Meloni attacca i fondi al cinema e il film di Amendola: “490 euro di incassi e oltre 1 milione di soldi pubblici”

Giorgia Meloni difende l'ex ministro Sangiuliano, attacca i fondi al cinema legandosi ai casi di cronaca recenti e fa anche qualche nome, compreso quello di Claudio Amendola. La premier, in videocollegamento con il Forum in Masseria organizzato da Bruno Vespa e Comin & partners, oltre a parlare degli equilibri europei e della telefonata con Trump, attacca a testa bassa uno dei temi più cari al suo governo, tornato al centro del dibattito pubblico nelle ultime settimane, dopo i fatti di Villa Pamphili.
Le parole di Meloni sui fondi al cinema
L’affondo al Tax Credit del cinema parte dalle polemiche per gli 800 mila euro di fondi pubblici elargiti a Kaufmann, il presunto killer di Villa Pamphili a Roma che aveva presentato un progetto per un film. Una vicenda di cronaca ormai oggetto di dibattito politico, speculazioni comprese. Nel riferirsi alla vicenda Meloni parte da lontano e ricorda l'operato dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano che "aveva toccato un nervo scoperto. Il caso Kauffman è solo l’epilogo più drammatico e scandaloso del sistema del tax credit che negli anni ha generato delle vere e proprie truffe, ma ha anche costruito un meccanismo distorto che consentiva di finanziarie con centinaia di migliaia, se non milioni di euro delle tasse dei cittadini, film che alla fine guadagnavano poche decine di migliaia di euro e intanto avevano pagato cachet milionari a registi e autori".
L'attacco di Giorgia Meloni a Claudio Amendola
Quindi la premier fa i nomi e cita anche un film, “i Cassamortari”, diretto da Claudio Amendola, che "ha avuto 490 mila euro di incasso nelle sale e un milione e duecentocinquantamila euro di sostegno pubblico". Da qui la conclusione su un sistema che "è costato circa sette miliardi di euro solo negli ultimi otto anni". Per poi aggiungere: "Mi stupisce che qualcuno continui a proteggere il tax credit, penso che chi ha cuore i soldi pubblici dovrebbe preferire un sistema meritocratico e trasparente di contributi". Oggi, stando a quanto afferma Meloni: "I soldi che prima finivano ai soliti noti con le pance piene e le sale vuote vengono destinati a impieghi migliori". Il primo ministro attacca senza mezzi termini:
Non ho paura ad aggredire le rendite di posizione e il malaffare, sono convinta che gli attacchi molto duri rivolti ieri a Sangiuliano e oggi al ministro Giuli siano dovuti al fatto che il governo ha messo mano a questo ignobile scandalo, sono molto determinata ad andare avanti per il bene del cinema italiano.