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Sciopero dei bancari, oggi sportelli chiusi per protestare conto l’Abi

I lavoratori degli istituti di credito scioperano per otto ore per protestate contro l’Abi che ha deciso di eliminare il contratto di lavoro nazionale.
A cura di Antonio Palma
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"Per la prima volta dal dopoguerra si vuole cancellare il contratto di lavoro, cancellando di fatto la categoria dei bancari", per questo motivo, come hanno spiegato i sindacati di categoria, oggi i bancari italiani incrociano le braccia e scendono in piazza contro l'Abi. Oggi infatti i dipendenti del settore sciopereranno per tutta la giornata per uno stop dal lavoro di otto ore proclamato unitariamente dalle sigle sindacali. Allo sciopero dei bancari si è arrivato dopo la rottura delle trattative tra sindacalisti e rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto a giugno del 2014. I dipendenti delle banche infatti denunciano la decisione unilaterale dell'Abi "di disdettare e di disapplicare, a partire dal prossimo primo aprile, i contratti collettivi di lavoro", un provvedimento giudicato "senza precedenti in nessun altro settore". I bancari sonderanno in piazza da Nord a Sud del Paese in diverse manifestazioni di protesta tra Milano, Roma e Palermo, ma l'appuntamento centrale è fissato a Ravenna dove ci saranno anche i principali delegati sindacali di categoria.

"Andremo avanti a oltranza"

"Ci aspettiamo punte di adesione pari all’80-90 per cento, considerando la partecipazione che abbiamo riscontrato" ha dichiarato Roberto Cattabriga di Fisac/Cgil, aggiungendo: "La posizione di Abi è inconcepibile, perché rifiuta la logica di avere un contratto unico, privilegiando la frammentazione dei contratti aziendali". Per i sindacati infatti "il vero obiettivo dell'Abi è quello di smantellare il contratto nazionale di categoria e le tutele contrattuali vigenti, sostituendolo con contrattazioni azienda per azienda, che creerebbero un'enorme disparità di trattamento economico e normativo tra i lavoratori e le condizioni per ulteriori e selvaggi tagli di posti di lavoro, dopo i 68mila già eliminati negli ultimi 15 anni". "Se le banche non cambiano atteggiamento, andremo avanti a oltranza chiedendo l'intervento del Governo e del Presidente Renzi", ha assicurato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

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