Reflection, il film sulla guerra del Donbass presentato a Venezia arriva nelle sale

Durante la scorsa edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia è stato presentato in concorso il film ucraino "Reflection" del regista Valentyn Vasjanovyč, ambientato durante la guerra del Donbass nel 2014. Con l'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, quindi, si è pensato di organizzare delle proiezioni gratuite in alcune sale italiane, prima dell'arrivo ufficiale in sala a partire dal 18 marzo.
La guerra del Donbass raccontata in Reflection
Al centro di Reflection vi è una storia particolarmente intima e anche piuttosto cruda, ambientata durante lo scontro militare tra Russia e Ucraina scatenatosi per stabilire chi dovesse controllare la Crimea e la regione del Donbass, dichiaratamente filo-russa. Protagonista del film è il chirurgo ucraino Serhiy interpretato da Roman Lutskiy, che viene preso dalle forze militari russe durante la guerra del 2014 nella suddetta regione oggetto del contendere tra le due nazioni. Nel corso della sua prigionia è costretto ad assistere a scene di estrema violenza, umiliazione e disinteresse per la vita degli altri uomini, in quel conflitto infatti persero la vita migliaia di persone. Conclusa la prigionia, il ritorno alla normalità non è così semplice, ma Serhiy cercherà di ritrovare le forze per riappropriarsi di un'umanità quasi perduta, ricucendo il rapporto con sua moglie e sua figlia.

Le proiezioni gratuite per solidarietà
Sono state programmate ben tre proiezioni, in tre differenti città italiane, si tratta di Roma, Milano e Venezia. Nella Capitale il film sarà proiettato lunedì 7 marzo alle 19:10 al cinema Troisi, mercoledì 9 marzo arriverà al cinema Anteo del capoluogo lombardo e infine il 10 marzo alle 21 in Laguna. L'iniziativa è stata patrocinata dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto, dal Direttore della Mostra Alberto Barbera e dal critico cinematografico Federico Gironi. Si tratta di un gesto di solidarietà nei confronti dei cineasti del popolo ucraino che, inoltre, hanno ricevuto proprio in questi giorni il sostegno dei colleghi russi, unitisi in una lunga lettera nella quale rinnegavano le ragioni della guerra aggiungendo: "Non abbiamo fatto abbastanza per prevenire questa guerra, ma non la vogliamo e non lasceremo che sia condotta in nostro nome".