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Scandalo Vaticano: 5 rinvii a giudizio e quell’amore di Mons. Balda per la finanza

Sono 5 i rinviati a giudizio per lo scandalo Vatileaks: oltre ai giornalisti Fittipaldi e Nuzzi ci sono anche la Chaouqui, Nicola Maio e Monsignor Balda. Altro che Bertone, monsignor Vallejo Balda (rinchiuso nelle carceri vaticane con l’accusa di essere uno dei “corvi”) aveva un’abitazione di più di 1000 mq costruita da un’archistar spagnola. E non solo: più che per le opere religiose in Spagna lo ricordano come uno dei primi “broker” finanziari in nome di Dio. Con risultati pericolosi, anche. Ecco quello che qui in Italia non si è mai raccontato.
A cura di Giulio Cavalli
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Alla fine sono 5 le richieste di rinvio a giudizio che il Tribunale della Stato della Città del Vaticano ha notificato nei confronti di Angel Lucio Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaouqui, Nicola Maio, Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi. I primi tre sono chiamati a rispondere del reato di cui all'art. 248 cod. pen. (quest'ultimo come sostituito ad opera dell'art. 25 della Legge n. IX dell'11 luglio 2013) «perché all'interno della Prefettura per gli affari economici e di COSEA si associavano tra loro formando un sodalizio criminale organizzato, dotato di una sua composizione e struttura autonoma, i cui promotori sono da individuarsi in Angel Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, allo scopo di commettere più delitti di divulgazione di notizie e documenti concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede e dello Stato».

Tutti e cinque gli imputati dovranno rispondere del reato di cui agli artt. 63 e 116-bis cod. pen. (quest'ultimo introdotto ad opera della Legge n. IX dell'11 luglio 2013) «perché, in concorso tra loro, Vallejo Balda nella qualità di segretario generale della Prefettura per gli affari economici, Chaouqui quale membro della COSEA, Maio quale collaboratore di Vallejo Balda per le questioni riguardanti la COSEA, Fittipaldi e Nuzzi quali giornalisti, si sono illegittimamente procurati e successivamente hanno rivelato notizie e documenti concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede e dello Stato; in particolare, Vallejo Balda, Chaouqui e Maio si procuravano tali notizie e documenti nell'ambito dei loro rispettivi incarichi nella Prefettura per gli affari economici e nella COSEA; mentre Fittipaldi e Nuzzi sollecitavano ed esercitavano pressioni, soprattutto su Vallejo Balda, per ottenere documenti e notizie riservati, che poi in parte hanno utilizzato per la redazione di due libri usciti in Italia nel novembre 2015».

Intanto, però, comincia anche ad uscire un ritratto più preciso di Monsignor Balda. Nei giornali spagnoli è una storia conosciuta ma evidentemente le notizie non sono filtrate fino a noi: monsignore Lucio Vallejo Balda aveva dimostrato già da tempo una certa inclinazione per le operazioni spericolate. Finanziarie, soprattutto, ma di certo ‘Padre Angelo' (come veniva amichevolmente chiamato ad Astorga, un piccolo comune spagnolo in provincia di León) era ambizioso. Anche troppo. "Era bravo nel suo lavoro, brillante, però troppo ambizioso, se si metteva in testa un obbiettivo era capace di tutto pur di ottenerlo" ha dichiarato ad un giornale locale un suo conoscente che non ha voluto svelare il nome per la paura di ritorsioni, e questo forse rende bene l'idea. Nato da una famiglia contadina il 12 giugno del 1961 a Villamediana de Iregua (La Rioja) ad otto anni era già nel seminario di Logroño da dove poi è stato trasferito ad Astorga. Terminati gli studi i suoi superiori decidono di spedirlo a Burgos dove prende una laurea in Teologia, la prima di una serie di lauree e dottorati. Fino al 1 agosto del 1987, quando il Ve3scovo di Astorga Briva Mirament lo ordina sacerdote.

