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Tutto quello che non torna sulla sparatoria di Frosinone: qual era il movente e dov’è la pistola?

I tanti punti oscuri e ancora da chiarire in merito alla sparatoria avvenuta allo Shake Bar di Frosinone. Perché il killer ha sparato così repentinamente? Di cosa aveva paura?
A cura di Enrico Tata
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Sono tanti i punti oscuri e ancora da chiarire in merito alla sparatoria avvenuta allo Shake Bar di Frosinone. Qual era il movente? Dov'è finita l'arma del delitto? Perché il killer, che era seduto a un tavolino del locale, ha subito sparato quando ha visto arrivare il gruppetto rivale? Mikea Zaka, accusato di aver ucciso un ragazzo e di averne feriti altri tre, ha dichiarato di aver esploso sei colpi di pistola per difesa. Ma da cosa?

La vittima è Kasem Kasmi, 27 anni di origine albanese, colpito da tre proiettili di pistola. Quello fatale, ha rivelato l'autopsia, è stato quello che ha preso in pieno il collo. L'accusa per Zaka, suo connazionale, è di omicidio e triplice tentato omicidio. Il giovane si è presentato spontaneamente e ha confessato il delitto. Ha detto agli investigatori di aver sparato per questioni sentimentali, a causa di una donna contesa. Una versione, questa, che non è stata mai ritenuta credibile da chi indaga.

E allora qual è il movente? L'ipotesi più plausibile è un regolamento di conti tra bande rivali per questioni relative alla gestione delle piazze di spaccio in Ciociaria. Dopo la sparatoria, le forze dell'ordine hanno trovato nel seminterrato di una casa popolare un carrello della spesa che conteneva panetti e involucri contenenti hashish e marijuana. Qualche collegamento con la sparatoria? Per ora no, ma le indagini sono ancora in corso.

Un altro interrogativo: perché Zaka ha sparato appena ha visto arrivare il gruppetto rivale. L'ultima ipotesi degli investigatori è quella di un tentato sequestro lampo. Secondo una possibile ricostruzione, Kasmi e gli altri avevano intenzione di rapire Zaka.

Del resto, deve essere per forza questo il motivo per cui Zaka abbia sparato così repentinamente e per di più in un luogo affollato di gente: aveva paura e si sentiva in pericolo. Un altro indizio che potrebbe confermare l'ipotesi del sequestro è che la vittima, il fratello e i due amici hanno lasciato l'automobile accesa, pronta a partire. Quindi non avevano in programma di restare molti minuti allo Shake Bar. Forse, per l'appunto, giusto il tempo di rapire Zaka.

L'ultimo mistero sulla sparatoria riguarda l'arma del delitto. In questura il Mikea Zaka ha detto di aver gettato la pistola, una calibro 22, dal ponte sul fiume cosa in via Verdi. Dovrebbe essere finita in una specie di discarica abusiva sulle sponde del fiume, ma per il momento tutte le ricerche hanno dato esito negativo. Insomma, l'arma non si trova in alcun modo.

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