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Uccise Vanessa Russo con l’ombrello, è nullatenente: lo Stato pagherà 760mila euro di risarcimento

Lo Stato italiano dovrà risarcire di 760mila euro la famiglia di Vanessa Russo, uccisa con un ombrello da Doina Matei nella metro di Roma. La donna infatti è nullatenente e non può farsene carico.
A cura di Alessia Rabbai
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Sarà lo Stato italiano a pagare i 760mila euro di risarcimento al posto di Doina Matei, condannata a 16 anni per omicidio preterintenzionale aggravato per aver ucciso con un ombrello Vanessa Russo e tornata a piede libero da giugno 2019, dopo aver pagato il suo debito con la giustizia. La donna infatti è nullatenente, ha due minori ai quali badare, e non potrà farsi carico del risarcimento quantificato a seguito della causa civile davanti al Tribunale di Perugia, che spetta alla famiglia della ventiduenne, uccisa quindici anni fa dopo una discussione nella metropolitana di Roma. I famigliari di Russo hanno presentato ricorso al Tribunale di Roma, chiamando direttamente in causa lo Stato italiano, che dovrà, al posto di Matei, risarcire la famiglia di 760mila euro.

Vanessa Russo uccisa con un ombrello nella metropolitana di Roma

L'omicidio di Vanessa Russo risale al 26 aprile del 2007 ed è avvenuto all'interno della stazione Termini metropolitana di Roma e colpì molto l'opinione pubblica. La giovane è stata ferita gravemente con un ombrello al culmine di un diverbio. Il colpo l'ha trafitta in un occhio, provocando lo sfondamento della calotta cranica. Per Russo non c'è stato purtroppo nulla da fare per salvarle la vita. Matei è stata invece rintracciata grazie al lavoro d'indagine svolto dalle forze dell'ordine e dalla Procura e alle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza presenti all'interno della stazione, arrestata e condannata. In primo grado e in Appello ha ricevuto sedici anni. A seguito della richiesta di rito abbreviato, che prevede in caso di condanna la riduzione della pena ad un terzo e alla sentenza del Tribunale di Perugia, è tornata libera per buona condotta nel 2019.

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