Ma più delle persone monsignor Balda si dimostra abile con i soldi e passano appena tre anni prima che diventi tesoriere della diocesi. E qui, iniziano i pasticci. È stato uno dei primi "broker finanziari" della Chiesa, un ruolo insolito per un prete che dovrebbe "curare le anime" e che infatti non gli risparmia le prime critiche. Siamo nel 2001 e in Spagna scoppia lo scandalo "Gescartera", una società di gestione del portafoglio da cui "spariscono" oltre 120 milioni di euro. Il direttore del fondo viene condannato ad 11 anni di carcere e sono in molti gli investitori che si presentano al processo per riavere i propri soldi; tra questi anche la Diocesi Astergano a nome di cui Padre Angelo aveva investito circa 340.000 euro. Fortunatamente, per il futuro monsignore, la diocesi riuscì a recuperare il denaro in fase processuale. Si registra, in quei mesi dello scandalo finanziario più importante del Governo Aznar, la difesa (deboluccia) dell'allora Vescovo di Astorga che, a chi faceva notare l'inopportunità di investire i soldi delle offerte religiose, rispose che la Chiesa non poteva essere sostenuta con i soldi nel comodino dei fedeli.

Ma la macchia più grossa di monsignor Baldo fu probabilmente il ruolo che ebbe in una Società di Investimento a Capitale Variabile, la SICAV VAYOMER (che in ebraico significa "E Dio disse") fondata nel febbraio del 2000. Da fine febbraio 2008 fino a settembre 2011 monsignor Vallejo Balda presiede la SICAV (una delle poche legate ad enti ecclesiastici in Spagna) che raggiunge  il picco patrimoniale di ben 7,13 milioni di euro. Nel secondo trimestre del 2014 la SICAV (che per legge deve essere sostenuta da almeno 100 soci anche se spesso uno solo ne detiene più del 99%) si ritrova con 97 soci e rischia di finire male; si salva grazie all'iniezione di soci. Dopo monsignor Vallejo la presidenza passa a Maria Madrigal Martinez Saez-Royuela. Molti uomini d'affari locali trovavano ristoro anche finanziario nella società presieduta da monsignore e per di più ottenendo dei sensibili vantaggi fiscali. In quegli anni scoppia lo scandalo della casa di ‘Padre Angelo', due lotti rispettivamente di 630 e 580 metri quadrati in Celada de la Vega, costruita dall'ultrpremiata architetta Virginia González Rebollo. Oltre all'opulenza dell'abitazione, tra l'altro, monsignor Balda si era "scordato" di registrare l'immobile presso il catasto. Peccati veniali, certo. Di vile pecunia.

I giornalisti spagnoli che resero pubblica la notizia della lussuosa villa definirono monsignor Balda come "desagradable” e “amenazante”, sgradevole e minaccioso. Non propriamente accogliente, insomma. Fu il Cardinale Antonio Maria Rouco Varela ad innamorarsi dell'intelligenza e la preparazione di Vallejo Balda e a proporlo per un ruolo in Vaticano, sotto il pontificato di Benedetto XVI. Nel settembre del 2011 diventa Segretario della Prefettura degli Affari Economici della santa Sede: è l'apice della sua carriera. A Roma ha vissuto in un ampio appartamento con staff e auto a disposizione. Un amante della bella vita, dicono alcuni in Vaticano. E quando nel febbraio del 2014 Papa Francesco istituisce il nuovo Ministero dell'Economia guidato dal cardinale australiano George Pell, Vallejo Balda è convinto di essere prossimo alla nomina come vice di Pell. Ma le cose vanno diversamente. E ‘Padre Angelo', dicono, ha perso la testa per questo stop inatteso alla sua brillante carriera. In Vaticano credono che questa potrebbe essere una delle cause della sua "vendetta" consumata nel passare informazioni riservate ai giornalisti. Si dice che alcune informazioni siano già state ritrovate nei suoi computer. Lui nega, qualcuno gioca a dipingerlo come un prete non avvezzo agli intrighi ma la sua storia, che qui in Italia sembra che abbia fatto proprio fatica ad arrivare, forse dice altro.

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