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Suor Eleonora, da psicologa alla clausura: “Volevo solo essere felice, in monastero vivo di lavoro e preghiera”

La storia di Suor Eleonora Merlo, 29 anni, psicologa e psicoterapeuta. Insieme a Madre Noemi Scarpa, Suor Myriam D’Agostino e Suor Debora è il volto del programma La cucina delle monache in onda su Food Network. Intervistata da Fanpage.it, racconta la sua ricerca della felicità e la vita presso il Monastero delle Benedettine di Sant’Anna. Poi, svela perché ha scelto il nome Vittoria per il suo percorso religioso.
A cura di Daniela Seclì
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Suor Eleonora Merlo ieri e oggi, con Madre Noemi, Suor Myriam e Suor Debora è il volto de La cucina delle monache
Suor Eleonora Merlo ieri e oggi, con Madre Noemi, Suor Myriam e Suor Debora è il volto de La cucina delle monache

Suor Eleonora Merlo ha 29 anni, ne aveva 24 quando è entrata nel Monastero delle Benedettine di Sant'Anna a Bastia Umbra. È laureata in Psicologia dell'educazione, in Psicologia clinica e di comunità e ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica Integrata. In molti la conoscono per il programma La cucina delle monache, in onda su Food Network, dove prepara ricette semplici e appetitose insieme a Madre Noemi Scarpa, Suor Debora e Suor Myriam D'Agostino. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it, Suor Eleonora Merlo ha raccontato la sua storia. Prima di entrare in monastero conduceva una vita che definisce "ordinaria", tra studio e lavoro: "Avevo delle belle relazioni, amicizie, svariati fidanzati, però desideravo essere felice. Alla Giornata Mondiale della Giventù pregai: ‘Signore, mi va bene qualsiasi cosa, missionaria, sposata, una laica dedita al lavoro che scelgo, purché io sia felice‘". Poi, la decisione di entrare in monastero. Una scelta che spiazzò la sua famiglia: "Mia mamma in particolare non era contenta. Era molto scettica anche per l'immaginario che c'è dietro una vita monastica e al termine clausura". Suor Eleonora racconta la sua vita oggi: "In monastero ho scoperto che le cose che succedono – belle o brutte che siano – possono essere vissute in modo diverso, continuando a coltivare la gioia e la gratitudine per la vita e per il servizio all'altro". E spiega perché ha scelto il nome Vittoria per il suo percorso spirituale.

La storia di Suor Eleonora Merlo: monaca, psicologa e psicoterapeuta

Suor Eleonora de "La cucina delle monache" ha 29 anni
Suor Eleonora de "La cucina delle monache" ha 29 anni

Suor Eleonora, com'era la sua vita prima di entrare in monastero?

Abbastanza ordinaria. Scandita dallo studio e dal lavoro. I miei genitori hanno un'azienda agricola con allevamenti e terreni coltivati sia a frutteto che a ortaggi. Gestiscono un negozio a chilometro zero che tengono aperto da giugno a dicembre. Li ho sempre aiutati, sia nella vendita al negozio che in altre attività come piantare le patate. Poi frequentavo la parrocchia, in particolare l'Azione Cattolica. Ero coinvolta a vari livelli, fin dalla terza elementare come educanda e crescendo, alle superiori, come educatrice con incarichi a livello diocesano. Gli ultimi anni ero consigliera per l'articolazione dell'Azione Cattolica dei Ragazzi.

Come è maturata in lei la convinzione che una vita dedicata a Dio e al prossimo fosse la sua strada?

È stata una ricerca coltivata nel tempo. L'Azione Cattolica ha la tendenza a rimandare ai giovani la domanda vocazionale: "Cosa vuole il Signore da te? In che modo spendere la vita che ci ha donato per essere felici e per fare del bene al prossimo?" In quinta superiore ho partecipato a un campo scuola diocesano che aveva questa caratteristica di discernimento vocazionale. Da lì ho iniziato a riflettere. Mi dicevo: sì, studio, sono impegnata, ho delle belle relazioni, amicizie, ho avuto svariati fidanzati, però desideravo essere felice e mi chiedevo quale potesse essere il desiderio del Signore per me.

Così, si è recata in monastero per un mese di esperienza.

Quando ho deciso di farlo, l'ho detto solo alla mia famiglia. Alle altre persone ho detto che andavo in Umbria a fare un tirocinio. Studiavo psicologia e ho usato questa scusa per giustificare la mia assenza.

