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Giovanna Mezzogiorno: “Mia sorella Marina cresciuta con due mamme, l’Italia è un po’ razzista”

Giovanna Mezzogiorno si racconta parlando dell’educazione dei suoi figli, delle difficoltà che si riscontrano in Italia, dovute al pregiudizio verso ciò che è diverso. Infine parla anche della sua famiglia e di sua sorella Marina, cresciuta con due donne.
A cura di Ilaria Costabile
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Giovanna Mezzogiorno si racconta in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui parla del suo essere "poco italiana", non attaccata alle radici, alla necessità di proteggere i suoi figli ad oltranza. A proposito di stereotipi, l'attrice romana, racconta di riconoscere negli italiani una certa difficoltà nell'aprirsi a ciò che non appartiene  alla propria cultura.

Giovanna Mezzogiorno e l'educazione dei suoi figli

Nata a Roma, cresciuta a Milano e poi volata a Parigi per studiare recitazione con Peter Brook, ora da diversi anni a Torino, Giovanna Mezzogiorno si definisce una "sradicata" e spiega che nella sua sua vita non ha mai pensato di essere legata solamente ad un luogo:

Non sono radicata da nessuna parte e mi va benissimo così. Sono una persona che ovunque va sta bene. Una cosa che ti dà immense possibilità. Non sono una che parte da un posto piangendo perché sa che non potrà più stare lì. Da quando avevo 8 anni e mezzo questa cosa non mi appartiene. E mi auguro che i miei ragazzi crescano così: importante è il mondo, le persone diverse da noi.

I suoi figli, nati a fine agosto di 12 anni fa, sono cresciuti sotto la sua attenta supervisione e quella di suo marito: "Mai avuto una babysitter fissa: un po’ estrema come cosa. Ma non c’è stato nessun ideologismo isterico in questo: semplicemente c’eravamo noi e potevamo occuparcene noi". Ed è stata una loro scelta quella, controcorrente, di non regalargli alcun telefono cellulare, di cui sembrano non sentire affatto la mancanza: "Lo avranno quando cominceranno a uscire da soli, l’arnese infernale. Per ora non lo fanno, quindi io e il loro papà non vediamo un motivo al mondo per cui dovrebbero averlo. Non lo chiedono". 

La sorella Marina cresciuta in America

L'attrice dichiara di aver imparato ad essere meno ossessionata dall'idea di proteggere i figli, come ritiene che nella cultura italiana siano solitamente le madri, sebbene non si proclama un genitore perfetto. E in merito all'abilità nel crescere i propri bambini, su cui gli italiani sono soliti pontificare, Giovanna Mezzogiorno sposta l'attenzione su come i pregiudizi possano avere un'influenza negativa, portando ad esempio quanto è accaduto nella sua famiglia:

Ho una sorella, Marina, di 15 anni più giovane. Ora vive anche lei in Italia ed è la mia migliore amica. Ci vediamo spesso, conosce i miei bambini. È figlia di una donna americana che ebbe una relazione con mio padre negli Usa a fine Anni 80. Andava e veniva dall’Italia già da piccola, la portava la nonna a trovare suo papà Vittorio. Bene, la mamma di mia sorella è bisessuale, si chiama Donna. Poco dopo la sua nascita ha vissuto in coppia per tantissimi anni con Jane, che io ho conosciuto. Dunque mia sorella è stata educata e formata da una coppia gay. Marina è nata a Los Angeles, poi Donna e Jane si sono spostate a Seattle e lì lei è cresciuta in una famiglia perfettamente armonica, senza nessuna mancanza, con un’educazione rigorosa.

L'istinto conservatore dell'Italia

L'Italia è un paese che potrebbe migliorare, sotto diversi punti di vista, secondo l'attrice rimanendo in tema di famiglia, sono troppe le difficoltà in cui si imbattono le famiglie arcobaleno, o anche chi, semplicemente desidera adottare, dovendo superare una trafila lunghissima. Gli italiani, a cui Mezzogiorno riconosce delle innegabili qualità, hanno dimostrato però di essere restii all'apertura verso tematiche di una certa rilevanza sociale:

La gente è empatica, è un Paese in cui ancora gentilezza ed educazione hanno un valore. C’è tanto volontariato, persone che si sbattono per gli altri. E molta voglia di tenere viva la nostra cultura, uno zoccolo duro non demorde. Nella maggioranza della popolazione siamo un Paese chiuso, sì. Conservatore e… la dico la parola? Purtroppo va detta: un pochino razzista. nell’atteggiamento verso l’omosessualità, verso chi la pensa diversamente, verso chi è lontano dalla cultura tradizionale cattolica.

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