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L'omicidio di Niccolò Ciatti in Spagna

Scandicci, veglia per Niccolò Ciatti. Il padre: “Assassini dovrebbero essere al posto suo”

Alla chiesa di Casellina, il quartiere di Scandicci dove viveva Niccolò Ciatti, il ventiduenne ucciso in Spagna, sono arrivate oltre 500 persone. Il padre ha annunciato che presto la salma del ragazzo arriverà in Italia: il magistrato ha dato il via libera al trasferimento.
A cura di Susanna Picone
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Tantissime persone, almeno cinquecento, sono intervenute questa sera a Scandicci, alle porte di Firenze, per partecipare alla veglia di preghiera in memoria di Niccolò Ciatti, il giovane di ventidue anni pestato a morte in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. Nella parrocchia di Casellina, il quartiere dove abitava Niccolò, si è ritrovata tutta Scandicci. Oltre ai genitori Luigi e Cinzia, la sorella Sara, la fidanzata Ilaria e gli amici del giovane ci sono il sindaco Sandro Fallani, i rappresentanti delle istituzioni cittadine, la polizia municipale, i carabinieri, i volontari della Misericordia e dell'Humanitas, gruppi scout e tanta gente comune che ha risposto all’iniziativa organizzata dal parroco don Giovanni Paccosi in attesa del ritorno in Italia della salma del giovane. L’intera città, a pochi giorni dalla brutale aggressione sfociata in omicidio nella discoteca della Costa Brava, si è stretta in un abbraccio intorno alla famiglia del giovane italiano. “Hanno telefonato da tutta Italia per testimoniare la loro vicinanza, questi segni d'amore devono essere la chiave” per andare avanti, ha detto il parroco. “Dobbiamo essere forti, i media non abbassino l'attenzione”, è invece l'appello lanciato dal sindaco.

La famiglia di Niccolò Ciatti chiede giustizia

Il padre di Niccolò ha comunicato che il magistrato ha dato l'ok per il trasferimento della salma del figlio: “Aspettiamo solo di sapere da Alitalia su quale scalo arriverà, sarà con il loro primo volo disponibile”.  “Si dice sempre che certe cose non debbano accadere più. Io so che c'erano nove guardie della sicurezza per duemila ragazzi che non sono intervenute. Sono intervenute solamente per aiutare gli amici di mio figlio quando questi era già in terra ma al momento del bisogno non c'era assolutamente nessuno. Era la festa degli italiani quella sera, gli amici di mio figlio mi hanno detto che loro non uscivano mai la sera tardi a ballare in quei locali perché avevano paura. Quella sera iniziava a piovere, e si sono infilati dentro, e questo è il risultato”, ha detto il padre di Niccolò, che ha poi parlato della decisione della discoteca spagnola di chiedere una pena alta per l’omicida. “Io me lo auguro – ha continuato – e spero che rimangano veramente in carcere. La rabbia è tanta e pensare di avere un figlio di ventidue anni sepolto e questi giovani che hanno venticinque anni e fra dieci-quindici anni o vent'anni saranno fuori, vuol dire che non gli sarà fatto un gran male. Questo non lo trovo giusto, dovrebbero essere al posto di mio figlio”. Per l’aggressione a Niccolò Ciatti al momento è rinchiuso in carcere il ceceno Rasul Bisultanov, un atleta di lotta libera che avrebbe ammesso le sue responsabilità davanti al magistrato.

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