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Che lavoro fa Alessandro Rosa oltre Cash or Trash e quali domande si pone per valutare un nuovo oggetto

Alessandro Rosa si occupa di valutare gli oggetti che i venditori portano a Cash or Trash. Per farlo, come ha raccontato a Fanpage.it, si pone delle domande specifiche, da che valore ha nel mercato a quanto può essere raro. L’oggetto più strano avuto tra le mani? “Una persona collezionava acchiapamosche, ne aveva a centinaia”. E sulla sua vita privata: “Non ho i social, sono riservato e voglio stare tranquillo”.
A cura di Elisabetta Murina
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Per Alessandro Rosa ogni oggetto ha un valore, che sia 1 euro o 1 milione. Non esiste qualcosa che "non vale", dipende sempre dal punto di vista da cui lo si guarda e dalle domande che ci si pone. E, proprio questo, è il suo compito a Cash or Trash, in onda su Nove dal lunedì al venerdì: valutare gli oggetti portati dai venditori e farne una stima. Figlio di un collezionista, il Dott. Rosa è cresciuto nel mondo dell'arte fin da bambino e non ha mai avuto dubbi che questo sarebbe stato il suo lavoro, come ha raccontato a Fanpage.it: "Non avevo un piano B, non c'era altra possibilità".

La tv, invece, non era nei piani e l'ha reso oggi un personaggio noto: "Mi fermano persone di ogni età, anche ragazzini di 11-12 anni. Il programma piace perché è vero, c'è immedesimazione". Oggi si occupa di art consulting e vive tra Milano e il Friuli Venezia Giulia, custodendo con massima riservatezza tutto quello che riguarda la sua vita privata.

Come è arrivato Cash or Trash nella tua vita?

In maniera del tutto casuale. Ricevetti una telefonata da una ragazza che si stava occupando dei casting perché il mio nome le era stato segnalato da altre persone. Io non avevo mandato nessuna richiesta e fino a quel momento la televisione non mi incuriosiva particolarmente, ero sempre stato solamente uno spettatore.

Il passaggio a protagonista è stato come te lo aspettavi?

In realtà non avevo particolari timori a mettermi davanti a una telecamere perché ho lavoravo tantissimi anni come battitore d'asta, quindi avevo consuetudine con il pubblico. Ormai mi sono abituato, poi dovendo parlare di argomenti di mia competenza mi sento molto tranquillo.

Quali sono i criteri con cui valuti un nuovo oggetto?

Valutare un oggetto da 10 euro o da un milione di euro è esattamente la stessa cosa. Mi faccio una serie di domande: che cos'è l'oggetto, a che epoca appartiene, chi è l'autore, in che condizioni di conservazione è, la rarità che può avere e se ha un interesse commerciale attuale o magari passato. Una volta che ho dato tutte le risposte, tiro una riga e faccio una stima, conoscendo anche i valori di mercato.

Quale è il valore massimo che ti è capitato di dare a un oggetto? 

Nella mia vita professionale, avendo lavorato per tantissimi anni in una delle più importanti case d'aste in Italia, mi sono trovato a valutare oggetti con un valore anche superiore a 1 milione di euro.

E quello più strano che hai avuto tra le mani?

Ricordo una persona che collezionava acchiappamosche, ne aveva addirittura a centinaia. Viaggiava in Europa e la prima cosa che faceva era andare nei piccoli negozi a ricercare tipologie che ancora non aveva. Certe volte vedo cose che superano davvero qualsiasi immaginazione, come un collezionista di cartelli ‘non disturbare' che si appendono fuori dalle stanze degli alberghi.

Alessandro Rosa e il cast di Cash or Trash
Alessandro Rosa e il cast di Cash or Trash

A casa hai oggetti comprati ad aste?

Certo sì, compro soprattutto immagini e libri, che mi servono anche per lo studio. A casa ho una biblioteca incentrata in particolare sull'arte moderna. Sono un curioso di natura, devo avere sempre la possibilità di approfondire quello che vedo, che si tratti di un oggetto o di altro, e ho bisogno degli strumenti per poterlo fare.