Come mai ha tenuto privata la sua decisione? 

L'ho fatto per custodirla, per darmi la possibilità di vivere la decisione che stavo prendendo con più libertà. Le persone hanno sempre da dire e io volevo essere libera da questo dire per non lasciarmi sopraffare sia nel bene che nel male.

La clausura monastica a 24 anni: "I miei genitori non la presero bene"

Suor Eleonora Merlo da bambina
Suor Eleonora Merlo da bambina

Come ha reagito la sua famiglia quando ha comunicato di avere deciso di farsi monaca?

I miei genitori non l'hanno presa benissimo, sono rimasti a bocca aperta. In realtà, avevo lasciato presagire che potesse esserci qualcosa nell'aria, ma si erano ben guardati dal vederlo e quindi sono un po' caduti dal pero. Mia mamma in particolare non era contenta. Non l'ha presa bene, era molto scettica anche per l'immaginario che c'è dietro una vita monastica e al termine clausura. Mio papà, invece, è stato sorpreso però disponibile. Mi ha detto: "Se sei felice così, vai".

Lei ha una sorella e due fratelli, come l'hanno presa?

Con mia sorella c'è un bellissimo rapporto, mi ha accompagnato e sostenuto in questa scelta. Le sono grata. Un mio fratello è via di casa da molto tempo, abbiamo dieci anni di differenza, quindi è stato più moderato, più pacato nel giudizio. Non ha lasciato trasparire grandi emozioni, sicuramente un po' perplesso, scettico, ma senza mettermi i bastoni tra le ruote. L'altro fratello è stato più tranquillo, molto più sereno.

Con il passare del tempo si è appianato tutto anche con sua madre?

Sì, sì, anche se c'è voluto un po' di tempo.

Aveva anche un compagno all'epoca a cui comunicare questa decisione?

No, non ero fidanzata. Fortunatamente, mi sento di dire, un pensiero in meno (ride, ndr).

Come mai una scelta così drastica come la clausura?

Più che la clausura ho scelto la vita monastica, l'ora et labora. Vivevo già nel mio piccolo una vita di preghiera. Coltivavo la mia relazione con il Signore ed ero una lavoratrice. Mi ha affascinato vedere nel monastero una vita nella semplicità della preghiera e del lavoro, ma fatti nella comunione, nello stare insieme. Ho avvertito il desiderio di provare: "Qui posso mettermi alla prova". Non era nei miei piani consacrarmi al Signore e la clausura per me rappresentava una vita chiusa, ma quello che poi ho sperimentato qui era molto diverso.

Nel monastero delle Benedettine di Sant'Anna c'è una forma di clausura più lieve rispetto a quella con la grata che noi immaginiamo.

Sì, la clausura monastica non prevede che non ci sia il contatto con l'esterno o con le persone che vengono in preghiera, con l'ospite. Nella Regola di San Benedetto non è prevista la clausura. Nel nostro caso ci sono dei luoghi del monastero che sono riservati e che le monache hanno il compito di custodire.

Ha preso i voti nel 2022. Eleonora è il suo nome di battesimo o quello che ha scelto per la sua vita religiosa?

È il mio nome di battesimo e poi, come religiosa, ho aggiunto Vittoria. Cambiare nome è una caratteristica della vita monastica. Il nome, nella tradizione antica, è tutta l'identità della persona. E poi c'è la tradizione biblica in cui, in molte occasioni, il Signore attribuisce un nome diverso che descrive l'essenza della persona. Indica un nuovo significato che si dà alla vita.

Perché ha scelto il nome Vittoria?

Vittoria era una monaca di questo monastero che è venuta a mancare poco dopo il mio arrivo. In quel pochissimo tempo in cui l'ho conosciuta, mi ha dato veramente tanto. Attraverso di lei ho sperimentato per la prima volta un amore gratuito nei miei confronti e la possibilità di fare altrettanto, donandomi gratuitamente al prossimo. E poi, nella traduzione dall'ebraico, Vittoria è anche uno dei significati della parola "puro" e riprende il versetto di Matteo delle beatitudini: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio". Quindi è un modo per darmi un orientamento nella vita in monastero.

Suor Eleonora cercava la felicità: "In monastero coltivo gioia e gratitudine"

Suor Eleonora Merlo de La cucina delle monache si racconta
Suor Eleonora Merlo de La cucina delle monache si racconta

In definitiva cosa le ha dato il monastero che la sua precedente quotidianità non le dava?

