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“Sei una cretina”, e picchia l’anziana davanti al marito infermo: badante allontanata

La badante, una rumena di 60 anni, vessava due anziani coniugi di 85 e 89 anni di Livorno: continue sgridate, rimproveri e violenze fisiche, umiliazioni. In particolare era la vecchina ad essere presa di mira. Il marito, infermo, non poteva fare nulla per fermare quella violenza.
A cura di Biagio Chiariello
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 “Sei una cretina, una maleducata. Sei una drago sulla terra”. Queste le parole che una badante rumena di 60 anni, che avrebbe dovuto prendersi cura di due anziani coniugi, di 85 e 89 anni,  incapaci di badare a se stessi, gridava ai due vecchini. Ora deve rispondere del reato di maltrattamenti. Le indagini condotte dalla polizia (squadra mobile di Livorno) e coordinate dalla Procura di Livorno, sono cominciate lo scorso 11 novembre e non sono ancora completate. I pm hanno accertato che la signora, incaricata di fornire assistenza a due anziani, maltrattava fisicamente e psicologicamente i due anziani – marito e moglie – che accudiva da circa due anni. I due coniugi sono stati affidati alle cure di un amministratore di sostegno, che ha provveduto a rimpiazzare la badante con altro personale.

L’allarme è stato dato dagli operatori sanitari di una cooperativa di assistenza domiciliare che per un paio d’ore al giorno si occupavano dei due anziani. Sono stati loro a notare delle ecchimosi sul corpo della donna. Entrambi, moglie e marito, sono affetti da malattie degenerative e cognitive. A quel punto, gli inquirenti hanno installato delle telecamere all’interno dell’appartamento della coppia. E proprio dai filmati è venuta fuori la violenza di cui erano vittime. Sputi, botte, percosse, maltrattamenti, minacce, urla. Vittima prediletta della badante era proprio la donna. La povera vecchina veniva continuamente sgridata, umiliata, offesa e picchiata sotto gli occhi del marito infermo, che sconvolto, non era in grado di porre in essere alcuna reazione, forse anche nel timore di possibili ritorsioni nei suoi confronti. La rumena ripeteva continuamente all’anziana, oltre ad altre pesanti offese, di essere un “seme di drago”, intercalare usato per definire, in senso dispregiativo, il comportamento dell’anziana.

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