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Caso Matacena, Dda chiede giudizio immediato per Scajola e Chiara Rizzo

L’ex ministro e la moglie di Matacena sono accusati di aver tentato di sottrarre lo stesso ex deputato all’espiazione della pena facendolo trasferire da Dubai a Beirut, in Libano, ritenuto un Paese in cui è più difficile ottenere l’estradizione.
A cura di Biagio Chiariello
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Chiara Rizzo col marito Amedeo Matacena
Chiara Rizzo col marito Amedeo Matacena

E’ arrivata la richiesta di giudizio immediato da parte della Dda di Reggio Calabria per l’ex ministro Claudio Scajola. Gli inquirenti dell’Antimafia hanno chiesto il processo anche per Chiara Rizzo e Martino Politi. Tutti e tre sono attualmente agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, l’ex deputato di Forza Italia condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Nello specifico a Scajola viene contestato il tentativo di evitare a Matacena l’espiazione della pena facendolo trasferire da Dubai, dove attualmente si trova, a Beirut, in Libano, considerato un Paese in cui è più difficile ottenere l’estradizione. La stessa accusa è contestata anche alla moglie dello stesso Matacena e al tuttofare dell’ex politico, che sono ritenuti responsabili della Dda anche di avere cercato di camuffare il capitale di Matacena per sottrarlo ad eventuali sequestri. Invece i magistrati non hanno contestato l’aggravante prevista dall’art. 7 di avere agevolato la ‘ndrangheta.

Il caso Scajola

Scajola è stato arrestato l’8 maggio scorso. L’ex ministro era stato fermato mentre si trovava in un albergo di Roma. Un mese dopo all’ex PDL erano stati concessi gli arresti domiciliari. Tra gli altri cinque indagati nell’inchiesta figura anche lo stesso Matacena al quale, nel frattempo, la Cassazione ha ridotto la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa da 5 a 3 anni. Gli altri indagati sono la madre dell’ex deputato, Raffaella De Carolis, la segretaria dell’ex politico Maria Grazia Fiordalisi, la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e l’ad della società Amadeus, la holding della famiglia Matacena, Antonio Chillemi. Le loro posizioni sono state stralciate. Il gup di Reggio Calabria Barbara Bennato ha cinque giorni di tempo per accogliere o respingere la richiesta della Dda

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