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Scajola, gip dispone processo immediato per l’ex ministro e per Chiara Rizzo

Via libera al processo con rito immediato per l’ex ministro Claudio Scajola, Chiara Rizzo e altre tre persone nell’ambito dell’inchiesta sui presunti aiuti alla latitanza dell’ex deputato del Pdl Amedeo Matacena.
A cura di Susanna Picone
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Sì al processo con rito immediato per l'ex ministro Claudio Scajola, per Chiara Rizzo e per altre tre persone coinvolte nell'inchiesta sui presunti aiuti alla latitanza dell'ex deputato del Pdl Amedeo Matacena. Il gip di Reggio Calabria ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia.  Il processo è stato fissato al 22 ottobre. Il processo è stato disposto anche per il factotum di Matacena Martino Politi e per le segretarie di Matacena e Scajola, Maria Grazia Fiordalisi e Roberta Sacco. Politi, Scajola e Rizzo sono attualmente agli arresti domiciliari. L'ex ministro Claudio Scajola era stato arrestato lo scorso maggio, con l'accusa di procurata inosservanza di pena a favore di Amedeo Matacena, nell'ambito dell'operazione denominata Breakfast, condotta dalla Dia di Reggio Calabria e coordinata dalla locale Dda. Chiara Rizzo è la moglie di Matacena, l'ex deputato di Forza Italia fuggito a Dubai dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l'impianto accusatorio Scajola avrebbe tentato di fare trasferire Matacena da Dubai al Libano, dove sarebbe riuscito a fargli ottenere l'asilo politico. Martino Politi è invece un uomo di fiducia dell'ex armatore. Era stata invece stralciata dalla stessa Dda la posizione di Matacena, quella della madre dell’ex deputato Raffaella De Carolis e l’ad della società Amadeus, la holding della famiglia Matacena, Antonio Chillemi.

Scajola, 8 agosto scadono i domiciliari

La decisione del giudice è giunta proprio a tre giorni dalla scadenza dei termini della misura degli arresti domiciliari per Claudio Scajola e Chiara Rizzo. Scajola, Rizzo e Politi dovranno rispondere di procurata inosservanza della pena. La Rizzo e Politi sono accusati anche di avere schermato i beni dello stesso Matacena allo scopo di sottrarli ad un eventuale sequestro. L'ex ministro, secondo il pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo, il sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio ed il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, si sarebbe attivato allo scopo di fare spostare Matacena da Dubai in Libano e a confermarlo, secondo l'accusa, ci sarebbero una serie di telefonate intercorse tra lo stesso Scajola e Chiara Rizzo, ed i contatti avuti dall'ex ministro con Vincenzo Speziali, nipote dell'ex senatore del Pdl.

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