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Drusilla Foer: “Com’è faticoso l’odio, chi non comprende l’unicità degli altri è sfortunato”

Drusilla Foer si racconta in un’intervista nella quale ribadisce l’importanza dell’unicità, sottolineando quanto l’odio non chiuda le persone in una prigione.
A cura di Ilaria Costabile
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Drusilla Foer è senza dubbio il personaggio dell'anno. Dopo il successo di Sanremo 2022, dove è stata protagonista della terza serata, le è stato affidato un programma nella fascia pre-serale di Rai2, che conduce con arguzia e professionalità. In un'intervista a Vanity Fair ha raccontato che Gianluca Gori, l'ideatore del personaggio che interpreta, non è completamente staccato dal sul alter ego: "Non ci sono limiti. Perché Drusilla non prende lo spazio di nessuno. È tutto naturale. E i pensieri vengono da un unico assemblamento di valori". 

 Il valore dell'unicità

Ed è proprio di valori che si fa portatrice Drusilla Foer, che ha saputo conquistare il pubblico con eleganza, con sagacia e una sottile intelligenza alimentata dalla cultura: "La scaltrezza e la furbizia mi fanno schifo. Essere furbi è una trovata di chi ha l’abitudine di alimentare la propria intelligenza con le scorciatoie". Il suo messaggio, anche nel condurre una striscia quotidiana come l'Almanacco del giorno dopo è sempre quello di avere il rispetto della conoscenza e dell'essenza altrui. Sul palco dell'Ariston ha diffuso l'idea dell'unicità, un concetto che ribadisce tutt'oggi, chiedendosi a cosa possa servire osteggiare le persone, talvolta senza nemmeno conoscerle:

Che cosa faticosa l’odio, non trova? Mi domando che rispetto di se stessi abbiamo coloro che non sono in grado di rispettare l’unicità degli altri. Chi non capisce, chi non rispetta, chi non ascolta l’unicità degli altri è una persona sfortunata perché non si concede la libertà di farsi ispirare dal pensiero degli altri. È una prigionia che non auguro a nessuno.

Non è un percorso semplice quello che porta un individuo a diventare unico, a prendere la parte più intima e profonda di sé, e portarla nel mondo, ma spesso questo porta ad incappare in errori, in valutazioni sbagliate. Quando succede, secondo Foer, è necessario accogliersi ed essere le madri di se stessi: " Trattarsi come figli propri vuol dire darsi la possibilità di perdonarsi. E perdonarsi è una figata pazzesca". 

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