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Covid 19

Variante Delta nel Lazio: “Festa Europei opportunità per virus. Presto vedremo impatto su contagi”

Preoccupazione nel Lazio per le conseguenze dei festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio. “Quanto accaduto ha dato al virus un’opportunità di diffusione. Tra una settimana circa sapremo in che misura sarà l’impatto”, ha dichiarato l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato.
A cura di Enrico Tata
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"Quanto accaduto ha dato al virus un'opportunità di diffusione. Tra una settimana circa sapremo in che misura sarà l'impatto", ha dichiarato l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, a La Repubblica. Il timore è che i festeggiamenti della vittoria dell'Italia agli Europei siano stati un eccezionale veicolo di trasmissione per il virus. Le conseguenze, probabilmente, si vedranno fra circa una settimana. Nel Lazio la campagna vaccinale procede spedita, ma sono tanti ancora i cittadini che non sono stati vaccinati (e che probabilmente non hanno intenzione di fissare un appuntamento) o che hanno ricevuto soltanto una dose.

L'obiettivo del Lazio: immunizzare il 70 per cento dei cittadini entro l'8 agosto

L'obiettivo dichiarato della Regione è quello chiesto dall'Unione Europea: arrivare entro la prima settimana di agosto al 70 per cento di copertura vaccinale per raggiungere la cosiddetta ‘immunità di gregge'. Tuttavia ci sono due aspetti da considerare: il primo è che il Lazio è una delle Regioni che ha vaccinato più cittadini non residenti, circa 100mila, e questo numero pesa nel computo totale delle vaccinazioni. In secondo luogo la percentuale del 70 per cento potrebbe non bastare più (anzi è quasi sicuro, secondo gli esperti) per raggiungere un'immunità di comunità, date le caratteristiche della variante Delta (o indiana) del coronavirus, che è molto più contagiosa sia della viariante Alfa, o inglese, che del ceppo originale del virus Sars-CoV-2.

Secondo il virologo Andrea Crisanti, intervistato oggi su La Stampa, "non si può far finta che la variante Delta non sia un rischio per un Paese come l'Italia che ha protetto con due dosi meno della metà della popolazione. Se i dati israeliani sulla minore efficacia dei vaccini sono corretti non arriveremo all'immunità di gregge. Questo significa dover vaccinare tutti e preparare una terza dose aggiornata su cui la comunità scientifica è bene che inizi a discutere". Secondo il professore dell'università di Padova, la variante Delta sta cambiando le carte in tavola anche per i viaggi: "Il Green Pass è stato travolto. Anche il Green pass è stato travolto e ogni Paese corre ai ripari: il sintomo di una politica sanitaria europea inesistente e su cui bisognerebbe riflettere. Al di là del certificato sarebbe importante non poter viaggiare senza due dosi o un tampone molecolare recente e in ogni caso cinque giorni di quarantena. E a parte quest'ultima vorrei le stesse garanzie al ristorante e vorrei in discoteca".

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