La possibilità di guardare a me in modo diverso, di cambiare la percezione della mia vita e di conseguenza la relazione con il Signore e il modo in cui sto con gli altri. È stato graduale. Quando sono venuta in monastero avevo 24 anni. È anche quell'età in cui si ha il desiderio di andare via di casa, di trovare il tuo posto nel mondo. Io desideravo essere felice. Alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia – uno degli ultimi eventi a cui ho partecipato prima di entrare in monastero – ricordo di avere pregato: "Signore, mi va bene qualsiasi cosa, missionaria, sposata, una laica dedita al lavoro che scelgo, purché io sia felice".

E ha trovato questa felicità?

Diciamo che la trovo e la ritrovo ogni giorno. Non è un dato oggettivo, immutabile, però in monastero ho scoperto che le cose che succedono – belle o brutte che siano – possono essere vissute in modo diverso, continuando a coltivare la gioia e la gratitudine per la vita e per il servizio all'altro.

Le manca qualcosa della vita fuori dal monastero?

I tramonti. Vivevo ad Altivole, in provincia di Treviso, in un luogo di campagna dove si potevano ammirare bellissimi tramonti e albe incantevoli. Questo un po' mi manca, vivendo in un monastero in città non è semplice. Certo, ogni tanto il cielo del chiostro si colora di rosa, però non è la stessa cosa.

Durante il suo percorso religioso ha vissuto momenti di crisi?

Per la giovane età e i pochi anni di vita monastica, non sono mai arrivata a dire: "Me ne vado". Ci sono momenti di difficoltà, faticosi, questo sì. La vita comunitaria non è semplice, vivere insieme a 20 donne diverse, con culture, età e provenienze diverse richiede un bell'impegno e la disponibilità al cambiamento di sé. La cosa più stupefacente, però, è vedere come questa diversità non sia un ostacolo, ma un motivo per volersi bene e quindi è molto bello anche questo.

Le lauree in psicologia e il suo lavoro oggi presso la foresteria del monastero

Suor Eleonora e Suor Myriam D'Agostino de La cucina delle monache
Suor Eleonora e Suor Myriam D'Agostino de La cucina delle monache

Nel 2015 si è laureata in psicologia dell'educazione, nel 2018 in psicologia clinica e di comunità e a gennaio scorso ha conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica Integrata. Le sue lauree stanno tornando utili nella sua vita in monastero?

Sono regolarmente iscritta all'Ordine degli Psicologi dell'Umbria come psicologa e psicoterapeuta. Posso esercitare ma lo faccio marginalmente rispetto alla vita comunitaria, che è molto variopinta. Metto in pratica questi studi aiutando le persone che hanno bisogno di parlare, di fare dei percorsi di introspezione e cambiamento. Con molta calma perché le attività in monastero sono veramente tante.

Si occupa dell’accoglienza e dell’ospitalità presso la foresteria del monastero, cosa le piace di questa mansione?

Gestisco le persone che vogliono venire a dormire qui o passano per farci un saluto. L'incontro con l'altro è sempre affascinante. Chi bussa alla porta ha una storia da raccontare, a volte semplicemente con un sorriso o con una parola. Non sempre avviene che ci raccontino le loro vite, ma basta uno scambio, una parola, un saluto per comprendere quanto l'altro sia un mistero, non sappiamo chi abbiamo davanti e questo mi affascina veramente tanto.

La cucina delle monache su Food Network con Madre Noemi, suor Eleonora, suor Debora e suor Myriam

La Cucina delle Monache su Food Network: Suor Eleonora, Suor Myriam, Madre Noemi e Suor Deborah
La Cucina delle Monache su Food Network: Suor Eleonora, Suor Myriam, Madre Noemi e Suor Deborah

Presto arriverà su Food Network la terza stagione della Cucina delle Monache. Cosa dobbiamo aspettarci dalle nuove puntate? 

Possiamo dire che nel realizzare le ricette siamo migliorate, ci siamo velocizzate un po' (ride, ndr), siamo diventate più pratiche. Le persone apprezzano la semplicità, il fatto che stiamo bene insieme. Questo stile che ci caratterizza tutti i giorni, gli spettatori lo ritroveranno nelle nuove puntate.

Conduce una vita proiettata verso il prossimo, cosa augura invece a se stessa?

Bella domanda. Forse il miglior augurio che possa farmi è quello di darmi sempre la possibilità di mettermi in discussione, di non lasciarmi definire né da me stessa né dagli altri ma solo dalla parola del Padre.

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