Sophie Codegoni: “Basciano voleva che vivessi per lui, dopo la denuncia alcuni amici sono spariti”

Dopo il monologo della scorsa settimana a Le Iene, Sophie Codegoni torna di fronte a Stefano Corti per chiudere il cerchio e raccontare la sua versione dei fatti a proposito della delicata vicenda che l’ha vista contrapposta all’ex compagno Alessandro Basciano. La Cassazione ha confermato il divieto di avvicinamento a carico del deejay e ha disposto l’utilizzo del braccialetto elettronico, misura contro la quale l’avvocato che difende Basciano ha già annunciato ricorso. “Sono molto più tranquilla rispetto a prima, è stato un periodo pesante ma dopo il monologo della settimana scorsa, ho ricevuto messaggi di sostegno e supporto da parte di tante donne. Adesso inizio ad andare in giro e a sentirmi più tranquilla”, ha dichiarato Sophie di fronte alle telecamere di Italia1, determinata a chiudere questo capitolo doloroso della sua vita.
Sophie Codegoni: “I problemi cominciati dopo il mio trasferimento a Milano”
Pur senza entrare nei dettagli, Sophie ha ripercorso i momenti salienti di questa vicenda: “I problemi sono cominciati dopo il mio trasferimento a Milano perché lui voleva che io vivessi per lui, cosa che a Roma succedeva. A Milano, invece, uscivo con gli amici, andavo a cena, lavoravo, partecipavo agli eventi…facevo tutto quello che qualsiasi persona fa. Avrei mille modi per raccontare la mia versione – fogli, carte, messaggi – ma non mi interessa. Se fosse stato per me, questa storia sarebbe rimasta solo nelle sedi opportune. Non ha senso metterci a fare una guerra televisiva”. Quindi ha chiarito che a darle il coraggio di denunciare sarebbe stata l’aggressione di Basciano ai danni dell’automobile a bordo della quale viaggiavano di due suoi amici:
Finché succede a te, ti dai mille colpe e continui a lottare perché sei convinta che l’amore possa salvare tutto. Ci sono momenti in cui capisci che quello che stai vivendo è sbagliato ma poi entri in un meccanismo che ti fa restare bloccata nella tua volta. Quando, invece, vedi che a farne le spese sono le persone a cui vuoi bene, ti convinci a dire basta. Lì vedi tutto dall’esterno, con lucidità, e capisci la gravità di quanto sta accadendo. Capisci che stai mettendo in pericolo anche persone che non c’entrano niente. I miei amici hanno cercato in mille modi di farmelo capire ma non ascoltavo, me la prendevo con chi cercava di aiutarmi. Ti assicuro che trovare il coraggio di denunciare il padre di tua figlia non è facile. In questi nove mesi non ho mai parlato, ma purtroppo spesso il silenzio viene frainteso. È stato interpretato come la volontà di nascondermi. Non ho fatto tutto questo perché volevo distruggere il padre di mia figlia, l’ho fatto perché volevo tutelare me stessa e le persone che mi stanno vicino.
Sophie Codegni: “Le persone si sono divise, alcuni non mi hanno creduto”
“Ho vissuto una solitudine totale”, ha aggiunto l’influencer, “Non sapevo che il periodo seguito alla denuncia sarebbe stato così difficile. Pensavo che denunciando sarebbe immediatamente finito tutto. E invece mi sono ritrovata a guardare per la prima volta in faccia la realtà. Ero sola ad affrontare quella guerra e il fatto di essere esposta ha amplificato tutto. Le persone si sono divise. C’è chi non ti crede e chi preferisce non ritrovarsi in mezzo a una situazione così delicata. A deludermi sono state anche persone che reputavo amiche ma che non mi sono state vicine”. Quindi un messaggio rivolto allo stesso Basciano (a carico del quale Le Iene hanno scoperto una precedente condanna per stalking):
Ad Alessandro vorrei dire solo che il limite è già stato superato da un pezzo. E di affrontare questa situazione con un po’ di intelligenza da parte di tutti. Bisogna ricordare che abbiamo un interesse comune che è più grande di tutto questo, e che è nostra figlia.