Tuo padre è un collezionista, è stato lui a trasmetterti questa curiosità verso il mondo dell'arte?

Fin da bambino ho sentito parlare di arte, libri antichi, stampe, restauro di mobili. Le prime conoscenze le ho imparate tutte grazie a lui, che mi portava alle aste a Venezia quando ero ancora molto piccolo. Come lui, anche io sono partito dal mondo antico, poi ho virato verso l'arte moderna e contemporanea, forse per svincolarmi un po' dai suoi interessi.

E tua madre?

Mia madre era una insegnante, mi ha trasmesso un'educazione che contempla il rispetto dell'autorità. I miei genitori sono sempre stati un esempio, lei nel mio diventare essere uomo e mio padre nell'ambito dell'attività professionale.

Quando hai capito che la tua passione sarebbe diventata un lavoro?

L'ho capito al liceo, quando ero l'unico che seguiva con attenzione le lezioni di storia dell'arte. Era quello che mi interessava davvero. Poi mi sono iscritto all'Università, architettura a Venezia, e sono entrato nel mondo del lavoro. Frequentavo negozi di antiquariato e lavoravo in una galleria d'arte. Da quel momento ho sempre mantenuto una sorta di doppia strada nell'ambito professionale, da una parte le mostre e dall'altra il mercato dell'arte con competenze più economiche.

Anche per quelle hai fatto studi specifici?

In realtà ho imparato tutto sul campo. Molti giovani mi chiedono spesso quale sia il percorso di studi migliore, ma la verità è che bisogna andare alle fiere, alle mostre e nei musei, essere sempre curiosi e capire davvero come funziona questo mondo.

Hai mai avuto un piano B?

Ho sempre creduto talmente tanto in questo mondo che non ci ho mai pensato. Non c'era nessuna altra possibilità, ho sempre avuto la fortuna di fare quello che mi piace.

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Sui social sei molto amato dai fan, ma non hai un tuo profilo. È una scelta di privacy? 

Fondamentalmente sì, è legato alla voglia di privacy. Non li avevo neanche prima di iniziare Cash or Trash. Sono una persona molto riservata, voglio stare tranquillo. In più, se avessi un profilo, sarei sommerso dalle domande e dalle continue richieste di valutazione di qualsiasi cosa. Conscio di non poter rispondere, preferisco non esserci.

In molti chiedono anche della tua vita privata. 

Non ho voglia di condividere il mio quotidiano, lo trovo inutile, preferisco custodire alcune cose. La mia vita privata è un'altra cosa, sono molto geloso.

Tra le tante domande sul tuo conto, c'è "che lavoro fa oltre Cash or Trash". 

Lontano dal programma faccio il consulente d'arte. Seguo collezionisti che vendono e acquistano opere d'arte. Consiglio loro quando e cosa vendere e comprare. Oggi vivo tra Milano e il Friuli Venezia Giulia, dove sono nato. Quando torno lì rallento i ritmi e mi dedico a tutte quelle passioni lontane dall'arte, come il giardinaggio, le escursioni la pesca.

Secondo te, perché il programma piace così tanto al pubblico? 

Me lo sono chiesto più volte e mi sono dato due risposte. La prima è che si tratta di un programma di assoluta verità. Io, i mercanti e Paolo Conticini siamo esattamente come il pubblico ci vede in televisione. Non c'è finzione. La seconda è che la gente si immedesima nelle persone e soprattutto negli oggetti che portano perché rappresentano uno stralcio di vita. Mi dà soddisfazione ricevere ringraziamenti per le informazioni che do.

Ti fermano anche di persona?

È un continuo riconoscermi (ride, ndr). Mi fermano in ogni parte d'Italia persone di qualunque età, anche ragazzini di 10-12 anni. Questo aspetto mi piace molto, perché pensare che il mio messaggio arrivi ai più giovani mi dà tanta soddisfazione. Mi chiedono delle valutazioni istantanee, mi fanno vedere la foto di alcuni oggetti e vogliono sapere quanto valgono.

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