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Filumena Marturano, Vanessa Scalera: “Non potevo essere Sophia Loren, ma le ho dato tutta me stessa”

Vanessa Scalera racconta la sua Filumena Marturano a Fanpage.it: “Non dovevo avere l’obbligo di stupire solo perché dietro di me ci sono state attrici enormi. Ho dato al personaggio le mie caratteristiche”.
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Vanessa Scalera è la nuova Filumena Marturano. Nei panni dell'eroina immortale disegnata da Eduardo De Filippo, l'attrice di Mesagne ci sta benissimo. Forse perché è destino che quel ruolo calza bene a chi arriva dalla Puglia: Regina Bianchi, che è stata la protagonista della trasposizione televisiva del 1962, veniva da Lecce. Il merito è di una regia attenta firmata da Francesco Amato, che ha saputo scavare meglio di altre trasposizioni più recenti, e da un rapporto sulla scena sempre più forte con Massimiliano Gallo, nel ruolo di Domenico Soriano.

Il riferimento di Vanessa Scalera, quello che ha cercato di tenere il più possibile a distanza, era un po' più ingombrante e internazionale: la Sophia Loren di "Matrimonio all'Italiana". A Fanpage.it, l'attrice racconta questa distanza e presenta così la "sua" Filumena.

Un ruolo con tantissimi riferimenti di lusso: come è nata la tua Filumena? 

Intanto, i precedenti illustri e straordinari li ho dovuti prendere e mettere in un cassetto per forza. Anche se emergevano costantemente. Da quel cassetto, l’emersione più importante era Sophia Loren. Ma io sono una donna e un’attrice differente.

E allora qual è stato l’approccio? 

Mi sono detta: non devo fare Filumena Marturano ‘strana’. Devo mettere a disposizione le mie caratteristiche e confrontarmi costantemente con il regista, senza l’ansia di trovare una chiave diversa. Non dovevo avere l’obbligo di stupire solo perché dietro di me ci sono state attrici enormi, come appunto Sophia. Partiamo perdenti, diceva il regista. La metafora giusta è quella calcistica: noi siamo la piccola squadra e la Filumena Marturano del passato è come la squadra più forte. Il fatto di non essere napoletana mi ha aiutato ad affrontare questa sfida senza paura. Ho studiato tantissimo, abbiamo fatto un percorso di prove come quelle che si fanno a teatro. Ho messo tutta me stessa.

Quanto tempo?

Una cosa rara: due settimane di prove in una casa di 400 metri quadri a Piazza del Gesù. In pratica, Sophia Loren era sempre lì, al mio fianco. E io ho fatto finta di niente. Gli scenografi hanno fatto un lavoro straordinario. Quando poi siamo arrivati sul set, conoscevamo perfettamente tutto.

Il fatto di puntare su di te e Massimiliano Gallo aveva il grande favore di partire da una coppia che il pubblico Rai già conosce. D’altro canto c’era il rischio di rivedere in voi, Pietro e Imma in controluce. Senti che la vostra sintonia sia arrivata a un nuovo livello? 

Questo è un passo ulteriore, come hai detto tu, d’altronde Imma e Pietro sono due maschere. Facciamo gli attori per questo, tentiamo di trasformarci e interpretare. Il rischio di confonderci non l’ho mai sentito, non ho mai avuto paura delle ombre di Imma e Pietro perché sapevamo di fare un’altra cosa.

Tralasciando “Matrimonio all’Italiana”, però io vedo in te e Massimiliano Gallo quella stessa sintonia che c’è stata tra Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Sbaglio? 

È un paragone che mi onora umanamente. Perché anche loro credo fossero una coppia di amanti artistici e io e Gallo lo siamo. Io adoro Massimiliano Gallo, come adoro Francesco Amato (regista, ndr). Siamo un terno, più che un trio. Senza di loro accanto, l’avventura sarebbe stata più difficile. Con loro, parliamo la stessa lingua. Ho avuto un velluto sotto di me.

Maternità, vita di coppia, amori complicati: Filumena Marturano può essere visto come un testo politico? 

Ci sono sicuramente gli interrogativi su cosa voglia dire la maternità, ma non credo che Filumena sarà davvero madre per davvero, perché non ha visto i suoi figli crescere. Così come io ti posso dire di essere madre, pur non essendolo, perché amo tutti i bambini che ho visto crescere. Non tollero molto la retorica del “non sei madre, allora non capisci”. Questo testo insegna il contrario. Filumena rompe gli argini di questa retorica: “I figli sono figli”, dice. È vero. Eppure li ha cresciuti amandoli da lontano. Questo vale per tutto.

È un testo anche sul rimpianto. 

Sul rimpianto di non aver amato abbastanza e sul perdonarsi di non aver amato abbastanza. La grande rivoluzione di questi due personaggi è la capacità di riallacciare i fili dopo anni e anni di parole non dette.

Su di te ritorna sempre la questione della ‘gavetta’. “Ah, quant’è brava Vanessa Scalera, ha fatto la gavetta”, “viene dalla gavetta”.

Non mi è mai piaciuta la parola ‘gavetta’. Non ha nulla di positivo. Tutto quello che viene prima è considerata poca cosa, competenze minori rispetto al ruolo che hai nel presente. La parola ‘gavetta’ è utilizzata male. Io ho fatto il mio lavoro. E ho fatto le cose più belle prima di arrivare al successo popolare. Ho fatto le cose che mi hanno soddisfatta di più. Certo, Imma Tataranni mi ha dato grande possibilità, ma dietro di me ci sono anni di lavoro. E quello che non si è visto di me, è quello che più ho amato da fare.

Imma Tataranni è un personaggio che è diventato d’ispirazione per molte donne.

È vero che Imma è entrato come una lama e non so dirti cosa è stato. Mi fanno piacere tantissimo i complimenti che ricevo. Quando incontro le donne per strada, mi dicono che amano molto Imma Tataranni. Soprattutto a Napoli, mentre giravo Filumena, mi fermavano per chiedermi di Imma e non credevo a questo successo. Allora io dicevo: “Mò sto girando Filumena” e loro: “Non ti preoccupare, tanto qua a Napoli ti vogliamo bene”.

Hai fatto un ottimo lavoro sul dialetto. 

Peppe Mastrocinque ha fatto un lavoro straordinario con me. Abbiamo lavorato sulle canzoni napoletane. Peppe mi diceva: “Ascolta le vecchie, perché le nuove non vanno bene”.

Con chi vedrai Filumena Marturano? 

Mi piacerebbe con Gallo, ma purtroppo siamo distanti.

Massimiliano ha detto che non ha visto ancora il film.

Appunto. Mi sarebbe piaciuto vedere la sua faccia dopo tanta fatica e tanto lavoro insieme.

E quindi: con chi la vedrai?

Sarò con amici cari. Ovviamente, fumerò tante sigarette, berrò e penserò a Sophia Loren.

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