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Un caso positivo nel Palazzo della Consulta: Corte Costituzionale chiusa per tre giorni

Un caso positivo alla Corte Costituzionale di Roma, che è stata chiusa per tre giorni e sottoposta alla sanificazione degli ambienti. Il presidente della Corte Morelli ha rinviato le scadenze in calendario degli atti da depositare ai prossimi giorni. “Nessuna alterazione dell’ordinaria attività”.
A cura di Alessia Rabbai
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La Corte Costituzionale resterà chiusa tre giorni dopo un caso di positività al coronavirus emerso nella serata di ieri, lunedì 28 settembre. La disposizione è stata resa nota dal palazzo della Consulta. A seguito della chiusura, il presidente della Corte Mario Rosario Morelli ha rinviato la scadenza degli atti che devo essere consegnati nei tre giorni di chiusura, che possono essere depositati in Cancelleria venerdì 2 e lunedì 5 ottobre, sempre dalle ore 9 alle 13. La positività è emersa a seguito dei test per la ricerca del coronavirus, che hanno accertato il contagio. Sul sito web del palazzo della Consulta si legge: "La Corte costituzionale sarà chiusa dal 29 settembre al 1 ottobre per operazioni di sanificazione degli ambienti di piazza del Quirinale. La chiusura del Palazzo nei giorni indicati non comporterà alcuna alterazione dell'ordinaria attività della Corte costituzionale.

Al Tribunale di Roma due avvocati positivi al coronavirus

Due avvocati del Tribunale di Roma positivi al coronavirus sono stati denunciati alla Procura. L'ipotesi è infatti che i due legali si siano recati negli uffici di Piazzale Clodio consapevoli del rischio o addirittura, di essere positivi. Secondo quanto dichiarato ieri dal presidente vicario Antonio Lamalfa a Il Corriere della Sera, finora non ci sarebbero stati i controlli in entrata al Tribunale e "le verifiche sulla sicurezza delle distanze da osservare per gli avvocati e l’utenza rispetto al personale amministrativo e ai magistrati". L'emergenza è scattata dopo che sono emersi diversi casi di positività tra il personale, che sarebbero riconducibili proprio ai due avvocati. E ha aggiunto: "Stiamo ragionando anche sul fermo di alcuni processi, ma speriamo che possano bastare le altre misure adottate. Una soluzione estrema alla quale si spera di non arrivare dopo lo stop giù avuto durante il lockdown. Tamponi rapidi e termoscanner potrebbero arrivare nei prossimi giorni, anche se non è ancora chiaro dove possano essere posizionati".

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