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Denise Pipitone, nessuno la cerca più. Infante: “Indagato per aver criticato inchiesta inconcludente”

Milo Infante, indagato dalla Procura di Caltanissetta per diffamazione aggravata, rivendica il diritto di critica. Il giornalista e conduttore di Ore 14 a Fanpage.it: “L’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone non ha prodotto risultati, se qualcuno si aspetta l’applauso sbaglia. Chi cerca Denise? Nessuno. Lo Stato ha abbandonato Piera Maggio”.
A cura di Daniela Seclì
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Il giornalista Milo Infante da tempo segue da vicino il caso di Denise Pipitone. Nel programma da lui condotto, Ore 14, e sui suoi profili social concede ampio spazio alla vicenda della bambina di Mazara Del Vallo scomparsa il 1º settembre 2004. Diciassette anni dopo, nessuno ha ancora pagato per il sequestro della piccola. Né si è fatta piena chiarezza su cosa le sia accaduto. Infante ha dichiarato a Fanpage.it: "Hanno relegato Piera Maggio all'ergastolo. Fine pena mai. Non saprà mai che fine ha fatto sua figlia. È una condanna feroce". In queste settimane, inoltre, il giornalista è stato indagato dalla procura di Caltanissetta per diffamazione aggravata:

"Provo amarezza. Mi dispiace che nelle aule dei tribunali, il tempo dei giudici venga impiegato per queste vicende. Da giornalista so bene cosa sia la diffamazione, francamente non mi sembra questo il caso. Mi dispiace che si parli di Denise Pipitone accostandola a queste miserie".

Cosa le contestano?

In realtà ancora non conosco le frasi che mi vengono contestate. Al momento non è dato sapere neanche chi sia il querelante, dato che il nome non è indicato sull'avviso di garanzia. Ho riguardato le due puntate che sono nel mirino dei magistrati che si sono sentiti tirati in ballo e non ho rilevato delle frasi che possano essere ritenute diffamanti. Evidentemente, però, siamo andati a urtare la sensibilità legittima di una o più persone che hanno ritenuto di querelarmi. Voglio aggiungere una cosa.

Prego.

Rivendico il diritto di critica. Posso dire che mi aspettavo di più da un'inchiesta che arriva a 17 anni dalla scomparsa di una bambina. Questa non è diffamazione. Se qualcuno si aspetta l'applauso anche per un'inchiesta che non porta risultati con me sbaglia.

Deputati e senatori della Lega le hanno espresso solidarietà in Vigilanza Rai e hanno aggiunto che questo procedimento rischia di essere interpretato come un modo per tappare la bocca. Anche lei ha avuto questa sensazione?

Io ho la sensazione che da anni ci sia, in generale, una forte insofferenza verso i giornalisti che ancora esprimono il diritto di critica. Siamo malvisti, non siamo simpatici a nessuno. Soprattutto alla cattiva politica che ci vive come un peso. C'è insofferenza nei confronti di quella che un tempo si chiamava la libera stampa.

C'è chi l'ha accusata di non essere imparziale nel suo modo di trattare il caso di Denise Pipitone. In questa storia, però, mi pare ci sia una sola parte da cui stare, quella della bambina scomparsa. 

Sono d'accordo. Ci sono dei pulcinella televisivi, che ogni tanto – come dei pupazzetti a molla – saltano fuori e dicono la stupidata di turno. Creano una sorta di arena, una contrapposizione tra Piera Maggio e Anna Corona. Dicono che ci sono i cattivi che ce l'hanno con Anna Corona e Jessica Pulizzi. Capiamoci, non è il giornalista che ce l'ha con loro. Jessica Pulizzi è stata assolta per insufficienza di prove. E poi c'è Gaspare Ghaleb, l'unico condannato per avere mentito. E dato che siamo in Italia e non abbiamo rispetto neanche di una bambina rapita, siamo riusciti a mandare in prescrizione il reato, per cui Ghaleb è uscito con una fedina penale più pulita della mia. Quindi chi è che da sempre sospetta di Jessica Pulizzi? Io o i pubblici ministeri? Non c'è un altro sospettato o una pista alternativa. L'unica sotto processo è sempre stata lei. L'assoluzione avviene per mancanza di prove.

Secondo la Procura di Marsala, tutta questa attenzione mediatica sul giallo di Mazara del Vallo avrebbe influito negativamente sulle indagini. 

In realtà, tanti casi di cronaca sono stati risolti grazie all'aiuto dei giornalisti. Non possiamo smettere di occuparci delle persone scomparse, solo perché a furia di parlare di un caso, spunta il mitomane che crede di vedere Denise Pipitone ovunque. L'invito è: fate le indagini, fatele bene, trovate i colpevoli, riportateci a casa le persone scomparse in un tempo accettabile e così non ne parleremo per 17 anni. Trovate Denise e io per primo smetterò di parlarne, fine.

