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Spagna. Bimbo nel pozzo, la roccia blocca la trivella: rallenta lo scavo per salvare Julen

Le operazioni di salvataggio del bimbo hanno trovato ogni genere di difficoltà, non solo causate dal maltempo degli ultimi giorni, ma anche e soprattutto dalle rocce. Mancano comunque pochi metri per raggiungere l’altezza in cui si presume si trovi il piccolo. Poi toccherà ai minatori scavare la galleria orizzontale per arrivare a Julen.
A cura di Biagio Chiariello
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Il padre di Julen
Il padre di Julen

Nuove difficoltà per Julen. I soccorritori del bambino di 2 anni precipitato nel pozzo ormai oltre una settimana fa a Totalan, vicino Malaga, non potranno raggiungere il piccolo prima di martedì. Lo ha confermato in conferenza stampa Angel Garcia Vidal, il coordinatore del gruppo di salvataggio. Fonti dello stesso team di soccorso, che da giorni lavora senza sosta nonostante si siano ridotte al lumicino le speranze di ritrovare il bimbo ancora in vita, hanno reso noto che, al momento sono stati scavati 52 dei 60 metri del tunnel parallelo al pozzo.

Successivamente verrà fatta scendere la capsula metallica che permetterà di costruire una galleria orizzontale per avvicinarsi al luogo dove si trova il bimbo. Le operazioni hanno trovato ogni genere di difficoltà, non solo causate dal cattivo tempo degli ultimi giorni, ma anche dalla particolare conformazione geologica del terreno. I lavori però continuano "senza riposo" dalla scorsa domenica. "Abbiamo altri 15 metri di scavi", ha detto Garcia Vidal, ma la velocità "è soggetta ai materiali geologici che stiamo trovando". Nella notte, a rallentare lo scavo è stata la presenza di una spessa roccia a 18 metri di profondità.

Da quando domenica è caduto in un pozzo abbandonato, largo 25 centimetri e profondo più di 100 metri, Julen non ha dato segni di vita. Si trovava nelle campagne di Totalan insieme ai genitori, per un pranzo con amici di famiglia. L'unico segnale della sua presenza, riferiscono i soccorritori, sono alcuni capelli trovati nel pozzo che combaciano con il suo dna. Ora non resta che sperare. Mancano meno di una decina di metri per raggiungere l’altezza in cui si presume si trovi il piccolo. Lì le macchine si fermeranno e comincerà il lavoro manuale dei minatori specializzati per scavare la galleria orizzontale (il secondo step dell’operazione di salvataggio) che porterà alla cavità dove dovrebbe essere il bambino.

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