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Opinioni

Lo sketch comico di Giorgia Meloni sul giornalista e la domanda sulle camicie nere

Sbarra gli occhi e risponde a gesti, Giorgia Meloni, nel suo discorso di chiusura della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. In un video che sta circolando molto la leader ironizza sulla domanda di un giornalista, lasciando intuire che questa categoria potrebbe essere il principale bersaglio di una campagna elettorale ormai alle porte.
A cura di Andrea Parrella
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Tra i video che circolano di più nelle ultime ore c'è senza ombra di dubbio quello in cui Giorgia Meloni, chiudendo la conferenza programmatica di Fratelli d'Italia, ironizza sulla domanda di un giornalista, arringando la folla e guadagnandosi l'ovazione. "Arriva il giornalista di turno e a uno dei nostri delegati fa questa domanda: ‘ma questa maglietta scura è un omaggio alle camicie nere?'". Dopo queste parole un lungo silenzio, condito da una mimica che ha fatto tutto da sola: occhi sbarrati, gesti che intendono trasmettere un chiaro sentimento di stupore. Sotto le risate del pubblico, diventate poi uno scrosciante applauso.

Ma cosa vuoi rispondere? Vi rendete conto che siete lunari: lo dico per la vostra professionalità. Mi vergogno a fare sta domanda, gli risponderei io. Pensano che con questi argomenti che fermeremo la guerra e la crisi? E che tutto questo interessa la gente? C’è chi fa riunioni di redazione per trovare qualcosa per non raccontare quello che sta succedendo.

Quelle di Giorgia Meloni contro la categoria giornalistica sono parole affatto casuali. La leader di Fratelli d'Italia, che in questo momento è ritenuto dai sondaggi il primo partito a livello nazionale, prova a legittimarsi come forza di maggioranza andando a lavorare, in termini mediatici, sui principali elementi di contraddizione attribuiti alla forza politica da lei guidata negli ultimi anni. In particolare proprio l'accostamento ai movimenti di estrema destra e la tendenza a minimizzare le critiche per qualsiasi forma di nostalgia nei confronti del fascismo.

"Voi sognate una destra sfigata, cupa, invece siamo una destra vincente, rispettata, che ha al vertice una donna, mentre a sinistra le donne si devono accontentare dei ruoli che gli uomini danno loro. Non vi va giù. Voi raccontate le favolette, noi facciamo la storia". L'interlocutore è proprio a quella categoria di cui è stata bersaglio più volte di recente. La stampa, d'altronde, è stata il principale avversario politico di Giorgia Meloni alcuni mesi fa, alla vigilia della tornata elettorale, quando era stata chiamata a rispondere dell'inchiesta Lobby Nera di Fanpage.it, che vedeva coinvolti diversi personaggi, nonché esponenti di partito, nell'organizzazione di eventi con ispirazione e riferimenti neofascisti.

In occasione del suo discorso di chiusura alla conferenza programmatica Giorgia Meloni ha trovato il terreno fertile di un pubblico che attraverso la sua reazione ha confermato il dileggio della stampa sia uno stratagemma retorico in grado di attecchire sulla platea. E se è vero che temi dominanti come il Covid e la guerra stanno correndo il rischio di indebolire la reputazione della stampa presso una certa fascia di popolazione, non è escluso che quella di ieri fosse occasione di una prova generale in cui Giorgia Meloni potesse capire quali numeri giocarsi in una campagna elettorale ormai sempre più vicina.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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