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Carlotta Bertotti: “Sul viso il Nevo di Ota, un insieme di lentiggini blu. Oggi non lo copro più”

Carlotta Bertotti ha 23 anni ed è una modella. Sul viso ha un’alterazione benigna dei pigmenti chiamata Nevo di Ota o, come lo definisce lei, “un insieme di lentiggini blu”. A Fanpage.it ha raccontato la sua storia: dall’infanzia al lavoro come modella, passando per il rapporto con la sua immagine e il make up.
A cura di Elisabetta Murina
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Carlotta Bertotti ha 23 anni ed è una modella. Sulla parte sinistra del viso ha, come lo definisce lei stessa, "un insieme di lentiggini blu". Si tratta di un'alterazione benigna dei pigmenti che, in termini scientifici, viene definita Nevo di Ota. Fino ai 18 anni il make up è stato il suo "scudo": nessuno, tranne la famiglia, l'aveva mai vista senza trucco. Poi la scelta di mostrarsi per come è realmente, al naturale, perché quella vita "non mi rendeva felice". Oggi gli sguardi delle persone non la infastidiscono perché "ho cambiato punto di vista".

Intervistata da Fanpage.it, Carlotta Bertotti ha ripercorso la sua storia: dall'infanzia quando aveva solo "un puntino blu nell'occhio", al suo lavoro da modella, passando per la prima volta che si è mostrata struccata. Sui social racconta la sua quotidianità, ma non si sente una "icona della body positivity".

Sei nata con un puntino blu nell’occhio, che negli anni è cresciuto sempre di più. Come hai capito di che cosa si trattava?

Sul volto ho una voglia che sia chiama Nevo di Ota, è un'alterazione benigna dei pigmenti e coinvolge anche la sclera dell'occhio che, detto in parole povere, è la parte bianca dell'occhio. Sono venuta a conoscenza della mia condizione con il passare del tempo. Quando sono nata pensavano che fossi vittima di un trauma da parto, poi la voglia si è estesa su tutto il volto, fino a diventare delle dimensioni attuali. Non è una malattia, non è infettiva, è soltanto un insieme di lentiggini blu.

Carlotta Bertotti durante l'infanzia
Carlotta Bertotti durante l'infanzia

Fino ai 18 anni, però, non mostravi il tuo viso al naturale. Cosa ti ha spinto poi a farlo?

Dagli 8 fino ai 18 anni non è stato così semplice parlare della mia voglia, anzi, la nascondevo utilizzando il make up e una lente a contatto bianca per coprire il blu all'interno dell'occhio. A un certo punto invece ho voluto mostrarmi per come ero perché quella vita non mi rendeva più felice. Non era più sostenibile l'idea di dover passare due ore al trucco tutti i giorni e avere difficoltà nell'esprimere chi fossi, anche all'interno dei rapporti con gli altri, soprattutto per una ragazza che si stava affacciando al mondo.

La prima volta che ti sei mostrata senza trucco?

Quando ho deciso di struccarmi per la prima volta avevo 18 anni, ero al mare a Valencia, in viaggio di maturità con i miei compagni. Nessuno sapeva nulla della mia condizione, solo la mia famiglia ne era a conoscenza. Una volta tolto il trucco, ho chiesto ai miei amici: "Ragazzi, ma notate qualcosa di strano?". E loro, devo essere sincera, credo si siano immedesimati con me in quel momento. Non hanno detto nulla, se non "è una semplice voglia, sei sempre la stessa Carlotta". Non mi aspettavo questa loro reazione.

Come ti sei sentita dopo averlo fatto? 

Sicuramente è stato liberatorio perché ho capito che c'era una via d'uscita, una chance di poter cambiare vita. Però mi sono anche esposta, mostrata in tutte le mie fragilità.

Carlotta Bertotti oggi è una modella
Carlotta Bertotti oggi è una modella

Oggi sei una modella: in questo mondo il tuo viso ha rappresentato un ostacolo o un punto di forza?

Il mondo della moda, soprattutto nell'ultimo periodo e in Italia, è un ambiente che ricerca un'espressione in tout court dell'umanità. Quindi la mia condizione c'è, come ce ne sono altre mille. Non mi sono mai sentita meno rispetto a nessun'altra modella.

È corretto definirti una "icona della body positivity"?

Penso che la body positivity non sia un'etichetta abbastanza statica e che ognuno non si debba accettare a tutti i costi. Ci sono momenti della vita in cui è giusto anche avercela con se stessi. L'idea di dove essere ogni giorno felice, accettarsi anche per gli aspetti che non ci piacciono, mi sembra un pò una forzatura.

Che messaggio cerchi di trasmettere attraverso i tuoi social?

Semplicemente di vivere la vita senza nessun tipo di vincolo, né imposto da se stessi né dagli altri. La cosa importante è prenderla con leggerezza, quindi godersi sia i momenti negativi che quelli positivi, che alla fine si alternano.

E a proposito di social, ti capita di leggere commenti cattivi riguardo al tuo aspetto?

Certo, qualche commento l'ho ricevuto. Tendenzialmente però non sono mai dei profili reali, ma quelli che possiamo chiamare i "leoni da tastiera", che come commentano negativamente me, lo fanno con altre 800 persone. Basta non dargli importanza e focalizzarsi invece su tutti gli altri messaggi positivi, che fa bene leggere.

Che rapporto hai oggi con la tua immagine?

Guardandomi allo specchio non dico sempre "Ah ma che splendore", ogni tanto anche io vedo la mia macchia e faccio dei confronti con altre ragazze. Ci sono giorni in cui mi piaccio e giorni in cui non mi piaccio ed è la cosa più normale del mondo.

E con il make up?

In passato usare il trucco è stato necessario per coprire la mia voglia. Ora non ho più questa necessità, non mi copro più, quindi il make up lo utilizzo come uno strumento per esprimere al mondo chi voglio essere quel giorno.

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Come sei riuscita a passare dalla “persona sbagliata” che hai detto di sentirti a quella che sei ora?

C'è stato un grande percorso, durato 5 anni, durante il quale sono stata seguita da uno psicologo che mi ha aiutata a vedere il lato positivo in ogni situazione. Non potrei raccontare tutto questo se non lo avessi fatto.

Hai detto “Se ti fissano, lasciali fissare”. Oggi, quindi, non ti infastidiscono più gli sguardi indiscreti delle persone?

Gli sguardi delle persone non mi infastidiscono semplicemente perché ho cambiato il punto di vista. Penso che magari quel giorno ho messo una bella gonna e mi guardano per quello.

Cosa è per te la bellezza? 

Penso che la bellezza sia un'espressione del proprio io a 360 gradi, ciò che ha a che fare con la bellezza esclude l'avere a che fare con il giudizio degli altri.

Cosa diresti a una ragazza che non si sente a suo agio con il proprio aspetto?

Semplicemente che è un momento, che passa, le consiglierei di parlare ai propri genitori e magari di iniziare un percorso con un professionista.

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