Il trauma del passato di Gioele Dix: “Fui tradito da una ragazza a 15 anni”, l’attore ci pensa ancora

A pochi giorni dal suo settantesimo compleanno, Gioele Dix si confessa in una lunga intervista a La Stampa. Parla di amore, di possesso, di gelosia. Lo fa perché porta in scena al Mittelfest di Cividale del Friuli la Sonata a Kreutzer di Tolstoj, usando il pretesto del capolavoro russo per scavare nei territori più oscuri dei sentimenti maschili. E nel farlo, si racconta senza filtri.
"Non ho mai sofferto di gelosia"
"Non ho mai sofferto di gelosia. Neppure da giovanissimo. Se non, forse, di quella retroattiva", esordisce Dix. Ma è proprio in questo "forse" che si nasconde la chiave del suo racconto. Perché quando arriva a parlare del primo vero tradimento, quello dei 15 anni, le parole si fanno concrete, taglienti: "Quando seppi, ci rimasi malissimo. Ricordo un pomeriggio piovoso d'estate: tornai a casa con la faccia bagnata di lacrime e pioggia".
La lezione di Tolstoj sull'ossessione maschile
La Sonata a Kreutzer è uno specchio per riflettere sulla violenza che attraversa i secoli senza cambiare. "Tolstoj è maestro nello scoperchiare i demoni degli uomini", osserva Dix. Nel romanzo, un uomo uccide la moglie per gelosia e viene assolto in nome dell'onore. "Gli uomini sono lenti, molto lenti, a cambiare. Non le donne… Ma la loro evoluzione non è accettata". L'attore non si nasconde: "Trovo che sia un sentimento accettabile all'inizio, se è come una punturina dell'animo, espressione del nostro desiderio dell'altro, ma indifendibile come trascende". Quando la gelosia diventa ossessione, "la persona sparisce, l'amore muore e resta solo il bisogno di possesso e controllo di una ‘cosa'". E di fronte ai femminicidi che riempiono le pagine di cronaca, la sua ammirazione va a chi trova la forza di reagire al dolore più grande: "Capisco chi si chiude nel buio di sé stesso e ammiro chi reagisce, torna a vivere e lotta".