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Gabriele Cirilli: “Su Rai1 non puoi dire nulla, Carlo Conti mi tagliò la parola Xanax a Sanremo”

Il comico si racconta a Tintoria, partendo dagli inizi di carriera. Dalla sfuriata di Gigi Proietti quando gli rubò un applauso al rapporto con Insinna: “Generoso con me quando non avevo nulla, sua madre mi regalò la mia prima macchina”. Sul successo di Zelig: “Fu immediato, ma i critici mi hanno sempre massacrato”.
A cura di Andrea Parrella
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Gabriele Cirilli si racconta in una lunga intervista nel podcast Tintoria, ospite di Stefano Rapone e Daniele Tinti. Il comico, divenuto celebre soprattutto per i suoi trascorsi a Zelig nell'età d'oro del programma televisivo Mediaset, ripercorre la sua carriera dagli inizi, gli studi di recitazione con Gigi Proietti, passando proprio per i suoi tormentoni di successo e poi l'approdo in Rai.

Tra i primi aneddoti, quello del rapporto con due colleghi, Enrico Brignano e Flavio Insinna, che iniziarono con Proietti: "Io avevo creato questo trio con Brignano e Insinna, poi chiaramente quando inizia la vita vera fuori dalla scuola, è mors tua vita mea. Ognuno prende la sua strada e sono rimasto più legato a Flavio, che è stato molto carino con me a inizio carriera. Non venivo da una famiglia proprio ricca e la mia prima macchina me l'ha regalata la mamma di Flavio". Diverso il rapporto con Brignano, che Cirilli prende anche un po' in giro, bonariamente: "Con Enrico tanta amicizia, ma il successo lo ha portato verso una strada di… me so' spiegato. Lo direi anche davanti a lui, gli voglio molto bene. Lo chiami "ciao come stai", lui risponde "scusa, sto facendo un rogito".

Tra i ricordi con Proietti, per il quale ha sempre avuto grande affetto, anche un aneddoto insolito, relativo a una sfuriata del grande attore romano scomparso nel 2021: "A inizio allestimento il mio ruolo aveva dieci minuti, ma poi si era allargato e a Gigi piaceva. Una volta avevamo una scena insieme e c'era un meccanismo strano che portava a un applauso per lui. Io invece quella sera, ispirato, di fatto gli rubai l'applauso. Primo tempo, viene l'amministratrice e dice che lui voleva parlarmi. Convinto volesse premiarmi vado in camerino e lui mi fatto un cazziatone enorme, urlando. Non lo avevo mai visto arrabbiato, ma ha anche fatto bene, per una questione di educazione e gerarchia che oggi non c'è più. Mi ha tolto tutto quello che avevo nello spettacolo, era incazzato nero". 

Gli inizi non sono stati semplici, dopo gli studi non sembravano esserci molte occasioni, nonostante Cirilli si proponesse in giro, al punto che l'attore ha attraversato un periodo di depressione: "Mia moglie mandava avanti la famiglia da sola, non era semplice reggere la cosa psicologicamente". Poi si è ripreso grazie all'aiuto di un amico all'università e, piano piano, si è mosso tra i cabaret di Roma iniziando a proporre i suoi personaggi: "Mi infastidiva che in televisione ci andassero solo i belli, mi rodeva vedere solo loro in Tv e ho portavo a mandare un messaggio alle persone dicendo si potesse essere imperfetti. Mi inventai questa storia di Tatiana, che se la facessi oggi mi metterebbero in galera".

Quindi arriva l'occasione dello Zelig, per puro caso: "Andammo a fare un provino per una trasmissione di Paolo Rossi, ma non ci presero. Gino e MIchele videro questa coppia che poteva andare bene per il modello di trasmissione e ci presero. C'erano Ale e Franz, Flavio Oreglio, Bisio che faceva il capocomico". Il successo del programma fu immediato e travolgente: "La vita è cambiata immediatamente, ricordo il giorno dopo la prima puntata, al supermercato, la cassiera conosceva già il tormentone di Tatiana. Ricordo la prima mail ricevuta: "Ciao, sono Tatiana, li mortacci tua". Personaggi che hanno fatto la fortuna di Cirilli, ma hanno rappresentato anche un peso:

Carlo Verdone mi disse che poi sarebbero stati cazzi miei, perché quando fai un personaggio così forte è difficile uscirne. Io con un po' di fatica credo di avercela fatta […] Mi hanno massacrato i critici, che hanno occhio solo per determinati tipi di comicità. Io sono un po' pop, mi piace piacere a tutti […] Il caratterista in Italia è quello più sfigato. Mentre all'estero, in America, il caratterista fa tutto, protagonista compreso, in Italia c'è difficoltà, sei ghettizzato. Fai "chi è Tatiana?" e sei finito, destinato a fare il travestito.

Tra le riflessione di Cirilli, anche una relativa alla sua esperienza in Rai, che frequenta da anni, sia per Tale e Quale Show, dove è di fatto una presenza fissa, che per altri programmi, tra cui il Festival: "A Sanremo Carlo Conti mi ha tagliato la parola Xanax e tutto il pezzo era su quello. Non puoi dire nemmeno ansiolitico, perché se lo dici su Rai1 pensano tu stia inducendo il pubblico a usarne. Ho paura di dire tutto su Rai1, veramente è pericoloso".

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