Luisa Corna: “Mio marito Stefano Giovino ha 15 anni meno di me, sarebbe stato un peccato fermarsi per l’età”

Luisa Corna racconta in un'intervista com'è cambiata la sua vita negli ultimi anni, sia sul piano sentimentale che professionale. Fa ancora la cantante, ma vive a Livorno dove si è trasferita da tre anni per amore del marito Stefano Giovino, ufficiale dei Carabinieri e più piccolo di lei di 15 anni: "Sarebbe stato un peccato fermarsi per l’età".
Il rapporto con il marito Stefano Giovino
Al Secolo XIX ripercorre le sue storie d’amore più significative, da quella con Aldo Serena a quella con Alex Britti e quella con Valerio Foglia Manzillo, "ma ogni rottura è stata affrontata per così dire con cognizione di causa, senza particolari traumi". La vera svolta è arrivata con suo marito Stefano Giovino, che ha 15 anni meno di lei. La differenza d'età è una cosa su cui la cantante ha riflettuto molto, ma il rapporto con lui era "maturo, sincero, schietto", spiega al quotidiano.
Sarebbe stato un peccato fermarsi per l’età, e così da quel giorno in cui lo conobbi per un evento della Croce Rossa non ci siamo mai lasciati.

La differenza d'età in amore e altri stereotipi che meritano di essere superati
Il loro caso, però, non è isolato. Da diversi anni, il jet set italiano racconta storie d’amore che scardinano i canoni tradizionali. Pensiamo a Maria De Filippi e Maurizio Costanzo, che con i loro 23 anni di differenza hanno costruito un sodalizio durato decenni, o a Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo, lui più giovane di sei anni, che vivono da sempre il loro amore lontano dai riflettori. Anche Ambra Angiolini, per un periodo legata a Massimiliano Allegri, più grande di lei di oltre dieci anni, ha vissuto una storia intensa nonostante il gap generazionale. Queste relazioni mettono in discussione stereotipi ancora radicati: l’idea che debba esserci una certa simmetria d’età per far funzionare un rapporto. Al contrario, nel mondo dello spettacolo l’amore sembra adattarsi al ritmo della vita, più che alla data di nascita. E se c’è complicità, rispetto e visione comune, l’anagrafe diventa solo un numero.