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Tiziano Ferro: “Tornare a vivere in Italia? Siamo indietro su tutto, soprattutto sui diritti”

Tiziano Ferro in una lunga intervista con La Repubblica ha parlato della possibilità di tornare a vivere in Italia: “Siamo indietro su tutto, chi vuole adottare ci mette dieci anni, non è questione di gay o non gay”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Tiziano Ferro in una lunga intervista con La Repubblica ha parlato della possibilità di tornare a vivere in Italia: “Siamo indietro su tutto, chi vuole adottare ci mette dieci anni, non è questione di gay o non gay. Fratelli di miei amici vanno in Spagna per darsi un’occasione, non penso solo agli omosessuali, ma anche agli eterosessuali. Si rende complessa la vita di persone che comunque faranno quello che vogliono. Gli italiani non li fermi. Ognuno ha diritto alla propria felicità”.

Tiziano Ferro: "Volevo diventare padre, in Italia ci sarei riuscito?"

Collegato da Los Angeles dove vive con i figli (Margherita e Andres) e il marito Victor Allen, il cantante ha ripercorso le tappe degli ultimi anni di vita, partiti dall'acquisto di una casa a Milano e arrivati al matrimonio in America: “Ho conosciuto Victor e con lui cose che non ho mai provato, la vita qui non l’ho scelta, si è evoluta in questo senso. È un discorso che ho fatto anche con mia madre, che è molto triste perché sono lontano. La questione dei diritti la affronto a posteriori. Prima di venire inglobato da questo posto senza sceglierlo avevo comprato una casa a Milano, che poi ho venduto. Volevo fare questa esperienza, diventare padre a prescindere: l’avrei potuta fare?”. In un'intervista a Fanpage.it subito dopo il lockdown, quando l'Italia, come il resto del mondo, era ancora confinata in casa, Tiziano Ferro parò proprio di questa esigenza di essere altrove per potersi sentire, finalmente a 40 anni, ‘un uomo felice', nonostante il dolore generato nei genitori costretti a vivere lontani da lui,

Il commento sull'attuale situazione politica italiana

E sull'attuale situazione politica con il governo di Giorgia Meloni: “Ho pubblicato l’ultimo disco subito dopo le elezioni e mi chiedevano tutti: ‘Sei preoccupato?’. Ma perché? Gli altri governi cosa hanno fatto? Pensi allo Ius soli: figli di immigrati nati in Italia non possono ancora avere la cittadinanza italiana. Non credo che chi comanda voglia creare altri danni, sono fiducioso. Voglio vederli all’opera. Non facciamo questo gioco preconcetto: la destra è cattiva. Il problema non è la destra o la sinistra, è la testa. Penso alle unioni civili ‘attenti a non chiamarle matrimonio’. Proprio uguale non è, anzi è offensivo. Sui diritti siamo indietro. Punto e basta. Li ho visti mancare con tutti i governi”.

La rinascita dopo il Covid: "Entusiasta come da ragazzino"

Addio amore mio', il nuovo singolo dal disco ‘Il mondo è nostro', riporta al centro uno dei suoi temi principali, la depressione. Il ritorno in tour e a incontrare i suoi fan è ricco di emozioni: “Un periodo inaspettato, sono sei anni che non preparavo un tour. C’è stato il Covid, sto iniziando a pensare alla scaletta. Per il resto si va avanti, i bambini crescono, che è una cosa molto bella, scrivo canzoni nuove. Provo l’entusiasmo che avevo da ragazzino”.

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