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Silvio Berlusconi indagato come possibile mandante delle stragi di mafia del ’93

Silvio Berlusconi sarebbe nuovamente indagato come possibile mandante delle stragi di mafia del 1992 e del 1993 insieme a Marcello Dell’Utri. Il fascicolo riguardante il fondatore di Forza Italia è stato riaperto in seguito a delle intercettazioni di colloqui del boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano.
A cura di Stefano Rizzuti
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Silvio Berlusconi sarebbe indagato dalla procura di Firenze come possibile mandante delle stragi di mafia del 1992 e del 1993. La notizia viene riportata da Repubblica e dal Corriere della Sera. Insieme a Berlusconi sarebbe indagato anche Marcello Dell’Utri. La procura di Firenze è titolare dell’inchiesta sulle stragi di quegli anni e già due volte, in passato, aveva aperto un’indagine su Berlusconi: l’ultima delle due era stata archiviata nel 2011.

Il gip ha concesso la riapertura del fascicolo a carico dei due indagati dopo aver ricevuto da Palermo le intercettazioni dei colloqui in carcere del boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano: intercettazioni effettuate nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Secondo quanto riportato dai due quotidiani, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo ha delegato alla polizia giudiziaria lo svolgimento di ulteriori verifiche.

In queste intercettazioni Graviano farebbe i nomi sia dell’ex presidente del Consiglio e ora leader di Forza Italia, sia dell’ex senatore Dell’Utri. Quest’ultimo è in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il Corriere della Sera, si tratta di “frammenti di conversazione” nei quali i riferimenti al fondatore di Forza Italia sarebbero abbastanza chiari, nonostante il contesto non sia di facile interpretazione.

Secondo quanto riportato da Repubblica, nell’aprile del 2016 Graviano avrebbe parlato con il camorrista Umberto Adinolfi nel penitenziario di Ascoli Piceno dicendo: “Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c’è stata l’urgenza”. Secondo il legale di Berlusconi, Nicolò Ghedini, si tratta soltanto di “illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano”.

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