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Romney travolge Gingrich in Florida: ma la partita non è chiusa (forse)

Mitt Romney domina la scena nelle primarie repubblicane in Florida, attestandosi al 46,$% e distanziando Newt Gingrich (che comunque non sembra avere la minima intenzione di arrendersi).
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Mitt Romney Florida

Alla fine è andato tutto come previsto, o quasi. Mitt Romney, ex Governatore del Massachussetts e grande favorito per la nomination, ha vinto con distacco le primarie repubblicane in Florida. Il mormone ha conquistato il 46,4% dei consensi, distanziando Newt Gingrich che non è andato oltre un comunque onorevole 31,9%; poco spazio invece per Rick Santorum (fermo al 13,4%) e Ron Paul (7,1%), probabilmente tagliati fuori dalla corsa per eleggere lo sfidante di Barack Obama nella consultazione del prossimo 6 novembre. La Florida è il quarto stato ad aver già assegnato i suoi delegati per le primarie repubblicane (50 che vanno interamente al vincitore), dopo l'Iowa, il New Hampshire e la South Carolina; ancora pochi giorni e si voterà nel Nevada (il 4 febbraio) e successivamente nel Missouri ed in Colorado.

Ovviamente si tratta di un risultato pesantissimo, che in qualche misura è destinato a segnare una svolta nella lunga corsa verso la nomination. In effetti, anche se mancano ancora "46 states to go", il successo in Florida, ottenuto tra le altre cose dopo una campagna elettorale durissima (in cui entrambi i candidati hanno fatto ampio ricorso alla "negative campaign") e senza l'appoggio dei pezzi grossi del partito repubblicano (sia il Governatore Bush che il senatore Rubio hanno preferito non esporsi), potrebbe essere il vero trampolino di lancio per Romney. In ogni caso, il verdetto polarizza ulteriormente lo scontro, con Santorum e Paul che, a meno di clamorose sorprese nelle prossime consultazioni, sembrano destinati a recitare il ruolo di comparse. Il dato su cui riflettere in definitiva sembra essere questo: il "mai troppo amato Romney" non ha mai goduto di una tale popolarità e se Gingrich non riuscirà a spezzare l'incantesimo (ancora ieri notte parlava del "potere della gente contro il potere dei soldi") rischia di essere travolto anche nel decisivo Superthursday del 6 marzo. Un compito non di poco conto, anche considerando la potenza della macchina organizzativa del rivale e il fuoco di fila degli altri due candidati ancora in corsa, con Rick Santorum (certamente distante dalle posizioni di Romney) che per ultimo ha avuto parole durissime per l'ex speaker del Congresso. E il tempo stringe, sabato si vota in Nevada e la concorrenza "a destra" per Gingrich è altissima.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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