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Telese dopo lo scontro con Capezzone: “Alla quattordicesima menzogna ho pensato ‘Me ne devo andare’”

Luca Telese ricostruisce a Fanpage.it i momenti dello scontro con Daniele Capezzone a Omnibus su La7. “Alla quattordicesima menzogna ho pensato: me ne devo andare”. Il direttore del Centro spiega perché ha abbandonato lo studio, cosa c’era scritto sul giornale che ha mostrato a Capezzone e rivendica il gesto: “40 minuti di Capezzone in purezza possono uccidere chiunque. Subire falsificazioni non è un obbligo di legge”.
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"Alla quattordicesima menzogna, una detta anche alla povera Benedetta Scuderi che era appena tornata, ho pensato: me ne devo andare". Luca Telese, poche ore dopo l'abbandono dello studio di Omnibus su La7, commenta a caldo con Fanpage.it lo scontro con Daniele Capezzone che ha infiammato la mattinata televisiva. Al centro della lite, la Flotilla per Gaza e il trattamento riservato da Israele ai parlamentari e agli attivisti italiani, tra cui il nostro Saverio Tommasi.

"Fin dall'inizio Capezzone ha raccontato il suo romanzo di verità alternative", spiega il direttore de Il Centro a Fanpage.it. "Le persone in piazza erano alcuni incapaci di capire, tutti gli altri violenti. Israele? Sì, qualche eccesso. I parlamentari? Dei vigliacchi che sono voluti scappare".

Il momento più acceso: "Stai a cuccia"

Il momento più acceso arriva quando Capezzone attacca l'europarlamentare Benedetta Scuderi, appena rientrata da Israele insieme ad altri tre parlamentari, 24 ore prima del gruppo di 26 attivisti espulsi. "È stata mandata via da Israele per non avere testimoni", incalza Telese. "Alla richiesta di commentare come lui considerava i 15 italiani trattenuti illecitamente, oggetto di violenze e di scherno, alla domanda se umiliare Greta sputandole addosso o prendendola in giro avvolgendola nella bandiera israeliana fosse un trattamento civile, alla fine ho pensato: me ne devo andare. Mi lascio agli atti il giornale con le testimonianze e lo lascio nel suo brodo". L'episodio che ha fatto il giro dei social – il "stai a cuccia" rivolto a Capezzone mentre Telese si avvicinava con il giornale in mano – viene ricostruito dal direttore:

Gli stavo indicando la pagina in cui c'erano le testimonianze dei giornalisti italiani tornati che raccontavano dell'umiliazione di Greta. Anche lui diceva ‘Ma chi lo dice, cosa lo dice?'. Questo scontro era continuato durante lo spot immediatamente precedente. Lui ha fatto anche un gesto all'inizio pensando che gli dovessi saltare addosso e ha iniziato a urlare ‘fascista rosso'. Io ho detto ‘Stai buono' perché vedevo che voleva… si è alzato anche lui al mio fianco, ho avuto l'impressione che volesse strapparmi il giornale. Sì, c'è stata un po' di baruffa, ecco.

Sulla polemica successiva riguardo l'espressione "stai a cuccia", Telese respinge le accuse di maleducazione nei confronti di Gaia Tortora (perché Capezzone gli urla: "Stai a cuccia alla conduttrice?"): "L'ha capito benissimo anche lui, che si è alzato, ha fatto questo movimento per alzarsi. ‘A cuccia' a lui. Mi sembrava abbastanza strumentale la cosa".

Il momento in cui Luca Telese si alza per lasciare lo studio.
Il momento in cui Luca Telese si alza per lasciare lo studio.

La difesa della Scuderi e l'attacco al "racconto alternativo"

Il punto di rottura, per Telese, arriva proprio sull'attacco alla parlamentare: "Io trovavo insopportabile dire certe cose a una persona che è stata appena liberata e non ha potuto restare, è stata 30 giorni in barca, è stata arrestata. Daniele Capezzone sa benissimo – perché lo è stato – che i parlamentari hanno un passaporto diplomatico, sono testimoni scomodi, non li puoi bastonare come gli altri. Quindi era evidente che il racconto della Scuderi, in cui diceva ‘ci hanno separato', era vero. Il tentativo di riqualificare tutto – un milione di persone in piazza sono degli utili idioti o servi di Hamas, la parlamentare se la caga sotto – è un racconto non ricevibile. Almeno non di domenica mattina che ti sei svegliato presto. 40 minuti di Capezzone in purezza possono uccidere chiunque".

Sul milione di manifestanti scesi in piazza a Roma, Telese è netto: "Aveva già parlato per mezz'ora del fatto: i violenti, i facinorosi. I facinorosi sono stati cacciati dal corteo, ma a lui non gli interessa. C'è la gente che urlava ‘Toglietevi le maschere, andate via'. O uno sta nei luoghi e può parlare, o non ci sta e fa Capezzone".

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Stasera in onda con Francesca Albanese e Pietro Senaldi

Questa sera Telese tornerà in video a In Onda con Marianna Aprile, dove sarà ospite Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i Territori Palestinesi Occupati. "Noi siamo sempre plurali", precisa. "C'è l'Albanese, c'è un gentiluomo come Di Bella che fra l'altro ha una posizione equilibratissima, e c'è Senaldi che non ha le idee sicuramente dei filo-palestinesi e che viene proprio dal giornale di Capezzone". E ancora, ripensando al momento di questa mattina:

È stato uno sforzo perché in questo momento, di verità che apparentemente sono inconciliabili, ospitare tutti i punti di vista è un dovere. A volte si paga, tanta gente ti critica, però è un dovere. Ma subire 40 minuti di falsificazione in cui tutti sono scemi, vigliacchi o buffoni tranne Capezzone, questo però non è un obbligo di legge. 

Un principio gandhiano, quello dell'abbandono dello studio, rivendica Telese: "Quando non sono conduttore ho almeno questa possibilità, gandhianamente, in modo non violento, di sottrarmi".

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