliti. Il coraggio di abbandonare la strada sicura per seguire una vocazione incerta è forse la prima grande ribellione di Luisa, compiuta non con clamore, ma con quella determinazione quieta che caratterizzerà tutta la sua carriera.

L'ossessione perfezionista: la tirannia dell'autocritica

Dietro l'immagine pubblica di Luisa Ranieri, quella donna mediterranea che emana forza e sensualità naturale, si nascondeva un giudice spietato: se stessa. "Prima ero estremamente esigente con me stessa, una vera rompiscatole. Mi sfinivo. Adesso sono più morbida e accogliente con me stessa". Una trasformazione che non è arrivata per caso, ma attraverso un percorso di crescita personale, attraverso incontri, esperienze, attraverso la maternità che spesso ridefinisce priorità e prospettive. Un viaggio verso l'accettazione che l'ha portata a fare pace con quella parte di sé così dura e giudicante.

La rivoluzione silenziosa: imparare a dire "no" per dire "sì" a se stessa

"Se prima ero accogliente solo con gli altri, al limite anche di sopprimere me, ora ho imparato a proteggere il mio spazio e non permettere a nessuno di infrangerlo." Questa affermazione contiene forse la più grande rivoluzione nella vita di Luisa Ranieri. Il passaggio da una disponibilità incondizionata verso gli altri, al punto di annullarsi, a una sana protezione dei propri confini rappresenta un cambiamento radicale. È l'evoluzione definitiva. Non è un caso che questo cambiamento sia avvenuto parallelamente alla sua crescita professionale e alla costruzione di una famiglia. La relazione con Luca Zingaretti, iniziata nel 2005 sul set di "Cefalonia" e culminata nel matrimonio nel 2012 al Castello di Donnafugata, e la nascita delle figlie Emma e Bianca, hanno sicuramente contribuito a questa trasformazione.

Luisa Ranieri con Luca Zingaretti sul set di Cefalonia, nel 2005. Qui si sono conosciuti e innamorati.
Luisa Ranieri con Luca Zingaretti sul set di Cefalonia, nel 2005. Qui si sono conosciuti e innamorati.

La dualità come forza: essere gentile e determinata, fragile e potente

Ciò che rende Luisa Ranieri un personaggio così affascinante è la sua capacità di abitare gli opposti. È una donna che emana una femminilità potente e al contempo una vulnerabilità autentica. Una dualità che si riflette anche nelle sue interpretazioni, dove riesce a passare dalla forza dirompente alla fragilità con naturalezza disarmante. "Non sentirsi all'altezza non è sempre un male, a volte è un bene perché ti fa avere dei dubbi, e i dubbi ti fanno crescere. Bisogna coltivare i dubbi." Una dichiarazione che rivela una saggezza particolare, quella di chi ha compreso che nella fragilità si nasconde una forza speciale, che nell'incertezza risiede la possibilità di evolvere. Questa capacità di abbracciare i dubbi senza farsi paralizzare da essi, di trasformare l'insicurezza in motore di crescita anziché in ostacolo, rappresenta forse la lezione più preziosa che emerge dal percorso di Luisa.

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