Lino Banfi: “Ho sempre fatto ridere gli altri, mi chiedo chi lo abbia fatto con me. Mi proposero di fare Don Matteo”

Alla soglia dei 90 anni Lino Banfi è uno di quegli attori che nella sua vita può dire di aver guadagnato il suo successo, passando per la fame, per la gavetta, ma anche per la quella capacità di far ridere che è sempre stata la chiave della sua salvezza. L'attore si racconta in una lunga intervista, nella quale parla del suo passato, dell'infanzia, dei lavori precari, dello spettacolo e dei personaggi che ha incontrato sul suo cammino.
Lino Banfi e l'innata capacità di far ridere
Se dovesse pensare ad un talento, Lino Banfi direbbe senza ombra di dubbio: "Quello di far ridere gli altri". Un qualcosa che lo ha caratterizzato da sempre, come racconta intervistato da La Repubblica: "Appena nato, mia madre diceva che quando ho aperto gli occhi avevo un sorriso enorme", una risorsa che lo ha aiutato anche nei momenti di difficoltà, che guardandosi indietro gli fa porre anche delle domande su, chi invece, sia stato in grado di ricambiare il favore allo stesso modo:
E poi, a sei o sette anni, c’era la guerra, i bombardamenti a Canosa di Puglia. Quando suonavano le sirene correvamo al ricovero, e mio nonno mi gridava sempre: “Pasqualino, ricordati i pupazzi!”. Io me ne portavo dietro due che avevo costruito da solo, Orlando e Rinaldo. Non avevamo soldi, gli altri pagavano con mandorle o olive ma io non avevo nemmeno quelle, mio padre faceva un’altra agricoltura. Allora mi facevo dare qualche lira per inscenare l’Orlando furioso coi pupazzi. Poi sono cresciuto e sono andato in seminario, i miei mi volevano prete. Avevo undici anni. Anche lì, durante le recite sacre, facevo ridere tutti. E oggi che ho quasi novant’anni, la domanda che mi faccio è: ‘Ma a me, chi “chezzo” mi ha fatto ridere?
La risposta, anche piuttosto pronta, è "nessuno", ma poi spiega meglio questo concetto e aggiunge anche delle considerazioni su alcuni comici: "Essendo uno buono, altruista, che non vuole male a nessuno, sorrido per niente, mi fanno ridere le cose puerili, le sciocchezze, quelle che non hanno pretesa di cultura. Non mi piacciono quelli che si presentano come comici ma ti sbattono in faccia che sono colti, plurilaureati, pieni di sé". Tra i comici che oggi apprezza di più c'è Crozza "perché si inventa delle imitazioni, ha la fortuna di avere un fisico neutro, come lo aveva Noschese" e poi anche Pio e Amedeo, suoi conterranei: "Da quando li ho conosciuti mi piacciono ancora di più. Sono in gamba, pugliesi fino al midollo. Vogliono fare cose belle, non fermarsi a quello che sono. Dicono che vogliono crescere artisticamente, e ci credo. Stiamo lavorando insieme a un film".
"La fame è terribile"
Prima di arrivare ad essere un attore di successo, però, ne è passato di tempo, Banfi ha provato davvero cosa significa avere fame, ma non ha mai ceduto all'illegalità sebbene ci sia andato piuttosto vicino:
Ho passato notti nelle stazioni ferroviarie, negli anni 50, con vecchi barboni o giovani che cercavano lavoro, sarti, parrucchieri, calzolai, ti toccavano i lavori abusivi che rasentavano l’illegalità. Per fortuna non ho mai fatto cose illegali. E per fortuna poi mi hanno chiamato a fare il militare vicino a Sanremo e lì avevo da mangiare e dormire. La fame è terribile. A volte una banda di ladri tentò di ingaggiarmi come complice e volevano che fischiassi O sole mio se arrivava la polizia. Ma non riuscivo, il fischio non usciva, me la facevo sotto dalla paura. Non era per me.
La proposta di fare Don Matteo
Tanti i ruoli interpretati negli anni, tanto al cinema quanto in tv, tanti i registi con cui ha lavorato, da Dino Risi alla promessa di Fellini, dai complimenti di Totò e Alberto Sordi, passando per il tour americano con Franco Franchi e l'esperienza con Renzo Arbore. Il personaggio più recente, però, quello di Nonno Libero in Un medico in famiglia è quello che lo ha reso davvero indimenticabile, eppure per poco non ha interpretato un ruolo iconico in Rai:
Quando fui chiamato per il nonno di Il medico, dalla Lux di Matilde Bernabei ricevetti la proposta per fare un prete di provincia che, il basco in testa, combatte con i preti giovani con la barbetta curata, una serie molto lunga, sempre per Rai 1, hanno provato a farmi firmare un'esclusiva, ma alla fine sempre per loro ho lavorato. Chissà, forse avrei fatto Don Matteo e si sarebbe chiamato in un altro modo.