Alessandro Greco: “Ho subito ingiustizie in tv. Io e mia moglie casti da 4 anni per un scelta ben precisa”

È il volto della mattina di Rai1, per diverso tempo è stato uno dei conduttori più amati dal pubblico, per poi attraversare un periodo di lontananza, probabilmente non voluta, dagli schermi e ora Alessandro Greco può dirsi felice di quello che ha ottenuto, soprattutto dal punto di vista personale. Non manca l'amore, infatti parla anche del legame con la moglie Beatrice Bocci e della scelta della castità.
Gli inizi nel mondo dello spettacolo
"Non è che sognassi di fare questo mestiere. All’inizio la mia era più che altro una ricerca di attenzione, ma non nel senso di egocentrismo, quanto di affettività" parte tutto da qui il racconto che Greco affida alle pagine del Corriere della Sera, quel bisogno di attenzioni e riconoscimento è stato per lui vitale:
Vengo da una famiglia segnata in negativo dalla mancanza di affettività e comunicazione. C’era una certa rigidità, un clima austero che ho vissuto quasi come fossi un figlio unico, avendo una sorella e un fratello più grandi di me di dieci anni: loro si sono sostenuti a vicenda, io ho respirato da solo quell’atmosfera da film western, con la pistola sempre fumante e in ogni momento il rischio che si potessero generare tensioni, anche forti. Per questo, quando ho capito che con le mie attitudini artistiche divertivo le persone e mi davano affetto, non ho più voluto rinunciare a questo scambio.
Iniziò, quindi, con gli spettacolo di piazza: "Presentavo ma avevo anche delle mie performance: imitavo Lucio Dalla, Celentano, Pizzul. Ero entrato così nel giro degli spettacoli itineranti, in contatto con quei comitati di cui Michele Guardì ha fatto una religione". Dopo poco tempo, la prima apparizione tv: "A 17 anni. Avevo vinto la sezione volti nuovi a Castrocaro, me lo fecero sapere tramite telegramma. Andai al concorso e mi trovai di fronte una dea di nome Clarissa Burt. All’epoca stava con Troisi e dopo avermi sentito mentre lo imitavo, mi chiese di farla a lui al telefono. Imbarazzatissimo obbedii".
Dalle imitazioni dei cantanti al successo di Furore
Se dovesse pensare a qualcuno che gli ha dato fiducia, riconoscendo il suo talento, direbbe: "Raffaella Carrà , ma prima di lei devo citare anche Lino Banfi che, nel 1994, mi aveva voluto nel suo programma di Radio 2: imitavo i cantanti. Erano gli anni in cui Pino Daniele, Jovanotti e Eros Ramazzotti facevano concerti trionfali insieme, i fan si aspettavano un loro disco, che però non arrivava". E infatti fu lui a creare un pezzo che divenne famosissimo:
Con lo pseudonimo Idem, cantai una serie di brani scritti dagli autori di "Perdere l’amore" imitando le loro tre voci che si intrecciavano. La canzone di punta, "Evviva la musica (Ue’ guagliò)" fece il finimondo, vendendo oltre 80 mila copie: era trasmessa da tutte le radio. Jovanotti non ci rimase proprio bene, aveva un disco in uscita. Però anche Fiorello aveva fatto un disco con le cover dei brani famosi.

E a proposito di Fiorello, anche per lui ha belle parole: "Mi ha sempre sostenuto, e si è sempre ricordato di me. Mi ha coinvolto anche a "Viva Rai2″, per vendere il glass, visto che dal 2015 sono testimonial di una azienda per cui faccio il venditore in tv".
Tanta gavetta eppure ci sono stati anni in cui Alessandro Greco non orbitava più in televisione, non sempre per suo volere e infatti ritiene non solo che avrebbe potuto fare qualcosa in più nella sua carriera, ma anche di aver subito delle ingiustizie:
Il libero professionismo è fatto di alti e bassi. Spesso sono stato chiamato per togliere delle castagne dal fuoco, Se sei un conduttore la continuità conta, un utilizzo a macchia di leopardo è difficile da gestire. Cerco però di lasciare il segno ogni volta. Penso che avrei potuto dare di più e anche che ho subito alcune ingiustizie. Ci sono stati dei programmi che mi sono stati spiegati, proposti e che poi o non si sono fatti o sono andati in onda condotti da altri.
Eppure, il suo più grande successo, ancora indimenticato, è stato Furore: "Era la discoteca degli italiani. Nel 1998 vinse il Telegatto battendo proprio Sanremo, che era nella stessa categoria. Alla conduzione mi volle Raffaella Carrà, appunto. Avevo solo 25 anni e c’erano già pronti personaggi molto famosi che volevano quel posto. Io avevo fatto un provino che aveva convinto tutti e lo dissero a Raffaella, che era la capoprogetto".
L'amore con la moglie Beatrice Bocci

L'amore con Beatrice Bocci, agli inizi, è stato molto contestato, sebbene non ci fossero reali motivi per cui una coppia come la loro dovesse destare turbamenti e infatti anche il conduttore spiega:
Quando ci siamo innamorati certi valori non erano stati ancora riscoperti e noi siamo stati descritti come due integralisti, scontati, noiosi… Ma eravamo semplicemente due ragazzi innamorati che avevano deciso di mettere su famiglia. Quando ho conosciuto Beatrice, Alessandra, nostra figlia, aveva già 5 anni: io ho deciso di esserci anche per lei. “Povero Greco, è rimbambito”, mi dicevano. Ma io ero innamorato e se ami abbracci tutto il mondo dell’altro, anche le difficoltà di dover fare il padre nel rispetto di un padre esistente. Hanno inventato leggende metropolitane per screditarci, come una gelosia spropositata.
A proposito del loro amore, poi, ultimamente se ne è parlato in merito alla castità che da quattro anni lui e la moglie praticano: "È stata una decisione sponsale rimettere al centro della nostra vita personale e di coppia i sacramenti, così da poterci sposare anche in Chiesa, come è successo nel 2014, dopo che ci eravamo uniti civilmente nel 2008. Noi abbiamo accolto la castità dopo anni di relazione e due figli così che i sacerdoti potessero offrirci i sacramenti, che sono il livello massimo di unione con Dio".