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Turista morta a gennaio, il corpo ancora a Roma. Il legale: “Non sappiamo perché tempi così lunghi”

Janna Gommelt è morta il 20 gennaio, ma la salma è ancora a Roma, all’obitorio del Verano. Il legale della famiglia: “Non avendo atti in mano, non posso dire se questa attesa sia giustificata o meno”.
A cura di Natascia Grbic
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"L'unico soggetto che può mettere la salma a disposizione della famiglia è il pubblico ministero, che però deve aspettare i riscontri medico legali. La famiglia vuole piangere e seppellire la ragazza e ovviamente ha mal digerito questo tempo, dovuto ad accertamenti irripetibili di cui io non ho traccia. Non avendo atti in mano, non posso dire se questa attesa sia giustificata o meno". A parlare a Fanpage.it è Manuele Piccioni, l'avvocato della famiglia di Janna Gommelt, la giovane morta lo scorso 20 gennaio mentre si trovava su una spiaggia di Focene insieme al fidanzato, il 34enne irlandese Michael Douglas. Janna, originaria della Germania, stava girando l'Europa in camper con il ragazzo quando la sua vita è stata improvvisamente interrotta. Oggi, a distanza di mesi, ancora non si sa il motivo della morte. La sua salma è ancora in Italia, all'obitorio del Verano. La sua famiglia, che vive in Germania, sta vivendo mesi di angoscia: l'unica cosa che vorrebbe è seppellire la ragazza, e poterla finalmente piangere. Ma se l'autopsia è stata effettuata, non c'è stato ancora il deposito della consulenza medico legale, né sono state chiuse le indagini. E finché quest'ultimo passaggio non sarà compiuto Janna non potrà tornare a casa.

Turista morta a Focene: ritardi dovuti anche a errori burocratici

"Al momento non possiamo dire se i tempi di gestione del procedimento siano eccessivamente lunghi o meno – continua Piccioni – Quanto l'esito dell'autopsia sarà depositato do per scontato che nell'elaborato del medico legale sia scritto come mai si è dovuto aspettare tutto questo tempo, e che tipo di analisi hanno fatto". Ad allungare i tempi ci sono stati anche alcuni problemi burocratici, errori materiali che hanno fatto perdere almeno un paio di settimane. "Avevano sbagliato il nome della ragazza – riferisce l'avvocato – Ci siamo occupati noi di gestire gli adempimenti per velocizzare la fase, anche se questo errore ha fatto rallentare parecchio". Secondo il racconto del fidanzato, Janna sarebbe morta a causa di un malore. In Procura è stato aperto però un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti. Un fatto che può sembrare anomalo, ma non è escluso si sia trattato di un atto dovuto per compiere velocemente gli accertamenti sul corpo della 25enne. "Quando depositeranno gli atti capiremo come mai hanno identificato questo reato – continua l'avvocato – L'unica cosa che posso presumere è che sia stato un atto necessario, come spesso avviene nella prassi, per eseguire gli accertamenti. Finché non leggiamo gli atti però, non possiamo sapere se quel reato sia stato iscritto perché semplicemente andava dato un titolo, o se ci siano elementi diversi che in quel momento concitato potevano far pensare al pm una cosa del genere".

Il fidanzato: "Ritardi nei soccorsi". Il 118: "Ambulanza arrivata dopo 18 minuti"

Michael Douglas, il fidanzato di Janna, ha riferito all'avvocato di presunti ritardi nell'arrivo dell'ambulanza. "Il ragazzo mi ha riferito dei ritardi, ma ovviamente non posso confermare dato che non ero presente, anche lì bisognerà aspettare l'esito delle indagini", conclude Piccioni. La Regione Lazio e l'Ares 118 hanno smentito la versione del ragazzo, dicendo che non c'è stata nessuna difficoltà nella comunicazione, e che l'ambulanza è arrivata dopo 18 minuti dalla chiamata. "Non corrisponde assolutamente al vero che ci sia stato un problema di barriera linguistica con l’utente – spiega il 118 in una nota – la chiamata è stata passata in centrale operativa 118 da parte del NUE 112 alle ore 15.41 (e i due minuti di audio integrali senza tagli sono stati resi disponibili dalla Centrale operativa del 112), con l’attivazione contestuale del servizio di interpretariato. Il personale di centrale ha dunque risposto alla chiamata dell’utente con l’interprete già in linea. Il triage telefonico è stato particolarmente approfondito ed è oggetto dell’audit da parte della Direzione regionale Salute i cui risultati verranno resi noti non appena disponibili. Dai tabulati in nostro possesso risulta che, dalla fine della chiamata all’arrivo sul posto di ambulanza e automedica, sono trascorsi 18 minuti. I mezzi sono stati correttamente inviati dove l'utente aveva riferito di trovarsi ma, all'arrivo sul posto, le equipe sanitarie non hanno trovato nessuno, dal momento che l'uomo aveva deciso autonomamente di spostarsi".

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