Si era parlato di una commissione parlamentare d’inchiesta che facesse luce sulla vicenda di Denise. Ma anche in questo caso, si è bloccato tutto.

La commissione parlamentare si incaglia perché manca la volontà di portarla avanti. Era stata proposta a maggio dell'anno scorso, poi ha subito una serie di battute d'arresto, fino al momento in cui il Partito Democratico, che avrebbe dovuto calendarizzarla, non ha deciso di attenersi agli impegni presi con gli altri gruppi parlamentari e non presentare nuove commissioni. Io credo che per Denise Pipitone un'eccezione doveva essere fatta. Attribuisco la colpa alla mancanza di coraggio non solo del Partito Democratico, ma anche di tutti gli altri partiti politici che avrebbero potuto alzare la mano e dire di essere favorevoli a una forzatura. Questo non c'è stato.

A volte si ha l’impressione che Piera Maggio e Piero Pulizzi siano sostenuti dagli italiani, ma lasciati soli da chi potrebbe fare luce su questo caso.

Non è un'impressione. Lo Stato ha completamente abbandonato Piera Maggio e Piero Pulizzi. Completamente. Inutile dire che la seguono a distanza. In generale, credo che in molti guardino questo padre e questa madre e dicano: "Ma cosa volete ancora?". La risposta è: "Qualcuno ci dica dov'è nostra figlia".

Studiando approfonditamente il caso, che idea si è fatto? Si può sperare ancora di ottenere verità e giustizia?

A questa domanda hanno risposto i PM di Marsala. Nella richiesta di archiviazione dicono che solo se qualcuno che conosce la verità deciderà di parlare, si arriverà alla soluzione del caso. Ecco, la trovo un'ipotesi inaccettabile. Credo sia nostro dovere fare il necessario per arrivare alla verità, qualunque essa sia. Persone che hanno sottratto alla madre una bambina di 4 anni, non si pentono. Puoi sperare di arrivare alla verità solo facendo sentire il cappio che si stringe, una certa pressione.

Quindi continuando a indagare.

Bisogna avere il coraggio che fino a oggi è mancato. Ci sono state delle dichiarazioni da parte di testimoni e indagati, che sono state accertate come false. Bisognerebbe andare a riprenderle e capire perché sono state dette quelle bugie. E da lì ripartire. La vicenda di Denise si apre e si chiude nei quattro, cinque giorni successivi al sequestro. Tutto quello che accade dopo è depistaggio.

Allo stato attuale delle cose, chi sta cercando questa bambina?

Nessuno. Solo il papà, la mamma e l'avvocato Giacomo Frazzitta. Basta, non la cerca più nessuno. E poi c'è qualche mentecatto in cerca di visibilità. Ci sono personaggi che ogni tanto saltano fuori e si presentano come investigatori, persone informate sui fatti. Creano confusione, alimentano false speranze. Anche stamattina mi ha chiamato una persona che mi aveva contattato già in passato, dicendo di aver trovato Denise e che è mamma di due bambini. Gli ho chiesto di non chiamarmi mai più.

Di tanto in tanto, poi, spuntano ragazze somiglianti a Denise Pipitone che riaccendono la speranza.

Le racconto un episodio. Un giorno Piera Maggio mi chiese di approfondire una pista. Mi mandò i riferimenti di una ragazza, la cui storia era compatibile con la vicenda di Denise: i trasferimenti, i genitori adottivi che la trattavano male. Quadrava tutto, così le chiesi il gruppo sanguigno. Quando lo comunicai a Piera Maggio mi scrisse solo una frase: "Vai avanti". Era compatibile con quello della figlia. Poi, feci delle verifiche sull'età anagrafica e scoprimmo che non corrispondeva a quella di Denise ed escludemmo questa possibilità.

La tv talvolta ha spettacolarizzato questa vicenda, costruendo intere puntate su segnalazioni improbabili. 

Tante trasmissioni, sia all'estero che in Italia, avrebbero fatto speciali di settimane anche sulla segnalazione che le ho raccontato. Avrebbero detto: "Abbiamo trovato Denise, la storia coincide, potrebbe essere lei". Invece, l'abbiamo gestita solo il sottoscritto e Piera Maggio. Le segnalazioni non dovrebbero essere rese note perché si creano dei mostri, fenomeni da baraccone che dicono di aver visto Denise. Su questo sono d'accordo che dobbiamo darci tutti una regolata.

Al netto di quello che le è accaduto in queste ore, continuerà a parlare di questo caso?

Assolutamente. Lo facciamo appena possiamo, nel rispetto della sensibilità di Piera Maggio e di Piero Pulizzi. Noi, come Rai, crediamo molto nelle istituzioni, nella magistratura, nelle forze dell'ordine, nella legge. Abbiamo sempre fiducia, però la fiducia va anche meritata.

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